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Bayer punta a voltare pagina.   
Il colosso raggiunge un accordo da oltre 10 miliardi di dollari per patteggiare decine di migliaia di azioni legali legate al Roundup. La cifra include anche 1,25 miliardi di accantonamenti per far fronte a eventuali nuove cause per il diserbate ereditato con l'acquisizione di Monsanto nel 2018 e accusato di provocare il cancro.
Il patteggiamento riguarda circa 95.000 azioni legali, mentre altre 25.000 restano fuori per scelta. "E' come estinguere solo parte dell'incendio di una casa", afferma Fletch Trammell, avvocato di uno studio legale che rappresenta 5.000 persone che non hanno aderito al patteggiamento. L'intesa rappresenta una buona notizia per Bayer: rimuove parte dell'incertezza e le spese legali sostenute per i singoli processo, limita i danni di reputazione e rassicura gli investitori. Il susseguirsi dei processi negli ultimi anno ha infatti causato non pochi problemi a livello societario per Bayer, costretta a difendere ripetutamente l'acquisizione di Monsanto.
Al patteggiamento si è arrivato dopo lunghe trattative e, secondo gli osservatori, il rush finale è stato agevolato dal coronavirus che ha fatto saltare, senza possibilità di riprogrammarli, molti degli appuntamenti in tribunale. Una quota degli 1,25 miliardi accantonati per eventuali nuove azioni legali sarò destinata alla creazione di un comitato di esperti indipendente chiamato a rispondere a due domande cruciali, ovvero se il glifosato causa il cancro e, se sì, quale è il dosaggio minimo o il livello di esposizione ritenuti pericolosi.
Il glifosato è stato introdotto nel 1974 ma è salito alle cronache nel 1996 con Monsanto. L'ex colosso americano l'ha sempre difeso a spada tratta, ribadendo che anni di studio in laboratorio hanno dimostrato che il glifosato era sicuro.
Spiegazioni che non hanno mai convinto e anche ora che Monsanto è scomparsa l'ombra e i dubbi sulla società non si sono attenuati.
(tratto da Ansa.it)

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Bayer aims to move on.
The giant reaches an agreement worth over $ 10 billion to settle tens of thousands of lawsuits related to Roundup. The figure also includes 1.25 billion in provisions to address any new lawsuits for the weeding inherited with the acquisition of Monsanto in 2018 and accused of causing cancer.
The plea deal concerns about 95,000 lawsuits, while another 25,000 remain out by choice. "It's like putting out only part of a house fire," says Fletch Trammell, a lawyer with a law firm representing 5,000 people who did not join the plea deal. The agreement represents good news for Bayer: it removes some of the uncertainty and legal costs incurred for individual trials, limits reputational damage and reassures investors. The succession of trials in recent years has in fact caused many problems at the corporate level for Bayer, forced to repeatedly defend the acquisition of Monsanto.
The plea bargain came after long negotiations and, according to observers, the final rush was facilitated by the coronavirus which blew up, without the possibility of rescheduling, many of the appointments in court. A share of the 1.25 billion set aside for possible new lawsuits will be earmarked for the creation of an independent panel of experts to answer two crucial questions, namely whether glyphosate causes cancer and, if so, what is the minimum dosage or level of exposure deemed dangerous.
Glyphosate was introduced in 1974 but hit the headlines in 1996 with Monsanto. The former American giant has always defended it with the sword, reiterating that years of laboratory study have shown that glyphosate was safe.
Explanations that have never convinced and even now that Monsanto has disappeared the shadow and doubts about the company have not diminished.

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