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C'era la luna.
Quella luna che era sempre piaciuta tanto ai due ragazzi, che sin da quando erano piccoli passavano le serate a guardarla.

Che fosse in estate, in spiaggia, o d'inverno, dalla finestra delle loro case, capitava spessissimo che i due si trovassero a guardare la luna.

E anche stavolta, non era da meno.
Oikawa seduto sul marciapiede fuori dal locale, e Iwaizumi nella macchina, con il motore finalmente spento.

Due dei quattro ragazzi oltre a loro non erano ancora arrivati, e i due che già erano lì, Hanamaki e Kindaichi, stavano fumando in pace appoggiati a un muro.

Una scena tranquilla, come se ne vedono tante, ma che di tranquillo non aveva proprio niente.

Quando l'attesa terminò, e tutti i ragazzi furono riuniti, decisero di procedere.
Il moro accese il motore, Shittykawa tornò in macchina insieme a Kunimi e il ragazzo-cipollotto, mentre gli altri due forzavano la porta.

Quella era una piccola banca di periferia, non era particolarmente sorvegliata ma nemmeno c'era da andarci leggeri.

Quei ragazzi -purtroppo oserei dire- sapevano dove mettere le mani, e di sicuro non erano principianti.

Matsukawa rimosse la mano dalla serratura mentre il ragazzo dai capelli indefinibili si apprestava ad aprirla.

Entrarono furtivamente, senza però paura delle telecamere, alle quali aveva già pensato Kunimi.

Come allenamento quella banca era l'ideale.
Non era troppo difficile entrare, ma non era nemmeno un gioco da ragazzi.

Ma loro, loro nemmeno erano degli idioti.
Su Bakakawa avrei ancora qualche dubbio, ma per il resto non c'era da temere.

I due si avvicinarono velocemente alla cassaforte che copriva quasi tutta una parete, e velocemente Kindaichi la sbloccò dal suo telefono, restando in macchina.

‹Makkiii...›
Hanamaki si girò infastidito verso il ragazzo al suo fianco.

‹Cosa cazzo vuoi, sei cieco?›
Stava alludendo alla cassaforte su cui era concentrato, e dalla quale Matsukawa lo aveva appena distratto.

‹Mi è sembrato di vedere delle luc-›
‹Stai zitto Mattsun, per l'amor del cielo›
Il moro si zittì confuso, continuando a cercare con lo sguardo possibili allerte.

‹Ce l'ho fatta!›
Makki estrasse dalla cassaforte un piccolo pacchetto e se lo mise in tasca, poi tirò fuori una busta e iniziò a infilarci dentro soldi a caso con l'aiuto dell'amico.

Tornarono alla porta, e Mattsun incise sullo stipite un segno, "M&M", prima di scappare in macchina dagli altri quattro.

Tooru era stato più di compagnia che di altro, e nel vedere i due tornare sani e salvi giro con un sospiro di sollievo mentre Hajime ingranava per partire.

E lui doveva un po' ammetterlo, la compagnia di Shttykawa in quel caso gli aveva fatto piacere.
Non aveva neanche paura di sembrare troppo diretto o di dirgli qualcosa che avrebbe potuto far Capire all'altro i suoi sentimenti.
Sapeva che l'unica cosa che Tooru aveva di etero erano i genitori.

Quindi, lasciati i quattro davanti alle rispettive case, Bakakawa e il moro tornarono nella loro abitazione.
Erano un paio di anni che vivevano insieme, dai tempi del liceo, quando entrambe le madri dei due ragazzi furono uccise.

Oikawa aveva bisogno di Iwaizumi come Hajime aveva bisogno di Tooru.
Vivevano praticamente in simbiosi, e una vita senza l'altro nessuno dei due l'avrebbe sopportata.

Però, probabilmente, quella era una vita destinata all'amicizia, nulla di più.

SPAZIO FLATTYKAWA

NIHAOOO
Vi rompo le palle anche la notte 👁️👄👁️🧚
Si wow sto capitolo non mi fa venire il cancro
Niente ciao
SCOPIAZZERÒ UN CASINO DI ROBA DA GIVEN COFF COFF COFF

Darkness~IwaOiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora