The First One

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Ronald ha sempre saputo che in fondo prima o poi quel momento sarebbe dovuto arrivare: lo smistamento, una delle cose più importanti nella vita di un mago, in quella società che era capace di giudicarti così a fondo anche solo per i colori della cravatta che avevi portato. La sua famiglia ne aveva un'eredità di rosse e oro, come una reputazione da filo-babbani e giusto qualche galeone nelle tasche. Sentì l'attesa che gli penetrava sin nelle ossa, mentre le barche avanzavano oscillando sopra le acque scure del lago nero. Non riuscì neanche a rimanere a bocca aperta di fronte allo spettacolo che era il castello, non in quel momento almeno. Sentiva i respiri degli altri primini stringersi alla vista delle grandi e alte torri di pietra, degli archi scuri che si ergevano metri più avanti e delle vetrate colorate di affreschi indistinguibili da così lontano. Lui le sapeva queste cose, cinque persone prima di lui ne avevano parlato con un groppo in gola e la voglia di ritornarci al più presto. Ronald non trovò tutto quell'entusiasmo in quel momento.

Si fermò a riflettere mentre le barche si fermavano e il guardiacaccia li guidava verso le scalinate che portavano alle grandi porte del castello: chi voleva essere lui? Un Grifondoro, si rispose quasi immediatamente, come un disco rotto, una risposta così prevedibile che si sarebbe preso a schiaffi da solo se non fosse che era troppo assorto per farlo. Perché avrebbe dovuto essere qualcos'altro? pensò con rammarico. C'erano altre possibilità? No, asserì, non ce ne erano. Ce l'aveva inciso a fuoco dove sarebbe dovuto stare, quale sarebbe stato il suo posto per quei sette anni che avrebbe affrontato nel totale anonimo. Ci era abituato. Chi parlerebbe mai del piccolo Weasley? Un altro della sua famiglia troppo vasta e troppo povera per potersi permettere anche solo un libro nuovo o una divisa della taglia giusta. Sarebbe mai stato qualcuno dietro i suoi fratelli più grandi, che invece un modo per essere conosciuti lo avevano trovato? Voleva esserlo, voleva che le persone per strada non lo riconoscessero per i vestiti di seconda mano, voleva che lo guardassero e dicessero 'Hai visto? Quello è Ron Weasley!' che il suo nome venisse ricordato per qualcosa che avesse fatto lui, non per lo stato sociale della sua famiglia. Odiò sempre di più quell'idiota di Malfoy in quel momento, lui e le sue parole aspre dette con tono saccente.

Le grandi porte del castello si aprirono minacciose e una figura dall'aria austera era già lì davanti, in piedi, ad aspettare la fila di undicenni che si dondolavano nervosi sui piedi o che commentavano estasiati con il compagno che avevano di fianco.

Ronald chiuse gli occhi per qualche secondo, doveva lasciare stare quei pensieri, non sarebbero serviti a nulla.

"-la cerimonia dello smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti. Nell'attesa, vi suggerisco di rimettervi il più possibile in ordine"

Non ascoltò mai veramente quello che la professoressa McGranitt disse prima di quelle fatidiche parole, la vide uscire dalla stanza, come vide il ragazzino dai capelli neri al suo fianco deglutire pesantemente con un impressionante espressione di sconforto. Avrebbero fatto a gara, ne era sicuro.

"Di preciso, in che modo ci smistano per casa?" gli chiese Harry.

Ronald era ancora abbastanza scombussolato dalla sua effettiva presenza, ma provò a non darlo a vedere.

"Una specie di prova, credo. Fred ha detto che è molto dolorosa, ma penso che stesse scherzando"

Harry contemplò il pavimento per qualche secondo dopo la sua affermazione, Ronald si chiese se avesse fatto bene a dirgli una cosa del genere.

Si fermò di nuovo a immaginare lo smistamento che sarebbe accaduto a breve. Forse il cappello gli avrebbe fatto un favore e lo avrebbe messo in Grifondoro, si disse, tutti dicevano che era come i suoi fratelli, questo non escludeva quindi che potesse finire anche nella stessa casa, no? Sospirò brevemente, strofinandosi il naso. Forse se lo avesse messo in Tassorosso non sarebbe cambiato più di tanto. Si prese del tempo per seguire con lo sguardo le figure dei fantasmi che attraversavano le mura, scomparendo alla loro vista, prima che la professoressa McGranitt tornasse e li guidasse sin dentro la Sala Grande. Ronald non potè che maledirsi per gli sgargianti capelli rossi e gli sguardi che essi attiravano.

Le sue orecchie erano estranee ai bisbigli di meraviglia, i suoi occhi osservavano solo il capello rattoppato posizionato sul basso sgabello di legno, sul soppalco riservato al tavolo dei professori. Camminavano in fila, in mezzo ai tavoli di Grifondoro e Tassorosso. Ronald vide suo fratello Percy che gli mandava un'occhiata decisa e piccata. Evitò il suo sguardo come si evita la peste, ritornando rapidamente a guardare verso il tavolo dei professori. Spalancò gli occhi meravigliato quando il pezzo di stoffa si contrasse e il cappello iniziò a cantare; mai nella sua vita ne aveva visto uno simile.

I nomi scorrevano rapidamente, e gli studenti venivano smistati con altrettanta facilità. Memore di quello successo in treno, Ronald incrociò le dita dietro la schiena una volta che venne il turno di Harry. Il cappello gli coprì gli occhi.

"GRIFONDORO!"

Sorrise. Gli applausi dal tavolo a fianco gli arrivarono nitidi, tra cui spiccavano le voci dei gemelli. Iniziò a sentire la stessa morsa allo stomaco che aveva sentito mentre stavano ancora attraversando il lago nero, la stessa di quando suo fratello maggiore lo aveva guardato e aveva detto: 'Ti aspetto al tavolo allora'.

Perché erano tutti così sicuri che sarebbe finito in Grifondoro? Cosa faceva pensare a tutti che lui stesso volesse finirci? Neanche lui sapeva che cosa avrebbe voluto che accadesse.

"Weasley Ronald!"

Tremò sul posto per qualche secondo, iniziando a camminare verso lo sgabello, l'improvvisa sensazione star per vomitare. L'ultima cosa che vide prima che il cappello gli cadesse gli occhi fu il pollice alzato di Fred nella sua direzione.

"Un'altro Weasley, eh?"

La vocina era alta e pressoché divertita. Lui non ci trovava nulla da ridere. Si strinse nelle spalle imbarazzato.

"Solo Ron" pensò "Ron, non 'altro Weasley'"

"Bel caratterino per un undicenne" commentò il cappello. "Dove potrei metterti?"

"È tua la scelta, non mia"

Non sentì più niente per il resto del tempo che passò lì sotto, a sperare che forse ci fosse una possibilità per evitare di essere solo l'ennesimo Weasley, qualcuno di speciale per una volta. Il primo in qualcosa.

Ronald Weasley, il primo Serpeverde della sua famiglia.



N.A.

Mentre finisco il capitolo di JAC, vi spillo quest'idea che ho avuto mesi e mesi fa. Ho l'input per render questa oneshot una long shot da tipo 6/7 capitoli, devo riflettere se scrivere gli altri o meno, ma ci sono buone possibilità che alla fine ceda e ci riesca. 

Ave a voi

Vic.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 03, 2020 ⏰

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