5- Calore

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Erano ormai passate diverse ore da quando, finite le parole, i ragazzi avevano finalmente deciso di mettere qualcosa sotto i denti per poi stendersi sul pavimento, cercando di riuscire ad addormentarsi tra quelle poche coperte.

Yoongi decise di spegnere le luci principali e lasciò come unica fonte luminosa un piccola lampadina posta abbastanza distante da dove si erano sistemati, in modo da non disturbare il sonno già abbastanza travagliato dei suoi ospiti.

Nonostante il freddo, stanchezza e stress presero il sopravvento, facendo addormentare in pochi istanti tutti i presenti.
Persino Jimin trovò pace nei suoi sogni per qualche ora, svegliandosi tuttavia di soprassalto nel bel mezzo della notte.

Il suo cervello, una volta iniziato a pensare e rimuginare, non lo lasciava più stare causando persino l'interruzione del suo normale sonno pesante.

Con le palpebre ancora mezze chiuse si mise seduto per scrutare nel buio le figure degli altri non vedendo però la persona che il suo sguardo, inconsciamente, tanto bramava. Decise quindi di alzarsi capendo che se il proprietario non era steso lì, sicuramente lo avrebbe trovato nell'unico altro luogo accessibile del locale.

«Jimin?»

Al sentire una voce profonda chiamarlo il camionista si voltò trovando, sveglio come lui, Taehyung.

«Dove stai andando?» continuò bisbigliando per non svegliare gli altri.

Jimin si vergognò a rispondere a quella domanda, non sapendo bene neanche lui perché sentisse il bisogno di andare dal corvino, quasi come fosse il polo a lui opposto di un magnete.

«Da Yoongi...»

A quella risposta il camionista ricevette un sorrisetto enigmatico di cui faticò a capire il senso.

«Sembrate in sintonia...» aggiunse con un tono di voce ancora più basso di prima, non volendo rivelare i suoi pensieri a qualcun altro potenzialmente sveglio all'infuori di Jimin. 

«Non lo so...» rispose il giovane mentendo. In realtà anche lui sentiva che c'era qualcosa di diverso quando parlava col barista, ma non voleva rivelare troppo di sé, tenendosi quei pensieri chiusi in un piccolo scrigno ad uso esclusivamente personale.

Taehyung fece un'espressione interdetta, non credendo minimamente a quelle parole, tuttavia decise di non interferire ulteriormente negli affari che non lo riguardavano. Avrebbe avuto modo di confermare le sue idee in altro modo. 

Dopo quel breve confronto Jimin proseguì per la sua strada, avvicinandosi ai gradini che portavano a quel piccolo scantinato, percorrendoli a passo felino per cercare di non svegliare nessun altro.

Appena arrivò al piano inferiore notò subito la figura del barista intenta a fumare di fianco a una pila di scatoloni, impilati uno sopra l'altro, su cui posava la schiena mentre teneva fermamente i piedi su di un tavolo. Il suo sguardo era fisso sull'esterno di una piccolissima finestrella quadrata che dava su una stradina del retro del locale.

Il suo viso era illuminato da dei caldi riflessi di luce provenienti da fuori e il fumo che usciva dalla sua bocca a causa della sigaretta si sommava a quello prodotto dal freddo che si faceva strada da quella piccola apertura.
Jimin si incantò ad osservare quell'immagine, trovandola degna di essere immortalata in un dipinto o in una fotografia.
Ci mise quindi un po' di tempo per trovare il coraggio di infrangerla con le sue parole.

«Non riesci a dormire?»

Yoongi si girò di scatto nel sentir parlare, ma vedendo a chi appartenesse la voce fu naturale per le sue labbra aprirsi in un sorriso.

Antares - Yoonmin -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora