Casa

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 La notte fu molto agitata per Kara. I suoi sogni riportavano pezzi della sua ex-vita. L'infanzia su Krypton, l'addio a sua madre quando era dovuta partire, l'arrivo sulla Terra, il lavoro come segretaria di Cat Grant alla CatCo World Wide Media, l'incidente aereo di sua sorella, Winn che le prepara il suo vestito, sua zia Astra, Monel e i Daxamiti, le Worldkiller, I figli della libertà, Lex e infine Crisi. L'evento che le aveva tolto tutto ciò che era.

Finalmente Kara si svegliò. Era sull'ex-letto di Lena. Ciò voleva dire che la giornata di ieri non era stata affatto un incubo, anzi era la cruda verità.

In quel momento si ricordò di Lena. Dov'era? Sul cuscino c'era ancora il profumo del suo shampoo. Neanche a farlo apposta la porta si aprì e lei entrò.

"Ho pensato che fosse troppo stanca questa mattina per poter lavorare quindi le ho rinviato tutti gli appuntamenti per domani, miss Zor-el"

"Lo sai che puoi smetterla di chiamarmi così, vero? Mi basta Kara"

"Certo, è solo che è troppo strano"

'Non dirlo a me' pensò Kara malinconica.

"Pensare a com'eri prima e confrontarlo a come sei cambiata adesso" si sedette sul letto "cambiata in senso buono, intendo"

"Ero tanto diversa prima?"

"Beh eri molto chiusa, ti occupavi solo di lavoro, come se non potessi pensare ad altro"

Kara soffocò una risata isterica, era esattamente come la sua Lena.

"Comunque se vuole le ho preparato la colazione" continuò la mora.

"Le ho preparato?" chiese la bionda ridendo.

"Scusi... scusa, è più forte di me"

Entrambe uscirono dalla stanza e andarono in cucina dove la colazione aveva un aspetto niente male. C'erano biscotti, cereali, fette biscottate, marmellate e tanto altro. Eppure Kara si sentiva strana. Aveva fame, ma non più come prima. Si rese conto anche di un'altra cosa: gli occhiali. Perché non erano sul suo naso? Tutto ciò non aveva senso. Non si sentiva più Super.

"Lena, io sono ancora una kryptoniana in questa realtà, vero?"

Lei evitò il suo sguardo.

"Lena, cos'è successo? Ti prego, dimmi tutto quello che mi riguarda."

La mora prese un bel respiro e iniziò. "Tu sei la cugina di Kal-el. Come lui anche tu vieni da Krypton e quindi anche tu avevi i poteri." si ferma un attimo "Però tu ti sei bloccata nella Zona Fantasma e sei arrivata la tua capsula non ha seguito la stessa traiettoria di quella di tuo cugino."

"Cosa? E perché?"

"A causa di Lex. Dopo la prima capsula kryptoniana ha costruito un dispositivo per poterle respingere. Ovviamente era troppo giovane per poterlo costruire e così invece che respingerla, attirò la tua navicella verso di lui, nella villa dei Luthor. Così i Luthor ti adottarono. La madre, però, Lillian, ti odiava per i tuoi poteri, quindi creò un siero per toglierteli.

In modo permanente"

Kara stava fissando un punto davanti a sé mentre ascoltava la storia. Una rabbia stava crescendo dentro di lei contro Lillian Luthor.

"E tu invece? Come hai fatto a essere adottata dai Danvers?" chiese la bionda, sperando che cambiando argomento, le passasse anche la voglia di commettere un omicidio.

"Per Alex. Voleva una sorella e, dato che tu ancora non arrivavi, Eliza e Jeremia hanno controllato nei vari orfanotrofi e hanno scelto me." spiegò Lena.

Questa volta Kara non riuscì a frenare una risata isterica. Non sapeva neanche lei perché, ma le sembrava che tutta quella storia fosse incredibilmente comica. L'altra la fissò senza capire.

"Scusa, ma è tutto così... ribaltato che in parte fa ridere"

"Davvero, com'era sulla tua Terra?"

La bionda decise di raccontare tutto ciò che era successo, tralasciando il fatto che avesse mentito per tre anni e che lo fosse venuta a sapere da Lex. Non voleva che la guardasse come aveva fatto nelle ultime due settimane. Finirono di mangiare e quando Lena si propose per farle fare un giro a National City, l'altra accettò. Passarono da Big Belly Burger, il DEO, l'appartamento di Alex e Kelly e infine la CatCo. Quando entrarono, Cat Grant salutò la mora "Lona!"

"Ehm, Lena" la corresse questa, prima di presentarle Kara. Quest'ultima fece un sorriso malinconico pensando a quando Cat confondeva il suo nome dicendo Kiera. Scoprì che Lena lavorava come sua segretaria personale prima di essere assunta alla Super-Corp quando Lex fu arrestato.

"SIGNORINA TESCHMACHER!!!" gridò la signora Grant e subito Eve entrò di corsa dalla porta dell'ufficio. Il capo le chiese di portare tre cappuccini. Mentre era via, Cat si lamentò con Lena per la sua assunzione.

"Forse non avrei dovuto lasciarti andare" disse guardando prima la mora e poi Kara "A quanto pare qualcuno ti ha preso al volo. Signorina Zor-el, non ho mai avuto il piacere di parlare con lei a quattrocchi. Ogni volta mi dicevano che era occupata"

Kara sorrise imbarazzata "Ehm... sì, sono stati tempi molto burrascosi dopo l'arresto di Lex e mi sono fatta seppellire dal lavoro" mentì.

"Lona, ti dispiace andare a vedere dove si è cacciata Eve? Non vorrei doverla aspettare anche dopo la pensione"

Lena acconsentì e uscì. Nell'ufficio rimasero solo Kara e Cat che chiuse la porta.

"Cos'è questa storia?" chiede quest'ultima.

"Quale storia?"

"Suvvia, io non ti conosco personalmente, ma sono abbastanza sicura che tu non sia la signorina Zor-el"

"Mi sta dando dell'impostora?"

"No, ma credo che tu non sia la nostra Kara Zor-el Luthor"

Kara capì che su tutte le Terre Cat Grant non si faceva ingannare facilmente.

"Allora?" richiese.

"Ha ragione, io in realtà sono Kara Zor-el Danvers. Vengo da Terra-38"

"Come mai sei qui?"

" Crisi, questo evento ha spazzato via tutto il Multiverso. Io, insieme a un gruppo di eroi, ho cercato di impedirlo. Purtroppo tutto le Terre sono state distrutte a parte questa."

"Mi dispiace che tu non possa più tornare a casa. Spero comunque che riuscirai ad ambientarti. La signorina Danvers credo che farà di tutto perché tu ti senta a casa"

A Kara suonava così strano che Lena venisse considerata una Danvers, ma soprattutto che fosse così simile a lei. In quel momento ritornarono Lena e Eve, che si scusò con la signora Grant per il ritardo. Dopo aver salutato le due bionde, le due ragazze andarono a pranzare fuori.

"Ti prego, dimmi che la signora Grant non ha fatto casini" disse la mora.

"Tranquilla" ridacchiò l'altra "Ha capito da sola che non ero Kara Zor-el Luthor e quindi le ho spiegato"

Entrambe presero una pizza. Mentre mangiavano, tutto sembrava essere ritornato alla normalità. Kara si era quasi dimenticata come fosse mangiare tranquilla con la sua migliore amica senza pensare a bugie, tradimenti, inganni. C'erano solo loro, loro e le due pizze fumanti che stavano arrivando. La bionda non poté che dare ragione alla signora Grant. Lena la faceva davvero sentire a casa in ogni Terra.

In another lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora