"Paris, dio mio, muovi il culo." sentii imprecare altre due volte dall'altra parte Luke.
"Sto arrivando, stai zitto." urlai.
Presi la borsa con i soldi e il telefono e iniziai a correre per le strade abbandonate di quella periferia.
Ma in che schifo vivo?
Nonostante sia mattina, qui non c'è mai nessuno oltre a quelle vecchiette che escono per fare la spesa.
Non c'è nulla per noi giovani, per questo io e i miei amici ci spostiamo sempre col treno.
Quasi ogni giorno usciamo e andiamo in centro, New York.Finalmente ero arrivata e iniziai a guardarmi intorno per trovare Lola e gli altri. Trovati.
"Eccomi." dissi con il fiatone.
"Bene, inizia a salire che ti ho fatto il biglietto." disse Luke spingendomi sul treno.
Urgh, Luke che mi comprava il biglietto? Ehi, Natale è vicino.
"Ma di solito non prendiamo questo treno." lasciai cadere la frase.
"Infatti non andiamo in centro." disse Ashton.
"Come scusa?" finsi di non aver capito.
"Andiamo nel Bronx."
porca puttana.
[...]
"Cosa cazzo ci facciamo qui?" chiesi strattonando il braccio alla mia amica.
"I ragazzi devono far un controllo sul loro giro, deve controllare e dire se possono continuarlo." mi spiega sussurrando, visto che eravamo arrivate, e che ci divideva solo un capannone da queste persone.
"Deve chi?" domandai sussurrando ancora.
"Questo poi lo capirai." disse.
Sentii la paura assalirmi non appena Calum stava per suonare, quando lo tirai indietro.
"Sei stupida per caso?" sussurrò arrabbiato.
"Ti prego, pensaci. Pensateci. - per poco non mi mettevo a piangere - togliete tutto da mezzo e andiamocene, così siamo tutti felici e contenti!" dissi cercando di farli ragionare.
"Sei seria? Non se ne parla, noi ci viviamo con i soldi che otteniamo con il giro." disse staccandosi dalla presa e facendomi quasi cadere. Non li avevo mai visti così decisi.
"Vi prego.." piagnucolai.
Bussò.
"Avanti." sentimmo e quasi rabbrividii per il tono freddo e gelido che quel qualcuno aveva usato.
Entrarono ma io decisi di starmene lì fuori, avevo davvero paura.
"Paris, entra." disse Ashton prendendomi per un braccio.
Entrai e l'attenzione ricadde su di me.
"Chi è lei?" sentii pronunciare dalla stessa voce che prima mi aveva quasi fatto rabbrividire.
Mi girai nella direzione in cui proveniva quella voce e per poco non mi strozzai con la mia saliva.
C'erano una quindicina o ventina di ragazzi, tutti davvero belli ma uno mi colpì. Semplicemente perché aveva un'aria da bastardo patentato.
Capelli biondo cenere, un cappellino con la visiera all'indietro e gli occhi color grano. Era.. bellino.
Rimasi a guardarlo, aveva una scia di tatuaggi lungo le braccia e alcuni sul collo. Era dannatamente sexy.Si alzò dalla scrivania e si mise difronte a me, appoggiato a quest'ultima.
"Come ti chiami, bambolina?" disse.
Sentii le guance andarmi a fuoco ma non lo diedi a vedere."Maya." mentii io. Non volevo dirgli il mio vero nome, mi faceva paura.
"E perché ti ha chiamata Paris?" domandò e notai quanto bene suonasse il mio nome detto da lui.
"Scherzava." risposi semplicemente.
Rise amaramente."Non mentirmi, bambolina." disse stuzzicandomi.
Cercai di mordermi la lingua per non rispondere, ma il mio orgoglio vinceva su tutto."Mento a chi voglio." sputai.
Si alzò e a lenti passi si avvicinò a me."Non a me." mi sussurrò all'orecchio con voce roca. Questo ragazzo era il sesso puro, e per quanto innocente io possa sembrare, mi fece fare dei viaggetti immaginari su di lui.
Detto questo si allontanò e continuò a parlare con gli altri, finché una frase detta da quel ragazzo mi attirò.
"Stasera vi voglio tutti al Bc's Clab.
E per tutti, intendo specialmente te, bambolina."
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You games? I game.
Fanfiction"E ti prego, resta. Resta quando sarò così acida che ti verrà da bestemmiare, o quando sarò nervosa. Anche se sono gelosa di tutte, tu dimmi di non esserlo perché sei solo mio. Dimmelo perché davvero, io ne ho bisogno. Dimmi che staremo sempre i...