2. Il cedimento, la vendetta.

423 15 2
                                    

Dopo qualche ora si ritrovò nelle sue stanze, sotto la cupola di Las Noches.

"Che cazzo è successo?"

Era solo, disteso sul suo grande letto coperto dalle lenzuola bianche, così come il colore delle pareti della sua camera e della maggior parte dei mobili.

Non vedendo nessuno, decise di uscire per cercare chi lo avesse riportato indietro a Las Noches, ma anche nel corridoio non c'era anima viva.

Vagando in giro per l' enorme struttura, sentì delle voci provenire dall' ala est del palazzo.

"Che vuoi?"

Nessuna risposta dall' altro interlocutore.

"Aizen-sama ha ordinato di fare delle ricerche sui nuovi tipi di Hollow che si aggirano nel deserto."

"Lo sai che abbiamo informazioni riguardanti ogni genere di hollow."

"Ne sono stati avvistati alcuni che non avevamo mai incontrato prima assieme a quella che sembrerebbe un' Arrancar."

"Non è possibile, gli unici Arrancar dell' Hueco Mundo vivono qui a Las Noches."

"Aizen-sama ha detto così, quindi obbedisci. E vedi di fare ricerche anche su questa specie di Arrancar che vive nel deserto."

Un ringhio basso e roco fuoriuscì dalla gola dell' uomo che aveva parlato per primo.

"Lo sai che non sopporto fare ricerche su cose di cui non so praticamente niente. Come faccio a raccogliere informazioni se non conosco praticamente nulla su questo argomento? È inammissibile."

"Muoviti."

Da queste parole Grimmjow capì che quelli che stavano parlando erano l' Octava Espada, Siazyel Aporro Grantz, e Ulquiorra.

Quando quest' ultimo si fu allontanato abbastanza dal laboratorio dello scenziato, lo raggiunse con un sonido sbattendolo al muro.

"Ehi tu, possibile che ti ritrovo ovunque vada?"

La Quarta non lo calcolò minimamente, ma si limitò a fissarlo dritto negli occhi con la sua espressione impassibile.

"Sto parlando con te, cagnolino."

"Grimmjow, dovresti andartene, quello che hai appena sentito non ti riguarda minimamente."

La sua voce era piatta, incolore, così come la sua pelle, pallida in modo innaturale.

Grimmjow si avvicinò al volto di Ulquiorra, guardandolo quasi con rabbia, perche se c'era una cosa che lo faceva veramente arrabbiare, era il fatto di non essere considerato.

Quella vicinanza non scompose per niente il moro, che continuò a guardarlo fisso negli occhi non facendo trasparire nemmeno la più piccola traccia di quelle che di solito si definiscono emozioni.

"La sai una cosa? Mi dai proprio sui nervi quando ti ostini a chiuderti in te stesso senza mostrare niente."

Poi, in quel momento passò per la testa di Grimmjow un' idea.

Ghignò.

"Vediamo un po' che succede se faccio così."

Le sue labbra incontrarono quelle di Ulquiorra, che sgranò leggermente gli occhi, e quando la Sexta Espada se ne accorse, sorrise soddisfatto e delineò con la sua lingua i contorni del labbro inferiore dell' altro, mordendolo all' inizio piano, poi sempre più forte fino a quando non sanguinò, e prima di staccarsi, gli leccò le goccie di sangue che stavano uscendo.

Alla fine, anche tu sei come noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora