Capitolo 6

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Erano le nove del mattino e la luce del sole trapassava con violenza la grande finestra.
Il più grande era ancora in mezzo ai sogni sdraiato sul letto, a differenza sua, il più piccolo era sceso al piano di sotto a fare colazione con Tobbi.

Stre Pov:
S: “E se andassimo a fare una passeggiata in città?
...
...
...
Beh chi tace acconsente”
Era la prima volta che portavo fuori un cagnolino, avevo paura di mollare per sbaglio la presa facendolo scappare ma ero sicuro di quello che stavo facendo; volevo portarlo in un bar vicino casa di Cico, la sua villetta era posta davanti ad una stradina che portava in centro, il bar era apposito per gli animali dove potevano giocare insieme.
Arrivammo in una quindicina di minuti, il locale era pieno di persone con più di un animale per uno, ero l'unico con un cagnolino soltanto al guinzaglio.
S: “Buongiorno”
B: “Quanti animali ha con sé e nome grazie” chiese la barista scrivendo qualcosa sul computer, con un'aria notevolmente scocciata.
S: “Ne ho uno, Federico”
B: “Cosa ordina?”
S: “Questo qui perfavore” rispose indicando il tabellone con sopra il cibo che desiderava.
B: “Ecco a lei! Può accomodarsi di là con gli altri clienti”
C'era una musica rilassante come sottofondo, era un bel posto.
C'erano tanti ragazzi e tante ragazze con i propri animali che giocavano insieme ad altri.
Lasciai Tobbi e riposi il guinzaglio con il rispettivo collare in tasca; Tobbi corse a giocare con altri cani mentre io, ero seduto su un divanetto dell'entrata ad aspettare che il nostro turno finisse.
B: "Federico?"
S: "Oh sì eccomi!"
B: "Il vostro turno è finito, ti ringraziamo"
S: "Grazie a lei"
Io e Tobbi uscimmo da quel bar e, ripensando a tutto quello che era successo ieri sera, decisi di andare al fioraio accanto a casa nostra.
Presi delle rose rosse proprio come i suoi capelli, i suoi bellissimi capelli.

Cico Pov:
Mi svegliai con il frastuono delle macchine per strada.
C: “Tobbi? Dove sei?” sussurrò ancora assonnato.
Nessuna risposta.
C: “Stre? Stre dove sei?!”
Nessuna risposta.
Iniziai a preoccuparmi così mi vestii in fretta e furia prendendo una felpa e un paio di jeans messi alla rinfusa, e scesi al piano di sotto per prendere le chiavi della macchina.
C: “Ma dove sono finiti..”
Mentre mi mettevo le scarpe mi scese una lacrima, un ragazzo così fragile con Tobbi non potevano fare molto se si sarebbero ritrovati davanti quel ragazzo della sera prima.
Quel ragazzo era sospetto, era come una sagoma oscura che si nasconde in mezzo alle tenebre e solo, quando arriva la notte come in quel caso, si faceva vedere.
Ma proprio mentre stavo aprendo la porta di casa..
C: “STRE! TOBBI!” urlò Cico felice che i due stiano bene.
S: “Cico scusa se non ti ho avvertito ma ho portato Tobbi a fare una passeggiata, te dormivi ancora e non volevo svegliarti, sennò ti disturbavo” rispose il più piccolo accompagnando una risata ed entrando in casa.
C: “Disturbare? Te?”
Il rosso chiuse la porta di casa e prese il viola in braccio appoggiando, ancora una volta, le sue spalle al muro freddo.
S: "S-sì, avevo paura di disturbarti.."
Strecatto non smetteva di sorridere, come non poteva sorridere in quel momento? Aveva tutto.
Un ragazzo che lo amava, e per lui era tutto ciò di cui aveva bisogno.
C: “Non disturbi mai piccolo” rispose il più grande baciando le labbra dell'altro.
Era bellissima quella sensazione.
Riuscivo a sentire il suo respiro caldo sul mio collo.
S: “Cosa facciamo stamattina?” chiese il più basso mantenendo il contatto con il corpo del più alto.
Feci scendere Stre dalle mie braccia per poi dirigersi in camera mia.
C: "Vuoi andare nel nuovo centro commercia-"
S: "SIIIIII"
Vederlo felice anche per i piccoli gesti che gli facevo, mi faceva stare bene.
C: "Allora vestiamoci"

Il più alto si iniziò a togliere la felpa per indossarne una nuova, subito dopo si sganciò i pantaloni e tutto questo davanti al più piccolo senza pudore.
Stre era immobilizzato, era spaventato.
Odiava l'idea di spogliarsi davanti a qualcuno, soprattutto se era la persona amata.
Odiava togliersi anche solo una semplice maglietta, il perché?
Dietro la schiena e sul petto aveva dei graffi rossi, fatti con cattiveria e disprezzo verso il corpo del violetto.
Dietro a quei graffi c'era una storia ma non voleva dirlo a Cico, non ancora.
Il rosso se ne stette zitto ma, lanciando uno sguardo addolcito verso il suo ragazzo, come per dire: ‘Io ti amo lo stesso, qualunque fisico tu abbia’.
Ma la verità è che Cico non sapeva il reale motivo per cui Strecatto non si spogliasse tranquillamente, d'altronde ormai erano fidanzati.
S: “Vado in bagno a cambiarmi” disse in punto in bianco, pronto per sprofondare nelle lacrime.
Il più grande si avvicinò con fare serio davanti al più piccolo per dire:
C: “Se c'è qualcosa che non va dimmelo piccolo” rispose preoccupato il rosso.
S: “N-no è solo c-che..”
Tremava.
Tremava solo al ricordo di quei momenti, ovvero, degli attimi in cui la sua pelle era stata marchiata da quei graffi rossi, forse, a vita.
C: “Tranquillo, non devi dare spiegazione a niente, vai in bagno e quando hai fatto io ci sarò.”
Tutto ad un tratto non tremava più.
Era incredibile come Stre trovasse conforto nelle parole di Cico, era incredibile come quest'ultimo riusciva a fargli spuntare un grandissimo sorriso sul viso anche quando, voleva solo sprofondare, come in quel caso.
Il violetto indossò una felpa grigia, sempre del rosso, un paio di jeans neri strappati e scarpe Nike.
C: “Sei pronto?” domandò il più alto bussando alla porta del bagno.
S: “Eccomi”

Quando vidi Strecatto il mio cuore perse un battito; gli stava bene ogni cosa addosso.
S: “Oggi mi piacciono abbastanza..” disse, riferendosi ai vestiti.
C: “A me te piaci sempre invece.”
Il più alto sorrise e in contemporanea a lui anche il più basso.
Volevo abbracciarlo, ma mi precedette.
Sistemò il suo ciuffo viola, che a momenti diventava del tutto lilla, si alzò in punta di piedi per arrivare alle mie labbra e le sue guance si tinsero di un leggero rosso, proprio come le mie.
Mi faceva impazzire la sua semplicità.
Dopo pochi secondi azzerai le distanze prendendolo in braccio, come un bambino.
S: “Dove eri tutto questo tempo?”
Il rosso strinse ancora di più il viola al suo petto, procurando un mormorio all'altro.
C: “Ti amo”
S: “Non desidero nient'altro che te”
C: “Neanche io piccolo..”
Cico fece scendere lentamente Strecatto dalle sue braccia per poi baciarlo sulla fronte.

heihei
oggi capitolo abbastanza corto (cosa non da me) but dal prossimo capitolo la storia inizierà a prendere forma, spero che questo capitolo vi sia piaciuto lo stesso <3

&quot;Chi sei?&quot; -Strecico♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora