Cacciai un potente urlo, cercando di avvertire i miei genitori del pericolo, ma non mi sentivano, erano incuranti di quel che stava accadendo, e dopo essersi baciati, salirono su vagoni diversi. Io continuavo a grigare, cercai di venire a loro incontro, ma qualcosa mi bloccava. Il treno era già partito, e continuava il suo viaggio, finché, come quando il fulmine viene seguito dal tuono, uno scoppio fece saltare in aria l'ultima parte del treno, ferendo e uccidendo trecento persone, e provocando un rumore assordante che mi stordì. Tra quelle povere anime c'erano un uomo, alto e forzuto, e una donna, dalla pelle bianca come la neve e gli occhi verdi come il muschio: i coniugi Brown. In quel momento mi assalirono i loro ricordi:papà che mi preparava i pancake e un succo d'arancia per la colazione;mamma che mi veniva a prendere a scuola con in mano una ciambella e con in bocca la frase:" ciao Billie, fatto qualche marachella oggi?", bella e sorridente come sempre; il solletico che mi faceva papà quando mi vedeva che ero giù di morale e il bacio che mi dava la mamma su una ferita per scacciarmi via il dolore,e tanti altri ancora.
Mi mancano da morire.
Sentii le loro risate, poi delle urla e dei pianti.
Infine tutto si fece buio.
Non diedi per scontata l'idea di essere nella macchina nera con gli interni in pelle, insieme a un uomo che si considerava Babbo Natale, rinchiusa in una palla di cristallo.
Ed avevo ragione.
Quando mi svegliai di soprassalto, ero su un divano pelle rossa, avvolta in una coperta a quadretti neri e bianchi. Mi guardai intorno, dove diamine ero finita?
" Ben svegliata principessa" i miei occhi fecero capolino e la mia testa si girò da dove veniva la voce, calda e potente.
C'era un uomo, di corporatura robusta e con i baffi rossi, dall'aria umile.
Appena lo vidi, mi sorrise,facendomi notare una lunga fila di denti bianchi e perfettamente diritti. Era molto semplice nei gusti del vestire, infatti, portava solo un maglione blu e dei pantaloni neri, nient'altro.
"Cara, si è svegliata,vieni a vedere quanto sono belli i suoi occhi!"
Per la prima volta qualcuno apprezzava una delle mie tante stranezze, mi diedi un pizzicotto per svegliarmi da quel sogno, ma niente, ero sveglia come non mai.
" Oh povera cara, quanto sei magra! Cosa ti hanno fatto in quel posto orrendo. Scalmanati e diavoli che non sono altro!" Volevo risponderle che ero così di natura, ma rimasi zitta, non volevo apparire maleducata a quella donna, che, truccata pesantemente, voleva apparire più giovane.
Dietro di lei apparì il Babbo:" Billie saluta dai! Non essere timida, non dimostrare quello che non sei!" Mi disse con voce provocante.
"Buongiorno, io sono Billie, Billie Brown, e non Billy, mi mette su i nervi." Sforzai un lieve sorriso.
Una risata pervase tutta la stanza:"finalmente qualcuno con la testa apposto, non come tutti gli altri? Dimmi Bill, ce ne sono altri di soggetti come te, oppure sono solo dei perfetti coglioni, o addirittura vuoi creare una bella impressione ai miei genitori?"
" Reginald Ballanzio, non parlare così a tua sorella!" In quel momento mi venne il sangue al cervello, non ragionai più e dissi, indicando il ragazzo alto, biondo e con gli occhi azzurri( era davvero bello ma piuttosto stronzo):" questo coglione sarebbe mio fratello?" Mi vergognai subito dopo, il mio accompagnatore mi prese per il polso e ordinò subito di chiedere subito scusa, ma non lo feci.
Allora, infuriato, mi trascinò per il braccio, pronto a farmi uscire dalla porta. Ma la donna urlò:" Fermati Raffaele!" La guardò perplesso.
" la ragazza ci piace, odia farsi mettere i piedi in testa..è stata piuttosto maleducata, è vero, ma si è difesa da nostro figlio, che le ha detto cattiverie. Ha ragione."
Guardai Raffo con una faccia piuttosto compiaciuta e mi liberai dalla stretta.
" comunque, piacere siamo i coniugi Roberto Ballanzio e Stella Visigalli, di origine italiana."
Mi sorrisero, e notai l'apparecchio ai denti della signora, leggermente sporcato dal rossetto rosa corallo.
Passò un'ora giusto in tempo per firmare il certificato di adozione.
Quando finirono, Raffaele mi prese in braccio e mi salutò:" mi raccomando furfante, se questo regalo non ti piace, oppure hai bisogno di aiuto, puoi sempre chiamarmi.." E mi cacciò in tasca un foglietto di carta con scritto il suo numero. Gli baciai sulla guancia, stranamente mi stavo affezionando a quell'uomo, era a dir poco buonissimo.
Quando la macchina nera con gli interni in pelle si accese e fece la retro, una figura mi si avvicinò e mi sussurrò:" Ben venuta in casa Ballanzio stronzetta." I suoi occhi color cielo, ridenti, fulminarono i miei.
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Sono solo dettagli
Fanfiction“Siamo tutti artefici del nostro destino, ma spesso non ce ne rendiamo conto.”