Capitolo tre.

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La guardò scappare, osservò i suoi lunghi capelli, tinti di un rosso ormai scolorito, oscillare a destra e a sinistra.
Avrebbe voluto sapere il perché di quella reazione così impulsiva, ma andò avanti a fare ciò che stava facendo: niente.
Con la lingua, semplicemente giocherellava con l'anellino metallico che gli circondava il labbro inferiore e lasciò che la mente vagasse e si immergesse nei pensieri più profondi e strani.
Tiró fuori dalla tasca anteriore dei propri jeans un pacchetto di Malboro rosse e ne estrasse una sigaretta.
Gli piaceva la metafora del "mettere la cosa che ti avrebbe ucciso tra i denti ma non darle il potere di farlo", ma ogni volta mandava tutto a puttane.
Era un ragazzo complicato e per stare lontano dal mondo intero, decise di rifugiarsi in quel posticino la maggior parte del tempo.

***

Aprì di fretta la porta di casa, si sentì opprimere, le doleva il braccio, non capiva.
Si tolse la maglia che indossava per vedere se le fosse successo qualcosa, ma nulla, trovò la sua solita voglia al suo solito posto, si sentiva davvero strana.
Diede una sbirciata al suo profilo twitter come faceva sempre, pensava che quel social fosse davvero una droga, ma almeno lì aveva degli amici con cui stare e sentirsi a pieno sè stessa.
Era confortevole per lei essere accettata da qualcuno, almeno per ció che era dentro.

***

Tornó anche lui a casa, ad egli peró, doleva la mano.
La osservo per parecchio tempo e non vide niente di anormale.
Rimase molto confuso, dall'atteggiamento da quella strana ragazza appena vista.
Guardó l'orologio, e vide che era già tardi, doveva andare.

Make a change {Andy Biersack}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora