1 - Di nuovo al Campo

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Ed eccomi qui, di nuovo al campo mezzosangue, davanti a un falò ardente che brucia la stoffa finemente decorata rossa dedicata a Ian, con le lacrime agli occhi.

Quando me ne sono andata dall'isola di Circe ho notato che il mio yacht era sparito nel nulla... Circe. Fortunatamente Poseidone si è ricordato della sua promessa e mi ha mandato due pegaso: Eltanin e un'altro di colore bianco abbagliante.

Rune? Rune sta bene. E' stato felicissimo di vivere nella casa uno, circondato dai fulmini e con la statua enorme di suo padre che lo stalkera costantemente... sembra che Zeus sia sceso dal suo poggiachiappe regale proprio per venire a salutarlo! Per gli dei che onore! Sì... come no...

Però il poveretto non se la tira poi tanto... evoca fulmini ogni volta che starnutisce e ha distrutto quattro spade incenerendole... ma è un bamboccione.

Durante il viaggio mi ha spiegato, in inglese, che lui non sapeva di essere un semidio e che era arrivato mentre era in crociera. Sua madre gli aveva regalato una spada di bronzo celeste che doveva sempre portare al fianco, ma non gli aveva mai detto che era figlio di un dio. Aveva capito di essere un ragazzo... speciale, poiché era l'unico a vedere le orrende trasformazioni dei tizi per strada e a dover distruggerli. Era sopravvissuto nell'ombra fino a quel momento.

All'arrivo al campo mezzosangue si sono fiondati tutti su di lui a fargli domande... tranne i ragazzi della casa di Ares. Mi hanno vista da sola e subito hanno chiesto: "Dov'è Ian?"

Dolore.

Cuore ridotto in mille pezzettini piccoli piccoli.

Sono rimasti un po' scandalizzati quando hanno saputo della nostra piccola storia, ma ormai non aveva più importanza.

Abbiamo passato un mese intero a cucire la stoffa per Ian, doveva essere bellissima e perfetta.

Ci è voluta però una settimana intera prima di superare il dolore, e così, dalla fine di Luglio, siamo riusciti a terminare il drappo alla fine di Agosto, senza intoppi.

Ora era il momento dell'addio.

Non ce la potevo fare ad osservare ancora quella colonna di fuoco, e pensare che era stata colpa mia, solo colpa mia. Per non piangere davanti agli altri mi ritirai nel bosco, non potendo nemmeno contare sulla consolazione di Adrian.

Tra di noi c'era stata una storia, ed ero felicissima. Appena tornata, in infermeria, mi aveva baciata e, malgrado tutto quello che era successo con Ian, dopo una settimana mi convinse a mettermi con lui.

Una settimana. Una fottutissima settimana eravamo stati insieme, poi lui era partito per la sua prima impresa, felicissimo. Doveva essere una cosa breve... ma erano passate già tre settimane... e di lui nessuna traccia!

Piansi, piansi ancora seduta con le spalle a un albero.

Poi uno scricchiolio. Rune mi si stava avvicinando.

- Tutto bene? - mi chiese. Appena superati i confini del campo avevamo cominciato a comprenderci tranquillamente.

- Sì, sì... sto bene... - singhiozzai io.

- Non sembrerebbe... - mi si sedette vicino, cingendomi le spalle con un braccio.

Okay... era bellissimo e tutte le ragazze del campo stravedevano per lui; ma noi eravamo solo amici, davvero! Da quando l'avevo ritrasformato in uomo si fidava ciecamente di me, e cercava di ricambiare il mio favore in tutti i modi!

- Perché tutti quelli a cui voglio bene muoiono? Prima i miei, poi Ian e ora Adrian... non voglio pensarci... -

Tutta la casa 6 era in subbuglio e si cominciava a pensare al peggio. Alex era diventata capogruppo e cercava di fare del suo meglio... ma Adrian era impareggiabile, lo ammetteva anche lei.

The Last HopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora