III - Sguardi schivi e alberi di magnolia

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"Lan Zhan, sono tornato! Ti sono mancato?" Il rumore sordo che le ante in legno della finestra fecero sbattendo contro il muro sembrò rimbombare doppiamente nel silenzio della stanza, mentre la voce squillante si irradiava, spezzando l'atmosfera tranquilla che il luogo possedeva.
Un giovane ragazzo dal sorriso malandrino si arrampicò tra i rami dell'albero di magnolia in piena fioritura, sedendosi con le gambe a ciondoloni sul davanzale e facendo scorrere gli occhi vispi da una parte all'altra del padiglione della biblioteca.

In pochissimo tempo tutta la stanza si riempì dell'odore pungente che i fiori bianchi sprigionavano, e il ragazzo seduto alla scrivania intento a scrivere sentì quasi pizzicare il proprio naso per il forte profumo speziato.

"Oh Lan Zhan, so che ti sono mancato anche se non me lo dici." Ciondolò con i piedi nel vuoto, piegando la testa e guardandolo con occhi furbi "Altrimenti, prima, perché mi stavi guardando dalla finestra?"

Il ragazzo dai lunghissimi capelli neri si girò repentinamente nella sua direzione, fulminandolo con un'occhiataccia.

Wuxian alzò gli occhi al cielo, simulando un sospiro afflitto, nonostante il sorriso non avesse mai abbandonato le sue labbra. "Guardati, abbocchi solo dopo qualche frase. Sei scontato. Così non riuscirai a mantenere la tua compostezza"

Lan Zhan non si perse in altre parole, riportando gli occhi al foglio su cui stava lavorando.

"Tu, vattene."

"E se non me ne vado che farai, mi butterai giù?" Wuxian continuò a mordersi le labbra, non riuscendo a sfuggire dalla tentazione di provocare il ragazzo che aveva davanti.

Ma il mezzo sorriso malandrino che era spuntato sul suo viso era subito scomparso, dopo che il Lan gli aveva rivolto un'occhiata agghiacciante.

"Va bene va bene, la smetto..." Aggiunse il ragazzo frettolosamente, sventolando le mani davanti a sé come in senso di resa.
"Sono venuto qui per darti un regalino, lo vuoi?" Capitolò con un tono di voce petulante, improvvisamente dandosi una spinta e finendo col calpestare il pavimento in legno della stanza. La sua veste bianca rimase come per un attimo sospesa in aria, mentre si librava nell'atmosfera tranquilla e finiva per spezzarla definitivamente.

"No." Il mugugno secco di Lan Zhan arrivò perfettamente alle orecchie di Wuxian, eppure egli senza per tempo infilò due mani nelle maniche ampie della sua veste, pescandone due coniglietti paffutelli.

Li tenne per le orecchie mentre quelli cominciavano a scalpitare con le piccole zampine pelose, e un sorriso furbesco si faceva strada sul suo volto.

"In realtà questo posto è proprio strano... non ci sono fagiani, ma in compenso ci sono un sacco di conigli selvatici. Non hanno neanche paura della gente. Ti piacciono? Non sono paffuti? Li vuoi?" Parlò a vanvera, mentre intanto le due palline di pelo cicciottelle cercavano di arrampicarsi sul tessuto della sua veste.

Il Lan lo guardò con indifferenza. Sembrava un vecchio monaco in stato meditativo, con quella fascia che gli avvolgeva la fronte, quei due ciuffetti di capelli scuri che sfuggivano ordinatamente da quest'ultima e che cadevano sul suo petto, mentre il resto della cascata color pece era posta meticolosamente sulle spalle.
La caratteristica che però lo faceva sembrare più un monaco, secondo Wuxian, era quell'eterna espressione stoica e apatica che si dipingeva sugli occhi, come se non gli importasse nulla di quello che succedeva attorno a lui, quando in realtà era esattamente il contrario.

"No." Il profumo della magnolia sembrava entrare nella stanza concentrato in nuvole di odore aromatico, che finivano sempre per pizzicare il naso del ragazzo seduto davanti al basso tavolo in legno. Lan Zhan desiderò ardentemente chiudere fuori sia quella nube di prepotente aroma che si insinuava dispoticamente nelle sue narici sia quella fastidiosa voce che si ostinava a strepitare contro il religioso silenzio della stanza: stava cominciando ad avere mal di testa.

Il Sentiero Che Il Destino Ha Tracciato Per Noi || WangXianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora