il mio fratellastro

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...davanti me mi ritrovai

un ragazzo alto, e molto magro, aveva gli occhi scuri anche se la luce buia di fuori non mi permetteva di capirlo con certezza, e dei bellissimi ricci neri sui capelli

"c'è mio padre?" mi disse senza neanche salutarmi arrivando dritto al punto

"non so di cosa tu stia parlando, e tanto meno so chi sei" dissi con l'intento di chiudere la porta

"ma io so chi sei tu, Evelyn giusto?" rimasi scioccata, come faceva a sapere come mi chiamavo?

"si sono Evelyn, scusa ma tu chi sei e soprattutto, come fai a sapere il mio nome ?"

fece un sorrisetto e mi porse la mano "piacere Finn Wolfhard, tu invece Evelyn..."

"Evelyn Mitchell" dissi, e gli strinsi la mano abbassando lo sguardo, continuava a fissarmi negli occhi e non sapevo come comportarmi, quindi ci fu un po' di silenzio, ma poi ripresi

"ora posso sapere cosa ci fai qui?"

"se prima mi fai entrare si, sai mi sto stufando a stare qua fuori in piedi"

era davvero arrogante, e non mi fidavo nemmeno di lui, ma volevo sapere chi era senza esitazioni, quindi lo feci entrare e andò a sedersi sul divano come fosse casa sua

la luce del soggiorno rifletteva sul suo volto, e riuscii a guardarlo per bene, era veramente carino

ma troppo stronzo per i miei gusti, senza neanche conoscerlo l'avevo già capito dai suoi modi rozzi di fare

"cosa ci fai qui?" resta sempre quella la mia domanda

"bene..." disse prendendo le patatine "ho sempre vissuto con mia madre e mio padre in questa casa, finché i miei genitori non hanno divorziato e mia madre si è trasferita a Chicago, lasciandomi qua con mio padre, mi trovavo bene nonostante la lontananza di mia madre, sono sempre rimasto con i miei amici, però mio padre per motivi di lavoro a volta mi lasciava da solo a casa anche per un mese, e mi sono ritrovato diverse volte con i miei amici in situazioni difficili , allora mia madre arrabbiata per ciò che mi succedeva mi portò con se a chicago, ma io là stavo di merda, non avevo amici , mia madre è una persona molto protettiva, ma dopo anni che insisto mi ha fatto ritornare qua da mio padre, solo per venire a trovarlo, sia lui che i miei amici, ora che sono maggiorenne si fida di me e sa che non combino più guai come una volta, ma sicuramente un giorno ritornerò di nuovo a chicago con lei come prima e continuerò a vivere una vita di merda, e senza che continuo con questa storia del cazzo, già, Eric è mio padre"

ormai è da quando si trovava a metà nel raccontare questa storia che avevo già capito che era questo quello che voleva dirmi, ma ora ne ho la certezza

"quindi mi staresti dicendo che noi siamo..."

"fratellastri? diciamo di sì " disse completando la frase

ci fu un silenzio per diversi minuti ma poi realizzai il fatto che Eric non mi disse niente

"quindi Eric lo sapeva che saresti venuto?"

"si, e poi mi ha raccontato di te e tua madre anche, se a te non ha detto niente penso che sia stato per farti una sorpresa "

non sapevo se prendere questa sorpresa come una cosa positiva o negativa, ma quando sarebbe tornato sicuramente ne avrei parlato con lui

dopo quella dichiarazione da parte di finn rimasi a fissarlo mentre lui guardava il telefono mangiando le patatine

di una cosa ero certa, finn poteva anche avere modi rozzi di fare, ma era molto bello

"oh merda" disse a quel punto alzandosi di scatto

"devo andare o farò tardi"

"finn ma dove devi andare che ora sei arrivato?"

"devo incontrarmi con dei miei amici e sto facendo ritardo, cazzo" disse prendendo la sua giacca di fretta e furia

"ho capito che sei agitato ma cerca di stare calmo"

mi ignorò completamente e vidi un sacchetto cadere dalla sua giacca proprio vicino a me mentre se la metteva, e lui non se ne era accorto, raccolsi il sacchetto e guardai meglio

era droga

si girò con gli occhi spalancati prendendomi dalle mani il sacchetto senza dire una parola

"ah quindi ti droghi pure? ma che bravo fratello "

perse la pazienza e si voltò ad un centimetro dalla mia faccia

"non provare a dire niente a nessuno, hai capito? ne mio padre e ne mia madre sa che ho iniziato con questa roba, prova solo a dirglielo..." non seppe continuare la frase, ma so che voleva minacciarmi visto che mi puntava il dito contro

respiravo in modo affannato in quel momento, e mi diventarono gli occhi lucidi, vedendomi così dopo qualche secondo di silenzio si allontanò

chiuse la porta e senza rivolgermi neanche una parola se ne andò, lasciandomi sola

𝐛𝐫𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫𝐡𝐨𝐨𝐝 //𝐟𝐢𝐧𝐧 𝐰𝐨𝐥𝐟𝐡𝐚𝐫𝐝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora