Prigione

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Da quella cella, potei sentire il frastuono dei tuoni, oltre a le voci di alcuni inservienti e dei "medici", anche se io preferisco il termine psicopatici.
La pioggia non cesso per un istante, molti uomini, ebbero difficoltà a trasportare una nuova creatura; per poter riuscire a portarla nella loro base, persero 10 uomini, uccisi dal mostro, per i medici mettere le mani su una nuova creatura, li ricaricò di tutte l'energie e, volevamo capire quali fossero le sue capacità, così il loro piano di "ponteziare" gli umani poté a dar avanti.
Avvicinandomi alla parete di metallo, sentii le urla di qualcosa di animale o, che tentò di liberarsi, ma non ci fu solo quella, anche quelle di quei psicopatici insieme ai soldati che discutevano di quel mostro, catturato nei pressi di un paesino disperso tra i monti; ovviamente sapevo molto bene che fine avrebbe fatto, subire ogni tipo di esperimento e se, risulti pericoloso rischi di finire ucciso, almeno tenteranno.  Udendo le urla, provai molta rabbia e rancore, in fondo sono finita in questo postaccio per essermi fidata di alcune persone; in questi anni di prigionia, quel sentimento cresceva è ho provato, svariate volte a scappare ma, sono sempre stata fermata, quanto ho sperato che per un'istantanea saltasse la corrente, così sarei riuscita finalmente ad andarmene da questo posto.
Con rabbia, diedi dei pugni al muro e gridai: <Maledetti bastardi! Lasciateci andare! > ma, l'unica risposta che ottenni fu le loro risate e, una bella scarica elettrica; per colpa di quel tiro mancino, fini a terra tremando, strinsi i pugni e spera con tutto il mio cuore, che un fulmine cadesse e facesse saltare la corrente, almeno avrei approfittato per scappare e per vendicarmi.

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