Parte 4: inizia l'avventura

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ITZIAR'S POV: 

Il giorno dopo mi alzai abbastanza presto, verso le sette, mi vestì, e mi diressi verso un edificio, che il giorno prima mi era sembrato molto più minuscolo, per aiutare i bambini più piccoli a vestirsi e fare colazione. Ecco una cosa che non ho detto e che parte del mio lavoro, almeno all'inizio, consisteva nel presentarmi al dormitorio dei bambini dai tre ai dieci anni circa alle sette e mezza. Dovevo entrare e iniziare a svegliare i più grandi, dare loro i vestiti e indicare loro la mensa. Dopodiché svegliavo i più piccoli, li vestivo e li portavo per mano a fare colazione. Quella mattina feci esattamente così, arrivata in mensa poi, con l'aiuto di altri volontari, riuscì a far fare colazione ai bimbi. Non avevo molte esperienze coi bambini, soprattutto così piccoli, ma mi piaceva e adoravo i sorrisoni che mi facevano. Dopo aver mangiato, iniziarono a dividersi in diversi gruppi: alcuni andavano a pitturare, alcuni a correre, altri ancora a fare un bagno nel fiume e alcune ragazze a cucinare il pranzo per tutti. La mia attenzione venne catturata quando annunciarono che da quel giorno sarebbe partito il corso di teatro con Alvaro, il nome non mi diceva nulla, ma quando lo guardai mi ricordai immediatamente l'uomo affascinante che si scontrò con me nella sede dell'ONG. Non potei fare a meno di sorridere della coincidenza di ritrovarci di nuovo nello stesso posto. Rimasi un po' imbambolata a guardarlo fin quando non partì coi ragazzi alla volta del giardino esterno. La mia presenza venne richiesta in cucina dove due mani in più non guastavano mai e insieme alle ragazze preparai il pranzo. Il resto del pomeriggio lo passai a leggere delle storie ai bambini che dovevano fare il riposino e a rifare i letti per la notte. Dopo aver mangiato la cena preparata da alcuni volontari e dopo aver messo a letto i più piccini, mi avviai verso la mia tenda e, arrivata lì, mi resi conto che qualcuno mi stava aspettando: Alvaro.

ALVARO'S POV: 

Quella mattina mi alzai abbastanza tardi e mi diressi subito in mensa per una colazione, durante la quale scambiai qualche parola coi miei collaboratori. A quel punto iniziarono a dividere i ragazzi, affidandomene una ventina. Mentre li chiamavano una donna con in braccio un bambino di tre anni attirò la mia attenzione. Era la donna che due settimane prima avevo incontrato nel corridoio dell'organizzazione, con gli stessi occhi marroni, gli stessi capelli tendenti al biondo e lo stesso sorriso. Quando finirono l'appello presi i bambini e mi diressi fuori, dove iniziammo a conoscerci. Chiesi loro cosa li piacesse fare, se li piacesse il teatro e se ne avevano già sentito parlare. Dopodiché presi un libro, in realtà un copione e iniziai a leggere la trama di uno spettacolo che avevo già messo in scena dove insegnavo qualche mese prima, che parlavi di alcuni ladri che entravano nella zecca dello stato per fabbricarsi delle banconote con di sfondo alcuni problemi sociali a loro già noti. Tutti, con mia sorpresa, decisero di farne parte. Quindi leggemmo di nuovo insieme il copione e feci un breve provino a tutti. Finito il tutto era ora di cena quindi portai i ragazzi in mensa e mi sedetti con gli occhi in cerca di Itziar, il nome l'avevo chiesto durante la merenda quello stesso pomeriggio al mio responsabile che poi scoprì essere anche il suo. Dopo averla vista decisi di aspettarla davanti a quella che presumevo essere la sua tenda. La vidi comparire dopo un'ora e le feci un cenno con la mano in modo che mi notasse. Quando mi raggiunse le porsi la mano e mi presentai, lei fece lo stesso invitandomi nella sua tenda per una chiacchierata. Parlammo per ore di chi fossimo, cosa facessimo, come eravamo arrivati in quella missione e come fosse andata la giornata. Con lei il tempo mi sembrava passare troppo in fretta. Alle undici ci salutammo con la promessa che il giorno successivo ci saremmo visti; quando alzandomi le urtai il braccio, il mio corpo si surriscaldò. Ancora in imbarazzo le augurai la buonanotte e me ne andai.

ITZIAR'S POV: 

La serata con Alvaro è stata davvero bella nonostante il tempo fosse passato troppo in fretta. Quando alzandosi mi sfiorò il braccio un brivido percorse il mio corpo, non mi era mai capitato prima. Dopo averlo salutato mi addormentai.

Io e lei || ALVITZ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora