S a n i t y [ m.c ]

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Nessuno mi aveva mai chiesto perché  lo amassi così  tanto. Neanche io.

Mi ero detta che il mio amore era più  grande del suo e che mi andava bene così.

Un giorno glielo dissi.

-ti amo così tanto Michael che se anche mi ami di meno non importa no? Perché  almeno un pò  mi ami-

Mi disse che ero fuori di testa e che ero bellissima. E io pensai che anche lui lo fosse.

Fu dura quel giorno al bar. Era un giorno come un altro, in un momento che poteva solo essere definito con "distruttivo" .

-ciao-

-ciao- gli risposi. 

Tenevo la mia tazza di tea tra le mani e aspettavo qualcosa che dovevo sentire ma che non volevo ascoltare.

-come stai?- mi chiese. Non provai neanche a rispondergli.
-quando te ne andrai?-  lo fissai negli occhi. Erano così  belli e mi ci persi. Forse perché  era più facile perdere la ragione che controllare la realtà.

-tra una settimana- mi negò  l'accesso  ai suoi occhi quando la sua testa si chinò verso il basso insieme al suo sguardo.

-puoi andartene ora- gli dissi. Provai come l'impulso  di spingere via il dolore. E lui in quel momento era il mio dolore più grande,  un pugnale dentro un cuore che pensavo fosse fatto di ghiaccio, prima che arrivasse lui.

La sua testa scatto' verso di me con un gesto rapido, disperato.

-non ho mai avuto intenzione di ferirti- una lacrima sincera scese dai suoi bei occhi. Lui avrebbe visto tante altre belle ragazze e si sarebbe innamorato ancora e poi ancora.

Ma io no. Io mi ero innamorata di ogni sua piccola molecola. Delle parole che dice quando è  imbarazzato, dello shampo al rosmarino che usa perché  dice che gli rende i capelli più  morbidi di tutti gli altri, dei suoi occhi. Di tutto ciò  che è  lui.

Se fossimo stati in un film gli avrei detto che lo sapevo, che non importava perché lo amavo. E lui mi avrebbe detto che mi amava con tutto il suo cuore e che se l'avessi  aspettato sarebbe tornato da me.

-so cosa stai pensando- mi disse.

Non provai a negare. Seppi che lo sapeva dal suo sguardo, da come le sue sopracciglia si piegarono formando una ruga sulla fronte. Forse era questo che mi sarebbe mancato di più,  la connessione totale tra le nostre menti,  così forte da capirci in un solo istante.

-non saresti come lei-

-invece si M- lo chiamai con il suo soprannome.

-sarei esattamente come lei, ti aspetterei e perdonerei ogni cavolata che fai solo perché  sarai lontano, mi farei consumare da te per non lasciare più nulla di me stessa - sospirai - io ti ho amato michael, ti ho amato così  tanto che mi è  impossibile  immaginare di poter respirare senza di te, ma non posso e non voglio essere come lei..andiamo avanti, non voglio essere la tua ancora e tu non più essere la mia- piansi e fissai il tea aranciato tra le mie mani.

-non saresti come lei, io non sarò come lui-  sussuró piano. La sua voce lo tradí, se lo avessi guardato avrei trovato i suoi occhi innondati di lacrime come i miei.

-tu non hai idea di quanto io desideri parlare con te, toccare i tuoi capelli, baciare le tue labbra. Non hai idea di quanto desideri poter dire che sei mio- mi interuppe urlando nel piccolo locale.

-ma io sono tuo- piansi ancora più  forte non riuscendo a provare nessuna vergogna. Sentivo solo un vuoto che si andava ingrandendo con ogni lacrima che scivolava dal mio viso.

-solo.. lasciami andare, se mi ami almeno un pò,   lasciami andare-

-non lascerò  farti fare questo sbaglio, non lascerò  che tu faccia questo sbaglio a noi- risi senza divertimento.

- e come farai? Tra una settimana sarai lontano, viaggerai e suonerai quello che hai sempre desiderato far sentire al mondo- presi un respiro.

-il mondo è  pronto per te M, è  pronto! quindi vallo a prendere e non guardarti indietro- forzai un sorriso. Perché  se si amava qualcuno  non gli si impediva di essere felici giusto?

Fui così  fragile che mi chiesi come fosse possibile andare avanti. Il mio cuore era così  piccolo e privo di vita mentre il mio mondo crollava.

-non posso lasciartelo fare- disse di nuovo senza crederci davvero.

Mi alzai, gli presi delicatamente  la mano e la portai sul mio fianco. Tenni il suo viso triste tra le mie mani mentre gli davo l'ultimo  bacio. -lo farai- sussurai.

Lo farai, pensai, lo aveva già fatto.

Sanity 》m.cDove le storie prendono vita. Scoprilo ora