(2.7)

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Il corso della mia penna fu interrotto dall'entrata di un certo ragazzo castano in camera mia.

Misi da parte la lettera che stavo scrivendo, segnadomi mentalmente di finirla quando sarei stato di nuovo solo, cosa che non ero sicuro sarebbe accaduta quel giorno stesso. Capitava infatti di tanto in tanto che Daniel rimanesse a dormire da me, per poi andare la mattina a scuola assieme.

<<Hey Corbs, come stai oggi?>> domandò il castano chiudendo la porta dietro di sè e avanzando vero il centro della stanza.

Chiedermi come stavo ogni volta che aveva la possibilità di parlarmi era una delle sue "priorità" -o almeno, lui le definiva in quel modo.
Ne ero davvero grato, ma a volte lo odiavo perché di fronte a lui non ero capace di mentire ed era quindi impossibile nascondere ciò che provavo e che magari volevo tenere per me.

Anche odiarlo era impossibile però.

<<Molto bene, soprattutto ora che sei qui.>> risposi con un sorriso.

Mi alzai dalla sedia su cui stavo, mettendo la lettera in disparte assieme alle altre sopra alla scrivania.

Feci qualche passo vero il ragazzo dagli occhi azzurro oceano per poi essere subito avvolto in uno dei suoi calorosi abbracci. Un sospiro di felicità fuoriuscì dalle mie labbra sentendo il suo cuore battere dove avevo appoggiato la testa sul suo petto. Tenni una firma stretta con le braccia attorno al suo collo, come per fargli capire che non avevo alcuna intenzione di allontanarmi tanto presto.

<<Ne sono felice.>> replicò seguito da una risata iniziando a camminare all'indietro portandomi con sè. In pochi secondi la sua schiena colpì la superficie morbida del mio letto e mi trovai completamente disteso sopra di lui.

<<Hai intenzione di fare qualcosa oggi o rimarrò intrappolato qui finché non moriremo entrambi di fame?>>

Mi limitai a nascondere la testa nell'incavo del suo collo, gli occhi chiusi mentre il suo profumo mi invadeva le narici e posavo un piccolo bacio sulla sua pelle abbronzata.

<<Ok, ho capito.>> ridemmo entrambi, nessuno dei due accennava ad allontanarsi.

Dopo qualche minuto sentii le sue labbra premersi contro la mia testa, ovvero l'unico punto che in quella posizione aveva la possibilità di raggiungere.

Mi feci coccolare dal piccolo gesto, quasi addormentandomi quando Daniel cominciò a canticchiare sottovoce al mio orecchio.

<<Non ero venuto qui per fare un progetto di musica per giovedì il cui voto vale metà di quello che ci sarà in pagella alla fine dell'anno?>> mi ricordò lui poco prima che cadessi nel modo sei sogni.

Gemetti frustrato, portandomi la mano sinistra al viso per cercare di strofinare via la stanchezza dai miei occhi.

Il castano (si era da qualche settimana ritinto i capelli) si mise a sedere con la schiena premuta contro la tastiera del letto portandomi su sempre premuto contro il suo petto.

<<Uffa,>> sbuffai per poi mettermi sul posto accanto a lui, le nostre braccia a sfiorarsi mentre le incrociavo davanti a me.

<<Che ne dici se->> iniziò lui sfilandosi dalla testa la felpa che stava indossando e porgendomela <<- ti do la mia felpa e intanto prendo dei fogli e due matite?>>

In pochi secondi avevo già addosso l'indumento.

Mi persi nel calore e il profumo che emanava, dimenticandomi delle lettere sulla scrivania e di come il ragazzo a cui le avevo dedicate si stesse dirigendo verso di essa per prendere i fogli di cui prima parlava.

𝕷'𝐄𝐓𝐓𝐄𝐑𝐒 𝐅𝐎𝐑 𝐘𝐎𝐔 » 𝐝𝐨𝐫𝐛𝐲𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora