Capitolo 9

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Mercoledì 12 febbraio 2020, H 8:45

Eleonora entrò in classe e, come al suo solito, si poggiò allo stipite della porta per riprendere fiato. Edoardo la guardò con un sorriso enorme stampato in faccia, sapeva già cosa avrebbe detto di lì a poco.

«Le scale?» Le domandò divertito.

«Le scale! Mi uccideranno uno di questi giorni, ti avviso e ti incarico di qualcosa di molto importante, Edoardo Incanti»

«Cosa?»

«Del mio funerale, ovviamente» disse buttando lo zaino a terra e lasciandosi cadere sulla sedia.

«Filippo me lo permetterà secondo te?»

«Hai ragione, allora tu avrai un compito ancora più arduo»

«Spara»

«Dovrai innanzitutto raccogliermi dalle scale e tenermi la mano mentre esalo il mio ultimo respiro.» Eleonora prese la mano di Edoardo tra le sue e lo guardò come se stesse parlando di una cosa seria e importante. «Dopodiché verserai qualche lacrima silenziosa, così è più straziante da vedere, sei d'accordo?»

«Assolutamente»

«A quel punto mi solleverai da terra e mi porterai in braccio in stile Pietà di Michelangelo. Solo che sarai in piedi e camminerai con me tra le braccia perché così fa più tragedia. Sarai il Ryan della mia Marissa, insomma»

«Ok, come siamo passati dalla Pietà a The O.C.?» domandò lui confuso.

«Non ne ho idea» rispose lei perdendosi nei suoi pensieri. «Ad ogni modo» disse tornando nel mondo reale «Fa che la mia morte non sia stata solo un inutile sacrificio, battiti e lotta per ottenere la chiave dell'ascensore dalla coordinatrice. Ok?»

Edoardo annuì.

«Lo farai per me, Edoardo Incanti?» Domandò lei guardandolo dritto negli occhi.

«Lo farò, te lo prometto» disse lui avvicinando la sua fronte a quella della ragazza.

E, a quel punto, entrambi scoppiarono a ridere. Pochi istanti dopo il professor Malik arrivò in classe, come suo solito, in ritardo. Era, senza ombra di dubbio, il professore più amato di quel corso, motivo per il quale, i ragazzi non gli facevano mai storie se arrivava tardi. Nemmeno la coordinatrice, che di solito bacchettava i ritardatari, riusciva a prendersela con lui. Eleonora scattò in piedi non appena lo vide, pronta a prendere posto per cominciare la lezione. Ormai sedeva accanto a Martino.

«Fate sparire i banchi e mettete le sedie in cerchio, su forza ragazzi» disse lui.

Eleonora poggiò lo zaino che aveva appena ripreso da terra, sul banco e assieme ai suoi compagni spostò i banchi e dispose le sedie in cerchio. Quando arrivò il momento di prendere posto, Silvia si sedette accanto ad Edoardo, dall'altra parte c'era Federico. Lei si sedette accanto a Silvia. Martino accanto a lei.

«Allora ragazzi, oggi faremo un lavoro di coppia. La situazione è questa: siete degli sceneggiatori bravissimi, ma da un paio di mesi non state lavorando. Vi si presenta davanti la possibilità di scrivere una scaletta o, facciamola più difficile ancora, dei dialoghi per una coppia di presentatori televisivi. Ok?»

«Ok» dissero tutti.

«Ora, mettetevi a coppie e scrivete i vostri copioni, dopodiché li metteremo tutti in questa scatola e una coppia alla volta verrà qui, pescherà un copione e lo interpreterà davanti a tutti»

«Oddio no, Ele. Io con te non ci voglio stare» disse Martino scocciato.

«Perché no?»

«Perché vuoi per forza fare le cose come dici tu»

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