i am not who i was

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"Ciao io sono jack dylan grazer e ho 16 anni.
Questo non è un diario normale, non è il genere di diario che inizia sempre con "caro diario" o altre stronzate del genere.
Non sono qui per parlare della mia prima cotta o dei miei segreti.
Questo non è il diario di una persona normale."

Finn si sentì ferito nel profondo.
Faceva male sapere che Jack non si ritenesse una persona normale.
Quello che più lo faceva stare male era il tono duro di Jack.
Non era più il ragazzo che amava rincorrere l'aquilone in spiaggia o che raccoglieva i fiori da portare a sua madre.
Era cambiato, e il nuovo Jack sembrava così triste...

"Sono parecchie le cose che sono cambiate dall'ultima volta che ho scritto su questo coso.
Alcune in meglio, altre in peggio.
Scherzo.
È cambiato tutto in peggio.
A scuola nessuno ci prova più a prendermi in giro.
Mi stanno lontani, mi evitano.
Forse è meglio così...
li odio tutti.

Sto ricominciando ad andare dallo psicologo...
La cosa positiva è che non devo pagare dato che sono "un caso speciale".
È un coglione.
Non fa nulla di utile.
Lo odio.

Ci sono stato la scorsa settimana e abbiamo parlato un pò.
Mi ha detto che di lui mi posso fidare, io non li credo, non posso fidarmi di nessuno.

Poi Mi ha chiesto cose del tutto inutili tipo se mi piacciono i porno o se sento cose che gli altri non sentono.

Non era forse più semplice chiedermi di come mi sento?

Alla fine se ne è uscito con un "sei depresso".
E questo da cosa l'hai intuito?
Dal fatto che non mi guardo i porno o dal fatto che non mi sego dieci volte al giorno come il resto degli altri ragazzi?
Te l'ho detto, io non sono come gli altri ragazzi.

Mi ha prescritto degli antidepressivi...
Hanno un brutto effetto su di me.
Mi rendono molto stanco.

Mi sveglio solo per poi tornare a letto.

A me non servono pillole.
Non è colpa mia se sono depresso e mia madre nemmeno capisce...
Huh nessuno capisce quanto cazzo possa essere difficile tutto ciò.

Cos'è la depressione per mia madre?
È forse un po di stanchezza, un po di tristezza.
Una scusa alle giornate passate nel letto a piangere.
Questo era per lei.
Ma io so che si sbaglia.
La depressione è la rabbia senza entusiasmo.
La depressione è l'inizio della fine per un bambino così piccolo per qualcosa di così grande da gestire, da solo.

È così che mi sento, da solo.

Vi prego, datemi un sogno in cui vivere perché la realtà mi sta uccidendo."

E con questa frase terminava la pagina scritta dal ragazzo dai sogni infranti.

Finn sentì gli occhi pizzicarli e in seguito una lacrima calda solcare il suo candido viso.
Non voleva prenderlo in giro, non voleva maltrattarlo...
Era solo una copertura, un modo per non esserci lui al suo posto.
Lui non era così, erano le persone che lo avevano costretto a vivere in questo modo e lui sapeva che jack l'avrebbe capito, perché era proprio come lui.
Girò il diario al contrario e prese l'ultima pagina.

"Mi dispiace, io non volevo.
So che mi avresti capito".

Non era il tipo di persona che chiedeva scusa, sapeva che certe volte andava fatto ma era troppo orgoglioso per ammettere di aver sbagliato.
Ma in quel momento era pentito davvero, lo capiva dalla stretta che sentiva al cuore mentre scriveva quelle parole e dalle lacrime amare che rigavano il suo viso.

Chiuse il diario e lo ripose nel cesto della sua bici.
Non aveva intenzione di andare a casa o di subirsi i rimproveri di sua madre, aveva la testa troppo incasinata per questo, aveva bisogno di stare solo.

lacrime di solitudine | J.D.GDove le storie prendono vita. Scoprilo ora