The Beginning

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27 Marzo, 2010
Holmes Chapel
4:00 AM
Il sole ancora timido si faceva spazio nell'orizzonte, sfumando il cielo in deliziosi colori. Il blu intenso della notte scompariva, lasciando spazio al viola chiaro che si mischiava con un delicato color pesca. Le stelle tanto luminose facevano posto alla principale, più grande, più luminosa, più calda.

Homes Chapel stava ancora dormendo beata, accarezzata dall'alba e dalla leggera brezza primaverile. I ciliegi fiorivano con i loro fiori di un rosa delicato e gli uccellini cinguettavano, dando il buongiorno alle poche persone sveglie.

Una di quelle era Anne Twist, una donna di mezza età con due figli e un marito che la amava. Era preoccupata, tanto preoccupata e quella notte non aveva chiuso occhio. Preoccupata per il suo bambino, per il suo Harry che oggi sarebbe dovuto andare a Londra per quella fatidica audizione ad X-Factor.

Il suo sogno.

Si ricorda quella sera quando tornò a casa così felice dopo una serata passata a suonare e la implorò di fargli fare quel provino. I capelli ricci arruffati e quei enormi occhioni.

Aveva solo 16 anni. Era solo un bambino, ma come poteva dirgli di no? Come poteva dirgli di no quando quel verde speranza ardeva di desiderio? Chi è lei per negare al suo bambino di volare? Così dedicato, amante della musica, innocente e con tanti sogni? Non dubitava del suo talento, ma aveva tanta paura che i giudici severi
spezzassero il cuore del suo amore. Homes Chapel stava diventando troppo stretta per lui e lei lo aveva capito. Non volveva capirlo ma lo ha capito.

E così adesso era di fronte camera sua per svegliarlo. Non poté non osservare quel viso bambino per qualche secondo. Capelli color cioccolato caldo sparsi per il cuscino, morbidi e ricci, le labbra rosse socchiuse, il viso pallido, le ciglia tremanti e il respiro profondo. Così dolce e innocente. Si avvicinò lentamente al letto mettendosi in ginocchio e scosse piano la spalla.

"Harry? Harry, su svegliati," mormorò al suo orecchio. La risposta del ragazzo fu un mugugno e un sospiro.

"Harry dai," continuò accarezzandogli i capelli.

"Non ci voglio andare in panetteria oggi," Anne rise per la risposta del bambino che continuava a dormire beato avvolgendosi nella soffice coperta.

"Ah, allora chiamerò a Simon Cowell e gli dirò che oggi Harry Styles non ha voglia di alzarsi per fare questa audizione" disse in tono sarcastico.

Harry spalancò gli occhi verdi. Un mix di emozioni sulla sua faccia. Confusione, paura e...

"L'audizione!" esclamò nel panico più completo saltando fuori dal letto e inciampando nella coperta, per poi cadere come un prosciutto ai piedi della madre.

"Cavolo!"

"Harry! Fai attenzione! Vestiti e stai attento, vado a preparare la colazione" rise uscendo dalla stanza. "Così impacciato" pensò sorridendo.

Il ragazzo rimasto da solo nella stanza si sedette sul letto strofinando con i pugni delle mani gli occhi ancora assonnati. "È oggi..." pensò. L'ansia si faceva sentire, come un pesante nodo allo stomaco che sembrava volesse trascinarlo giù, sotto terra. Ma quell'ansia gli piaceva, era in qualche modo piacevole, perché sapeva che a prescindere da come sarebbero andate le cose, salire su quel palco sarebbe stato un momento di crescita, e Harry non vedeva l'ora. Quell'ansia sarebbe stata ripagata e questo pensiero gli scaldava il cuore. Si alzò lentamente dal letto avvicinandosi ai vestiti preparati da due giorni. Una T-Shirt bianca, i suoi jeans color fango e un cardigan grigio. Mise i suoi bracciali preferiti senza i quali non usciva di casa, e una fascia grigia sull'altro polso. Ci teneva a fare buona impressione. "Sono un disastro," pensò guardando i suoi capelli allo specchio. Un cespuglio riccio, impossibile da sistemare. "Mi danno un'aria artistica" pensò e sorrise al suo riflesso. Due adorabili fossette si formarono sulle sue guance. Era adorabile. Scese velocemente le scale andando verso la cucina dove i suoi genitori e Gemma stavano cominciando a fare colazione. Un delizioso odore di pancakes e bacon mischiato al caffè invase le sue narici.

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