Prologo

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•Green Castle, un anno prima•

Harry si passò per l'ennesima volta la mano tra i suoi folti ricci che continuavano a finirgli davanti agli occhi.

Continuò il suo percorso tra l'erba alta e secca, in mezzo alla campagna che si estendeva a vista d'occhio verso i confini del regno.

Aveva caldo, tanto caldo. Il sole picchiava forte quel giorno, la sua camicia di lino, che le donne al castello lo avevano costretto ad indossare, era madida di sudore e i pantaloni scuri gli limitavano i movimenti tra la vegetazione.

Sbuffò irritato, suo padre lo aveva proprio fatto incazzare quella volta.

-Fanculo le decisioni - borbottò con rabbia calciando un sasso.

-Fanculo l'eredità del trono - lanciò un bastone.

-Fanculo il regno - pestò gli stivali sul terreno e si sedette, con uno sbuffo esasperato, sulle radici di un grande albero posto all'inizio di un campo di grano.

Da quel posto si estendeva una vista mozzafiato della cittadina illuminata dalle prime luci del tramonto.

Case di ogni dimensione,un po' rudimentali ma comunque abitazioni, che facevano da scenografia alla vita di moltissime persone; strade battute da carri trainati da cavalli, vissute dai mercanti e dai lavoratori.

Da sfondo: i campi, pieni di coltivazioni e raccolti, prati per far pascolare gli animali, il fiume che sfociava in un lago poco distante e per incorniciare il tutto il suo enorme e colossale castello...beh, di suo padre.

Ebbene sì.

Lui era il principe, l'erede al trono, colui che doveva dirigere e espandere il regno, colui che in un futuro prossimo avrebbe comandato l'esercito, colui che...

-Dirigere un paio di palle - sbottò il riccio strappando i ciuffi d'erba secca.

-"Harry non intrometterti, Harry ho già deciso, Harry non sei maturo abbastanza, Harry levati dai coglioni, Harry ritorna in camera tua, le tue idee non valgono nulla, Harry studia latino." Come se mi piacesse quella merda. " Se continui così non sarai in grado di portare in alto l'onore della corona." - cantilenò digrignando i denti, imitando la voce di suo padre.

-Sai che me ne faccio della tua corona? Te la ficco su per il...-

-Hey, Hey, Hey sei proprio arrabbiato forte - una voce allegra interruppe il suo monologo lasciandolo esterrefatto.

Subito Harry si alzò di scatto, estraendo con rapidità il suo pugnale dal fodero, guardandosi intorno con circospezione.

Niente. Silenzio.

-Chi è là? - gridò, la sua voce rimbombò nel silenzio più totale.

Harry rimase sempre sull'attenti, oltretutto aveva la formazione da soldato. Non aveva paura, era arrivato ai vent'anni praticamente con un coltello o una spada in mano.

Iniziò a girovagare lì intorno, non allontanandosi più di tanto dall'albero, ci girò attorno un paio di volte.

Passarono pochi minuti e, non sentendo alcun rumore, sospirò stancamente e rimise il pugnale nel fodero. Poi la voce parlò di nuovo
-Certo che per essere un soldato non sei molto furbo -

Harry sussultò e girò la testa verso destra.

-Chi sei?! -

-Direzione sbagliata -

Girò la testa verso sinistra.

-Dove ti trovi? Fatti vedere! -

-Ancora direzione sbagliata-

I'll burn the ice down only to see your eyes ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora