Dancer 💚

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24/04/1978, Parigi;

Isabelle's P.O.V (Point Of View);

Quella sera eravamo tutte agitate e nessuna di noi riusciva a stare calma oppure ferma; da quando avevo iniziato a lavorare nello strip club Bonne Nuit non avevo mai visto le mie colleghe agitate come quel giorno: il nostro capo Jean ci aveva avvertite che sarebbero venuti degli ospiti importanti e che avremmo dovuto trattarli con i guanti per due motivi: erano molto famosi, e sarebbero venuti a festeggiare la riuscita del loro concerto di quella sera, e ci avrebbero dovute ricoprire di soldi. <<Isa sei agitata?>> Io annuii e, senza più prestare attenzione alla mia collega, ripresi a ritoccarmi il rossetto rosso fuoco che si intonava perfettamente al completino striminzito che la costumista del club mi aveva costretta ad indossare. <<Sono arrivati! Ragazze ricordatevi: dovete essere gentili e amorevoli; dovete fare in modo che spendano molti soldi.>> Tutte noi annuimmo e, dopo esserci guardate un'ultima volta allo specchio, uscimmo dal nostro minuscolo camerino dirigendoci verso la sala principale del locale. La prima cosa che vidi quando misi piede fuori dal piccolo cubicolo, che noi chiamavamo camerino, fu la vastità di uomini che stavano sbavando sotto al palco mentre una ballerina si stava esibendo sensualmente sul palco. Ad un certo punto vidi quattro ragazzi entrare dall'entrata di servizio e mi mancò il fiato per qualche secondo: il gruppo di musicisti che sarebbe venuto da noi quella sera era niente meno che i Queen. 

John's P.O.V (Point Of View);

Non appena io e i ragazzi fummo entrati nello squallido strip club più noto di Parigi iniziai a guardarmi intorno: sulla destra c'era un enorme palco con diversi pali e diverse ballerine mezze nude che stavano ballando, sotto al palco cerano diverse sedie e poltrone quasi completamente occupate da diversi uomini d'affari impegnati a fischiare e ad urlare cose sconce alle ballerine; di fronte a me c'era il grande bancone del bar in stile anni '50 che mi face apprezzare leggermente di più l'ambiente. Vicino al grande bancone c'era una piccola porta di servizio che intuii essere l'entrata del camerino delle ballerine e, poco lontano dall'entrata principale, c'era una rampa di scale che, probabilmente, portava ai privé. <<John non fare quella faccia, siamo qui per divertici... Ce lo meritiamo.>> Io annuii e, senza pensarci due volte, seguii Freddie e Brian verso il bancone del bar. <<Salve signori e benvenuti da Bonne Nuit, cosa volete ordinare?>> <<Tre bicchieri di vodka liscia grazie tesoro.>> La barista annuì e, mentre era intenta a preparare i nostri cocktail, la osservai: aveva dei lunghi capelli biondi che le ricadevano morbidamente sulla schiena, indossava una maglietta corta, e aderente, completamente trasparente che lasciava in bella vista il suo seno prosperoso, indossava anche una gonna molto corta, ed aderente, in pelle che metteva in risalto il suo sedere sodo; la vista del didietro di quella ragazza mi fece venire in mente diversi pensieri poco casti che, in teoria, non avrei dovuto avere dato che ero sposato e avevo un figlio appena nato ed una bellissima moglie  che mi stavano aspettando a casa. <<John perché hai quella faccia? Non stai neanche bevendo.>> Io scossi la testa e presi un lungo sorso dal mio bicchiere facendo contento Brian. <<Non lo so, non mi piace questo posto... Non mi sembra che le ragazze che lavorano qui siano trattate bene.>> Freddie scosse la testa e con due lunghi sorsi finì il suo bicchiere di vodka sorridendo. <<Smettila di farti paranoie inutili! Deacy siamo in uno strip club, siamo in tour e siamo circondati da alcool e belle donne... Cosa vuoi di più dalla vita?>> Io annuii e sorrisi falsamente al mio amico per poi finire quello che era rimasto nel mio bicchiere ed alzarmi dirigendomi verso una delle poltrone per godermi lo spettacolo che delle bellissime ballerine stavano mettendo in scena sul palco. 

Isabelle's P.O.V (Point Of View);

Mi diressi velocemente verso il bancone del bar e, senza farmi vedere, chiesi alla barista uno shot di qualsiasi liquore; non era la prima volta che delle persone famose venivano nel nostro locale ma, quella volta, ero più agitata del solito dato che i Queen erano, da diversi anni,  la mia band preferita e li ammiravo molto. Dopo aver ringraziato la mia amica iniziai a guardarmi intorno e notai che due ragazze stavano portando il batterista, Roger, al piano superiore mentre il cantante, Freddie, e il chitarrista, Brian, erano seduti su due divanetti con una ragazza ad entrambi i loro lati. Scossi la testa e ripresi a guardarmi intorno in cerca del bassista, John, e dopo qualche decina di secondi lo vidi seduto su una poltrona mentre guardava la ballerina che si stava esibendo sul palco di fronte a lui. Mi sistemai un'ultima volta i capelli e, dopo aver fatto un respiro profondo, mi diressi verso il bassista. Quando lo raggiunsi gli accarezzai le spalle e gli sorrisi sensualmente sperando che apprezzasse ciò che stava vedendo. <<Buona sera, la disturbo?>> John spostò la sua attenzione dal palco al mio volto e rimase a bocca aperta; sperai che fosse una cosa positiva. <<N-no, non mi disturbi affatto.>> Io gli sorrisi gentile e, molto lentamente, mi sedetti sulle sue gambe senza distogliere il mio sguardo dai suoi occhi. <<Non sembra molto felice Signor Deacon...>> John scosse la testa e mi sorrise leggermente. <<No, non sono molto contento... Sono stato seduto qui tutta la notte e non mi sento bene.>> Io annuii e gli accarezzai lentamente i capelli. <<Posso farle una domanda? Sempre se non le da troppo fastidio.>> John scosse la testa e mi sorrise cordiale. <<Tranquilla, puoi chiedermi quello che vuoi.>> Io rimasi sorpresa dalla reazione del bassista e, dall'espressione che fece dopo aver pronunciato quelle parole, capii che lui stesso era sorpreso. <<Perché non è felice? Ho fatto qualcosa di sbagliato oppure...>> John non mi lasciò finire la frase e scosse la testa. <<No cara non è colpa tua, non sono felice per causa mia. A Londra ho una bellissima moglie ed un bellissimo bambino appena nato; però quando sono in tour puntualmente la tradisco e seguo gli altri in posti come questo... So che è sbagliato, ma morirò senza questo.>> Io annuii lentamente e ripresi ad accarezzargli dolcemente i capelli. <<Mi dispiace Signor Deacon, immagino che in parte sia anche colpa mia se adesso non è felice.>> John alzò un sopracciglio ed io cercai di spiegarmi meglio. <<Lei ha detto che segue sempre i suoi colleghi in posti come questo e che puntualmente tradisce sua moglie, immagino che in questo momento sia anche colpa mia dato che sono seduta sulle sue gambe e, dato che è il mio lavoro, le sto per chiedere se ha piacere nel seguirmi in un privé al piano superiore.>> John scosse la testa e mi spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio destro. <<Non devi affatto sentirti un colpa...>> <<Isabelle.>> John annuì e mi sorrise. <<Isabelle; se non volessi tradire mia moglie adesso non sarei qui e tu non saresti seduta su di me.>> Io annuii leggermente e John alzò nuovamente lo sguardo guardando prima il palco e, subito dopo, i miei occhi. <<Ah, ultima cosa: smettila di darmi del lei, puoi chiamarmi John.>> Io annuii e sorrisi al bassista. <<Va bene... John.>> Il bassista mi sorrise e mi fece alzare lentamente per poi prendermi per mano e condurmi verso le scale che ci avrebbero portati al piano superiore. <<John sei sicuro?>> Il bassista annuì deciso e mi sorrise per poi aprire la porta del primo privé libero. Una volta dentro alla piccola stanza dalle luci soffuse misi un vinile sul piatto del giradischi che si trovava vicino alla porta d'entrata ed iniziai a ballare davanti a John. Dopo qualche minuto ero rimasta senza scarpe e senza calze con le spalline del mio reggiseno completamente abbassate; quando stavo per togliermelo sentii le mani di John sulle mie così mi fermai e mi voltai leggermente. <<John cosa stai facendo?>> Senza dire niente il bassista mi aiutò a rimettermi a posto le spalline e, restando sempre in silenzio, mi passò le mie calze e le mie scarpe. <<Isabelle sei bellissima ed io ti desidero, non sai quanto, il mio corpo piange vorrei toccati, vorrei farti delle promesse che non manterrò, vorrei assaggiare il tuo rossetto ma non posso.>> Mentre parlava John si era incredibilmente avvicinato alle mie labbra e, in pochi secondi, diede vita ad uno splendido bacio. Sorprendentemente scoprii che il nostro bacio non fu passionale oppure carico di desidero ma  disperato, infelice e dolce. Dopo un tempo che a me sembrò infinito ci allontanammo leggermente l'uno dall'altro e ci sorridemmo timidamente. <<John sei un uomo fantastico, sono sicura che la tua Veronica e tuo figlio non vedranno l'ora di riaverti a casa... Io non posso restare ancora qui sapendo che stai tradendo tua moglie. Adesso me ne andrò e dirò al mio capo che non ti ho soddisfatto e che mi hai mandata via tu, però, fammi una promessa: promettimi che non farai più ciò che ti rende triste e che ti fa sentire colpevole.>> L'uomo che avevo di fronte mi guardò senza parole ed annuì lentamente. <<C'è solo una cosa che non va bene: non posso lasciarti raccontare una bugia al tuo capo; tu sei stata capace di soddisfarmi in un modo totalmente diverso da quello che qualsiasi altra ragazza qui avrebbe potuto offrirmi; per questo io ti pagherò e tu dirai al tuo capo che sono stato benissimo e che mi hai soddisfatto a pieno.>> 

John's P.O.V (Point Of View);

Senza aggiungere nient'altro estrassi il mio portafoglio e lasciai diverse banconote da cento sul divanetto in velluto rosso per poi sorridere ad Isabelle e, dopo averle lascio un bacio sulla guancia, uscii dal privé con un grande sorriso. Quando tornai al bancone del locale vidi che anche gli altri erano lì seduti e stavano bevendo qualcosa chiacchierando, probabilmente, di quello che era successo tra di loro e le altre ballerine. <<Wow John, è da un po' che non ti vedevamo sorridere così; scommetto che quella rossa ti ha fatto vedere le stelle.>> Io risi al commento di Roger e, dopo aver ordinato, annuì senza dire niente d ciò che era successo nel privé. 

Quella fu la prima ed unica volta che vidi Isabelle ma da quando lasciai quel locale la portai sempre con me nel mio cuore con la consapevolezza di aver trovato un'amica ed una consigliera in una persona che non mi sarei mai aspettato di conoscere.

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Ciao Queenies vi è piaciuta questa One Shot? Se sì lasciate un commento ed una stellina. Mi dispiace di non aver aggiornato per molto ma avevo una specie di blocco dello scrittore e non riuscivo a trovare l'ispirazione per nessuna storia. Come avete capito dal titolo la canzone da cui ho preso l'ispirazione per questa One Shot è "Dancer" però, come avrete certamente notato, ho cambiato la traduzione di alcune frasi della canzone e ne ho cambiato leggermente il significato, oppure il tempo verbale, dato che (se non l'avessi fatto) la storia non avrebbe avuto senso. Bene, adesso la smetto di rompervi le palle e vi lascio in pace. Baci!

Ludovica

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