Capitolo 2

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C'è una ragazza dai lunghi capelli biondi seduta sulla riva di un lago intenta ad osservare le colline verdeggianti che sembrano danzare per via degli alberi scossi dal vento.
Ha in mano un libro che fino a pochi momenti prima rapiva la sua attenzione, ma la bellezza di quel panorama al tramonto era molto più interessante di qualsiasi finale romantico potessero nascondere quelle pagine.
Era persa nei suoi pensieri e si chiedeva se mai lei avesse trovato una persona che la amasse come i protagonisti di quella storia raccontavano. Ma alla fine era solo un libro, non la vita reale. Non esistono amori così belli, pieni di felicità e senza alcuna sfaccettatura negativa. O forse sì? Non sapeva la risposta, ma una cosa era certa, da li a poco l'avrebbe scoperto.
Lasciò scivolare il libro sul prato e ritrasse le gambe verso il petto.  Ad un tratto sentì dei passi andare verso di lei. Erano lenti, si sentivano appena, ma lei aveva sempre avuto un udito impeccabile. Si girò di scatto e si trovò a scrutare delle scarpe di cuoio marrone scuro, un paio di pantaloni beige. Salendo notò una maglietta bianca, un po' larga per la persona che aveva davanti, e, infine, vide forse il sorriso più bello che avesse mai visto in vita sua seguito la un paio di occhi castani e dei capelli scuri, molto folti.
Il ragazzo, prima intento ad osservare il confine di quello spettacolo, fece scivolare gli occhi sul viso pallido della ragazza. La guardò, sempre sorridendo, e con un filo di voce disse: "Ciao Elena".

Si sveglia di soprassalto, gli occhi umidi e il letto completamente fradicio di sudore. Guarda l'orologio. Sono le 07:30.
Meglio alzarsi.
Scende dal letto, mette le ciabatte e si dirige verso il bagno per farsi una bella doccia fresca. Uscita da là, già vestita e con un trucco molto leggero, tolse le coperte dal letto e le mise a lavare.
Scese in cucina e dopo aver preso una tazza di thè si sedette su una sedia e, guardando il vuoto, pensò a quel sogno che non riusciva neanche a definire.
Era bello? Triste? Felice? Beh, sicuramente era un ricordo e forse gli si potevano attribuire tutte queste caratteristiche, anche se la vera domanda era "perché?".
In questi anni non aveva mai sognato Alberto. Le era rimasta solo una fotografia di quel ragazzo alto e bello come pochi, eppure il suo volto ormai si vedeva un po' sfocato, come nella mente della donna d'altronde ma, nonostante ciò, in quel sogno era talmente reale che si sentì proiettata di colpo a quel momento avvenuto ben 49 anni  prima, quando lei ne aveva soltanto 17.
Era un po' scettica sull'amore allora, ma ogni volta che vedeva quello che in realtà si mostrava giornalmente come il suo "migliore amico" si risvegliavano in lei emozioni che neanche la miglior scrittrice del mondo avrebbe saputo esprimere.

Con gli occhi un po' lucidi, e dopo aver finito anche l'ultimo sorso della sua bevanda calda, posò dentro il lavandino la tazza e si mise a sedere sulla poltrona. Così, nell'attesa che i suoi nipotini suonassero il campanello, prese i ferri e continuò le sciarpe che stava preparando per loro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2020 ⏰

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