VI

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Edith pov

*nel 1933*

Sono passati 8 anni, in città ci siamo ambientati piuttosto bene, non ho fatto molta amicizia: non mi devo affezionare a nessuno, inoltre le persone sono quasi intimorite nei nostri confronti.

<Edward ti va di accompagnarmi al negozio di stoffe? chiude fra poco> chiesi speranzosa <certo> sorrise chiudendo il libro <grazie>.

Presi il portafoglio e mi diressi fuori casa.

Camminammo per una decina di minuti, ci fermammo davanti ad un edificio bianco con delle gradi vetrine colme di oggetti in esposizione.

<Buona sera> salutò la commessa <buona sera> ricambiai sorridendo <stavo cercando del tessuto di cotone azzurro, ne avete?> chiesi <certamente, mi segua pure> rispose gentilmente. Mi guidò fra i ripiani del negozio <in questo scaffale ci sono tutti i tessuti di cotone> indicò con un gesto della mano <molte grazie> presi un lembo di stoffa celeste pallida <questo i piace molto, ne avete un 1.50x1.00 m?> <si, dovrebbe essere questo> prese dal bancone un pezzo della stessa stoffa <perfetto, serve altro?> domandò <no, apposto così. Grazie> ringraziai ed aspettai che infilasse lo scampolo in una busta <prego. Sono 22 dollari> <ecco a lei. Buona serata> la salutai ed accompagnata da Edward uscii.

<Andiamo a casa, Carlisle dovrebbe essere già tornato> mi sorrise e mi prese per mano <certo> ricambiai il sorriso.

<c'è traccia umana> si incupì <magari Esme ha invitato la vicina, non preoccuparti>  lo rassicurai. La sua espressione divenne calma, ma la mascella rimase tesa.

Scostai lentamente la porta, iniziarono delle urla raccapriccianti.

<cosa? Rosalie Hale?!> urlò leggendo la mente di qualcuno, probabilmente Carlisle  <cosa succede?> chiesi tentando di nascondere la tensione <ho trovato una ragazza per strada, era in condizioni pietose, i battiti si sentivano a malapena> spiegò Carlisle <i King la cercheranno in capo al mondo, loro figlio non dirà mai la verità e saremmo tutti in pericolo!> controbatté Edward, era in piena crisi isterica. 

Gli presi il volto tra   le mani <Edward va tutto bene. Calmo non serve arrabbiarsi> cercai di tranquillizzarlo <Edith lei è un fardello, non sai quanto sia superficiale e egocentrica la sua mente> ribatté <era uno scempio, non potevamo non far nulla!> lo interruppe Esme.

Mi allontanai e mi diressi il sala da pranzo, lei era sdraiata sul tavolo e mi implorava <ti prego uccidimi> mi pregò tra un urlo e l'altro <scusa, quando tutto sarà finito ti sentirai molto meglio> presi una ciotola piena d'acqua e uno straccio. 

Imbevvi il tessuto e le tamponai la fronte. Aveva smesso di urlare, forse si era resa conto che non serviva a nulla, oppure, come a me, le sue corde vocali si erano lacerate.

Dato che vestiva solo da una coperta andai in camera e cercai un vestito.

Ne presi uno rosa pallido, la vestii e le pettinai i capelli.

Passarono due giorni, i battiti accelerarono, dopo un'ultima breve pulsazione il suo cuore smise di battere.

<hey?> la chiamai in modo più dolce possibile.

Aprì gli occhi  di scatto e si sedette, <mi chiamo Edith Cullen> mi guardò <Rosalie>rispose <vieni ti porto a caccia> le sorrisi e le porsi la mano, la afferrò titubante.

<la porto a caccia> urlai in modo che mi sentissero <va bene> rispose Esme.

Uscimmo di casa e ci inoltrammo nel bosco vicino, quando fummo abbastanza lontane ci fermammo <chiudi gli occhi e concentrati> le suggerii, fece come chiesto <cosa senti?> <c'è un cervo, sento il suo cuore> iniziò a correre prima di finire la frase.

 L'azzannò sul collo.

 Si alzò dalla carcassa e cacciò un altro cervo. <Vieni torniamo dagli altri, ti spiegheremo un po' di cose> <va bene> mi prese per mano come se fosse un gesto automatico e mi seguì.

Entrammo nel salotto <Esme? Carlisle? Edward?> li chiamai, Esme apparì sul divano accanto a Carlisle, Edward scese le scale lentamente e si sedette sulla poltrona.

Guardò male Rosalie <Edward> lo rimproverai <devi accettarla come hai accettato me> sibilai, mi comparì davanti <lo sai che non ci riesco> replicò <devi farcela, se lei scegliesse di essere tua sorella? dovrai amarla come ami me> sbuffò ed indietreggiò.

<bene, suppongo tu abbia fatto delle teorie> dissi sorridendo <ho pensato ad un po' di cose> rispose titubante, le feci segno di continuare <sto dormendo? sono morta?> chiese ansiosa <no> iniziai a ridere <allora cosa?> domandò <sei veloce, forte, vedi molto meglio ma soprattutto hai appena ucciso un cervo senza toccare la carcassa, di sei nutrita di altro, giusto?> <sangue> mormorò <sono un vampiro?> annuii con il capo <ma non devo bere sangue umano?> <no, è una tua scelta> 

In circa un'ora le spiegammo tutto.

<ora vieni, di do un vestito un po' più bello> suggerii notando la veste rovinata.

Le presi la mano e la portai in camera mia. 

<ecco qui> la trascinai davanti all'anta con lo specchio incastonato <sei bellissima> mi complimentai, notai che fissava gli occhi <tranquilla, dopo qualche mese diventano dorati. solo se hai la nostra dieta, se no rimangono rossi> 

<Preferisci il bianco o il celeste?> chiesi mostrando due vestiti <mi piace l'azzurro> rispose <si intona ai tuoi capelli> appoggiai l'abito sul letto e uscii dalla stanza.

<Ho finito> mi venne in contro <ti sta davvero bene> commentai <grazie> mi sorrise.

<Edith?> chiamò <si?> risposi <ti darebbe fastidio se stessi via per un po' di giorni? dopo torno, ho dei conti sospesi> domandò <Rosalie tu puoi fare ciò che vuoi, devi solo rispettare le leggi> mi sorrise e scese le scale. La seguii fino in salotto.

<molto teatrale direi> commento ironico Edward, come risposta Rosalie gli ringhiò contro.

<Rose, Edward> li rimproverai <smettetela> 

<io vado> annunciò Rosalie <non farti vedere> le suggerii.

una volta uscita Esme chiese <tornerà?> <si> risposi calma.

<iniziamo a preparare le valigie, andremo in una mia residenza in Tennessee> suggerì Carlisle.

Andai in camera e raccolsi tutte le mie cose in delle borse.

Rosalie pov

uscii fuori dalla piccola casetta, sapevo dove andare.

Mi diressi verso la (ormai non più) mia casa, mi aggrappai con un balzo al davanzale della mia camera ed entrai.

Mi avvicinai al grosso armadio di Mogano ed estrassi un abito da sposa, quello comprato per il mio matrimonio con Royce.

Lo indossai e mi misi il velo.

Andai davanti alla casa di Vera,  dov'ero stata aggredita e segui una delle tracce.

Arrivai ad una villa sfarzosa, dove riconobbi uno degli uomini che mi anno stuprata addormentato.

Fiutai l'odore di polvere da sparo e trovai una pistola, lo uccisi senza bere una goccia del suo sangue.

Così uccisi tutti gli aggressori e due guardie: 7 persone, Royce per ultimo, in modo che sapesse che stavo arrivando.

Si chiuse in una stanza, con due uomini armati fuori. Come se ciò bastasse per fermarmi

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Ꮳأລဓ ລ ȶປȶȶأ,

ecco qui un nuovo capitolo, vi piace? Se ci sono errori segnalateli nei commenti.

P.S. scusate per il capitolo più corto del solito.

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𝕡𝕒𝕤𝕤𝕒𝕥𝕠, 𝕡𝕣𝕖𝕤𝕖𝕟𝕥𝕖 𝕖 𝕗𝕦𝕥𝕦𝕣𝕠Where stories live. Discover now