6. AMICIZIA O VERO AMORE?

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Jane's pov

ancora scatoloni?! Si tratta di circa mille scatole...ho finito adesso di contarli eppure li fisso da più di venti minuti e non ho assolutamente voglia di aprirli, piuttosto vorrei sapere cosa passa per la testa ai miei genitori e cosa hanno fatto la scorsa notte per tornare a casa più tardi del solito. Purtroppo sono ancora in attesa di un morso da parte di un affascinante vampiro come Edward Callen di Twilight che finalmente mi darà la possibilità di poter leggere la mente delle persone, ma anche se ho solo quattordici anni so benissimo che tutto ciò è impossibile ed è pura finzione, così lascio che la parte razionale del mio cervello prenda il sopravvento e mi faccia ritornare alla realtà.

*inizio flashback*

La sera prima fuori dalla pasticceria si è potuto assistere al raduno di tre coppie, ovvero i genitori di Jane, Bella e Cody che hanno avuto la brillante idea di andare a fare "visita" al loro futuro progetto. Sono saliti tutti sull'auto di Mark Warrow(papà di Cody), una BMW a sette posti color grigio chiaro, guidata da John West(papà di Jane). Era sera, non c'era nessuno per strada, la nebbia avvolgeva il paesaggio circostante rendendolo quasi invisibile, il cielo era completamente grigio e ciò iniziò ad essere preoccupante in quanto in pochi minuti milioni di goccioline, accompagnate da potenti tuoni e fulmini, si sarebbero schiantate sull'asfalto. Dopo una decina di minuti intravidero una stretta stradina nella quale erano convogliate una decina di vie, tutte contraddistinte da diversi cartelli sui quali erano disegnati dei numeri.

Signora Warrow: dove aveva detto che era? dice guardandosi intorno.

Signor Base: ottavo incrocio sulla decima strada, isolato novantasei.

Signora Base: "ormai lo sai a memoria" gli da un bacio sulla guancia.

Il signor West imbocca la decima strada, attraversa l'ottavo incrocio e raggiunge il novantaseiesimo isolato.

Signora West: "accosta, siamo arrivati" l'auto si ferma di colpo accompagnata da un improvviso odore di gomma bruciata.

Signor Warrow: "John(signor West) hai intenzione di ritornare a casa a piedi, per caso?" lo fulmina con lo sguardo.

Signor West: "dopo di lei..." dice senza farci troppo caso ed incitandolo ad entrare.

Si trovano davanti ad un'immensa struttura color grigio chiaro, piena di murales sulle facciate. Ci si può accorgere anche da un miglio di distanza che è un edificio abbandonato da anni. In alto troviamo un'insegna bianca con su scritto "fabbrica di polistirolo", anche lì su ci sono delle scritte e altri murales colorati, nonostante sia difficile da raggiungere a causa dell'elevata altezza. Abbassando lo sguardo notiamo una porta di ferro di colore grigio scuro. Intorno, l'enorme edificio è circondato da sterpaglia e da alberi di varia altezza, non ci sono fiori, ma soltanto erba e qualche bottiglia di birra vuota qua e là. Si avvicinano all'entrata.

Voce sconosciuta: "password" si tratta di una voce fredda, priva di trasmettere alcuna emozione, è un uomo, lo si può capire dal tono della sua voce, sta parlando attraverso una minuscola fessura posta al centro dell'enorme ferraglia.

Signor West: "otto ottobre millenovecentonovantasei(1996)"

Voce sconosciuta: "prego, entrate." apre pian piano la porta provocando un leggero stridolio a dir poco inquietante e fastidioso.

Signora Warrow: "ma qui è già tutto pronto!"squadra l'interno dell'edificio e il viso dei presenti.

L'interno di questo enorme energumeno color grigio chiaro è completamente diverso da quanto ci si aspettava dall'esterno. Entrando sulla destra troviamo una scalinata in legno, decorata con delle incisioni di vario tipo(foglie, fiori, ...) che porta al piano superiore. Andando più avanti troviamo esattamente sotto la scalinata dei ripiani estraibili in legno contenenti del polistirolo; il pavimento è un parquet molto lussuoso e soprattutto ben levigato di colore marrone chiaro, in contrasto con il colore della scalinata che è leggermente più scuro; al centro della stanza troviamo tre divani in pelle di color bianco panna; sulla parete opposta c'è una lavagna luminosa e dietro uno dei tre divani un proiettore. Sullo stesso piano troviamo un'altra sala divisa da quella precedente da enormi pannelli in vetro, dove all'interno sono stati riposti tre grandi ripiani con le rispettive sedie, sulla quale ci sono delle provette, dei microscopi e delle strane soluzioni; in fondo c'è un lungo mobiletto in vetro che richiama la parete opposta invece al piano superiore troviamo soltanto un ammasso di scatoloni sparsi qua e là nella la stanza.

 8/10/96Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora