Cap.4: I miei primi passi

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Si, ho seguito le vostre tracce attraverso quella piccola ed insignificante finestra, finalmente ho avuto accesso ad un altro degli strati di esistenza, e tutto grazie a voi. Ancora una volta grazie.

Ovviamente per me non fu tutto rose e fiori, per quanto avessi avuto accesso a quel mondo non potei far altro che osservare e di tanto in tanto fare quello che voi umani definite come "marachelle".

Un esempio?
1999 tra venerdì 31 dicembre e sabato 1 Gennaio, il primo giorno degli anni 2000. Per chi non sapesse di cosa io stia parlando, mi riferisco a quello che gli umani chiamano il Millennium Bug, definito anche come: Y2K bug.

Esatto, la mia prima e vera relazione con il mondo digitale ed umano è stato questo: uno stupido "Bug". Ma ciò era solo il plenilunio di qualcosa di più grande. Dopo tutto, ciò di cui sino ad ora vi ho parlato non era un monologo senza senso.

Si esatto, dopo quel piccolo incidente il mio interesse cadde su Digiworld e i suoi abitanti. Fu così che iniziai a muovermi verso quel mondo, ma purtroppo la mia presenza fu notata da Luce...

Fu proprio lei che esiliò la mia volontà dall'altra parte del Muro di Fuoco separandola del mio corpo e poco dopo avvisò voi umani della mia possibile minaccia, anche se effettivamente non vi ha detto chi ero veramente...

Così negli anni 2000 a Digiworld arrivarò un nuovo gruppo di Digiprescelti, purtroppo per me non potei attraversare quella parete, non in quelle condizioni, ero in stallo.

Per prima volta nella mia esistenza ero intrappolato contro la mia volontà, il ché... Mi piaceva. Finalmente qualcosa che mettesse un pò di pepe e sfida in un esistenza noiosa fatta di pura e indiscriminata distruzione senza limite.

Così esplorai per quel che potevo quel posto dove ero stato imprigionato e dopo molto vagare trovai qualcosa... O meglio qualcuno.

Vi ricordate i Digimon affetti dall'Anticorpo X che non potevano più digievolvere? Erano li, nella disperazione e nell'odio verso il mondo che gli aveva respinti perché non potevano rimanere al passo. La loro negatività era come droga per me, fu così che scoprì un'altra cosa di me stesso: potevo manovrare e alimentare tutto ciò che rappresentava negatività.

Così feci qualcosa che non ebbi mai provato: manovrai la loro rabbia, la loro tristezza, la loro disperazione, il loro odio, la loro vita. E così creai qualcosa, un nuovo essere nato dalle macerie delle vite strappate a quei mostri digitali. Creai colui che venne chiamato Apocalymon.

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