"Perché se giochi tu, entro in gioco anche io, bambina."
Queste parole continuavano a rimbombare nelle orecchie della ragazza, impedendole di rispondere positivamente alla proposta.
Dopo quella frase del ragazzo, gli altri li raggiunsero per poi andarsene. La sera poi, arrivo una chiamata da parte di Lola dicendole che sarebbero partiti per Parigi.
La città che lei più amava in assoluto, da cui, era tratto il suo nome.
Avrebbe voluto dire di sì, ma non voleva afferrare le cose: però poi ci pensò.
Ne valeva la pena. Sì, ne valeva la pena.
Era sicura al 100% che dovevano andare lì per sbrigare alcuni affari, ma fece finta di nulla e accettò.Sì, aveva accettato.
Forse perché aveva sempre visto quella città in cartoline.
Oppure, perché voleva stare con justin. Proprio perché forse le piaceva o almeno, attirava.
Era ancora tutto un dubbio, troppi forse e nessun punto.
Paris era così, non sapeva prendere una decisione da sola senza avere le idee confuse.
Si odiava. Sì, Paris si odiava per il fatto di essere terribilmente insicura e timida.
Si odiava perché in questo campo era totalmente inesperta, da quando era venuto quel ragazzo non aveva capito più nulla.
Il cervello era andato a puttane.
"No Paris, non puoi mettere in valigia sono i maglioni." Sbuffò l'amica, che la guardava divertita mentre continuava a ridere pensando alla reazione della madre che aveva avuto mentre aveva visto sua figlia con i capelli viola.
Paris ritornò seria. Sembrava quasi triste ora.
"Dici che devo portare anche qualche abito?" Le domandò mordendosi il labbro.
"Assolutamente. - si affrettò a dire l'amica indicando la sua valigia che era nella stanza della ragazza dai capelli di una fata, - anche io li ho messi." Concluse.
[...]
"Quindi non tornerai con i capelli verdi, vero?" Disse preoccupata la mamma abbracciando la figlia il cui si trovava all'aeroporto con gli amici.
Ridacchiò teneramente.
"No mamma, prometto." Disse abbracciandola. Le voleva davvero bene.
"Mi fido allora." Disse facendole l'occhiolino.
'Il volo per Parigi è tra cinque minuti, il viaggiatori sono pregati di salire.'
Paris fece un sospiro.
"Devo andare, mamma." Le disse la ragazza abbracciandola di nuovo.
"Buon viaggio!" Disse per poi scomparire tra le persone, il che fece quasi piangere Paris.
Gli aeroporti e le stazioni le facevano quest'effetto.
C'era gente che doveva partire, per poi tornare chissà quando dalla propria famiglia, e gente che dopo anni e anni finalmente aveva distrutto la distanza.
Non sapeva a cosa andava in contro Paris andando nella città che avrebbe sempre sognato di visitare, no. Non lo sapeva.
In realtà non sapeva nemmeno quando sarebbero tornati, ma con lei c'erano gli amici e la cosa la fece un po' tranquillizzare.
Si girò verso gli amici sorridendo flebilmente.
"Andiamo."
"Gli altri?" Domandò.
"Sono già in aereo, vieni, dammi la valigia." Disse Ashton.
Salirono le scale di ferro per poi entrare definitivamente in aereo.
La ragazza si guardò in po' intorno e notò che si stava abbastanza caldi, e che i sedili sembravano particolarmente morbidi.'Deve essere di prima classe', pensò a ragazza.
E, mentre continuava a guardarsi in torno, notò anche che l'aereo non era affatto affollato, anzi.
Era enorme e c'erano tre o quattro persone, al di fuori di loro.
Questa volta però, non voleva notare più i minimi dettagli, bensì voleva cercare qualcuno con lo sguardo.
E lo vide.
Lo vide più bello che mai, mentre rideva e scherzava con Calum e Luke.
Era.. Bello.
Non sapeva che la sua bellezza l'avrebbe uccisa lentamente.
Ma d'altronde, chi poteva immaginarlo?"Cammini?" Le domandò ironicamente ridendo, facendo catturare l'attenzione di Justin, che cadde immediatamente su Paris.
La scrutava attentamente, partendo dal basso.
Aveva dei jeans che le fasciava le belle gambe che aveva e il suo adorabile culo. Quello che sognava di toccare dalla prima volta che l'aveva vista. Indossava anche una canottiera bianca, e una felpa nera larghissima. Rise mentalmente.
Chi sano di mente metterebbe una canotta a quasi Dicembre?
Lei aveva qualcosa che le altre non avevano. Lei aveva classe, seppur indossava un semplice jeans.Si alzò dal suo posto, e andò da Paris, che non aveva mai smesso di guardarlo.
"Ciao, bambolina." Le disse sfiorandole un fianco, e facendo sentire Ashton di troppo.
"Ehm, io vado" disse ridacchiando nervosamente, ringraziandolo mentalmente la ragazza.
"Ti stanno davvero bene." Disse justin attorcigliando una sua ciocca azzurra al suo dito.
"Uh-uhm, grazie." Balbettò la ragazza iniziando a fremere per quel contatto.
"Vieni." Disse prendendola per mano e potandola a due posti poco più indietro di dove si trovavano i loro amici.
'La gentile clientela è pregata di allacciarsi la cintura per il futuro decollo.'
Si sedettero e lui posò una mano sulla gamba della ragazza, facendole mordere violentemente il labbro.
"Non farlo." Mormorò il ragazzo freddo. Era un'ordine.
La ragazza si girò completamente verso di lui, confusa.
"Lo stai rifacendo." Le fece notare.
Il problema era che lei non sapeva a cosa si stesse riferendo."Ti stai mordendo il labbro, e vorrei davvero farlo io." Disse facendo cadere per poco la mascella della ragazza fino a terra.
Fece una risata maliziosa.
Paris si agitò nervosamente sul suo posto, per poi ricomporsi.
"Fallo, allora." Le parole mormorate così a bassa voce uscirono automaticamente dalle labbra della ragazza.
Cosa che fece eccitare ancora di più il ragazzo.Non se lo fece ripetere due volte comunque, che si scagliò contro la ragazza, facendola scontrare contro i confini dell'aereo e facendo scontrare - casualmente - le loro intimità.
Il biondo senza pensarci due volte, si lanciò sulle labbra della ragazza, dando inizio ad un bacio violento.
Paris non rispondeva alle sue azioni, ma sapeva perfettamente che pure se fosse stata lucida, lo avrebbe fatto.
Justin aveva bisogno di maggior contatto, contatto fisico.
Desiderava far sesso con quella ragazza dalla prima volta che l'aveva vista.Lei era totalmente diversa dalle altre ragazze con cui aveva avuto a che fare.
Anche se una sua relazione non era durata più di una notte e dodici ore.Forse era il suo essere così innocente e timida che faceva eccitare estremamente il ragazzo.
Sì, era proprio quello.
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AAAA.
Sono riuscita finalmente ad aggiornare e quindi amatemi.
Scherzi a parte, sono davvero dispiaciuta per aver tardato così tanto.
Mi farò perdonare iniziando a scrivere o nuovi capitoli e aggiornando in fretta con il prossimo capitolo.
Lo giuro.COMUNQUE.
Ho iniziato una sua ff su Luke Hemmings e i 5sos, ma non l'ho pubblicata perché può darsi che io cambi idea e che cancellerò la ff.
Ad ogni modo, quando sarò davvero sicura di iniziare una nuova ff, lo scriverò qui.
Baci, Xx.©
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You games? I game.
Fanfiction"E ti prego, resta. Resta quando sarò così acida che ti verrà da bestemmiare, o quando sarò nervosa. Anche se sono gelosa di tutte, tu dimmi di non esserlo perché sei solo mio. Dimmelo perché davvero, io ne ho bisogno. Dimmi che staremo sempre i...