Capitolo 22

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Venerdì 31 luglio 2020, H 00:35

Federico ed Eva se ne stavano abbracciati e condividevano l'amaca nel giardino della casa al mare del primo. Continuavano a darsi dolci baci e a scambiarsi carezze. Nel frattempo, Eleonora ed Edoardo, sdraiati sull'erba, si godevano il silenzio di quella notte mentre guardavano le stelle, disturbati solo dal rumore delle bocche dei loro amici impegnate di tanto in tanto in un'altra attività.

«Certo che si sta proprio bene qua» disse all'improvviso Edoardo.

«Hai proprio ragione» rispose lei voltandosi a guardarlo.

Lui girò la testa verso di lei e la osservò per qualche istante. Poi la raggiunse con la mano e le accarezzò dolcemente il viso. Eleonora era rapita da quel contatto, era rapita da quello sguardo, era rapita da quel ragazzo.

«Raga» disse Eva e immediatamente Edo ritrasse la mano e si mise seduto. «Io e Fede torniamo dentro»

«Però regà, voi se volete restare fate pure. Basta che ve ricordate che alle tre partono gli irrigatori»

«Sì, sì, grazie Fede» disse Eleonora.

«Buonanotte» disse Fede.

«Buonanotte a voi» rispose Edo.

Eva fece un occhiolino ad Eleonora ed Edoardo se ne accorse. Rise guardando la ragazza al suo fianco.

«Non ridere» gli disse lei.

«Ok...» rispose lui.

Rimasero in silenzio ancora un po'. Poi, presa da un impeto di coraggio, Eleonora parlò.

«Edo»

«Sì?»

«Io devo dirti una cosa»

«Che cosa?» Domandò lui ri-mettendosi seduto e anche lei a fece lo stesso.

«Riguarda quella sera e il perché me ne sono andata in quel modo... io» disse lei.

Edoardo ispirò profondamente e la guardò dritta negli occhi. Avvicinò ancora la mano al suo viso e glielo accarezzò di nuovo.

«Lo so già»

«Cosa?»

«Lo so già, Ele» disse.

«No, credimi qualunque cosa tu possa aver pensato non è quella»

«Ele...»

«Edo non sto scherzando, sono seria»

«Anche io» lui le prese le mani. «Ero un po' nervoso l'altro giorno e così prima che cominciasse la lezione sono andato a fumarmi una sigaretta fuori scuola e mi sono nascosto perché non volevo che qualcuno mi vedesse fumare. Odio fumare a dire il vero, ma ogni tanto è più forte di me e...»

«E?»

«E niente, io avevo appena finito quando ho sentito la tua voce e quella di Eva. So che non avrei dovuto origliare e che avrei dovuto farmi i fatti miei, ma avete fatto il mio nome e non sono proprio riuscito ad andarmene. Così ho sentito la vostra conversazione e ho sentito tutto»

«Tutto, tutto?»

«Sì»

«Perché non me l'hai detto?»

«Perché dovevi essere tu a scegliere di dirmelo, non potevo spingerti io a farlo. Dovevo rispettare i tuoi tempi e devo scusarmi con te»

«Edo tu non-»

«Ele, fammi parlare. Non sapevo cosa ti fosse successo e adesso che lo so voglio scusarmi con te per come ti ho trattata e per le cose che ti ho detto quel giorno a casa di Federico»

Questione di feelingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora