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"I spend my nights thinking the worst

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"I spend my nights thinking the worst."
Him 


"Ricorda, Y/n, una ballerina muore due volte -la prima è quando smette di ballare, e questa morte è la più dolorosa."

Spalancai gli occhi scostandomi dalle braccia di Morfeo e da quell'incubo.
Era da anni che non facevo quell'incubo, e sapevo qual'era la causa del suo ritorno.

Suga.

Mi misi seduta sul letto trascinandomi il lenzuolo a coprirmi il petto.
Appoggiata con la schiena alla testiera, voltai il viso verso il ragazzo dormiente accanto a me.

I suoi capelli biondi ricadevano spettinati sul cuscino e quelle pozze nere -che tanto temevo quanto bramavo- erano nascoste sotto le palpebre pallide.

I miei occhi vagarono fino alle labbra rosee e schiuse, che qualche ora fa ebbi il privilegio di assaggiarle.
Non mi dispiacque per nulla ciò che era accaduto questa notte, ma non doveva succedere.

Ripensai al patto fatto in cucina qualche mese fa.
Entrambi l'avevamo infranto, almeno da parte mia.

Nessuno dei due doveva innamorarsi dell'altro.
Ma ho fatto una gran cazzata.

In queste ultime settimane mi sono esibita in vari teatri, danzando sulle sue note.
C'era un qualcosa di lui che a me continuava a rimanere ignoto: ogni volta che suonava non si mostrava mai in viso.

Mascherina nera a coprirgli naso e bocca, accompagnata da un cappellino nero che aveva l'obbiettivo di nascondere i capelli biondi.
Probabilmente non voleva avere visibilità.

"Una foto dura di più."

Scossa dalla sua voce roca e impastata dal sonno, mi accorsi che avevo passato gli ultimi cinque minuti a fissarlo.
Sbuffai, voltando lo sguardo in avanti.
"Non ne ho bisogno, grazie."

Che figura di merda, pensai.

[...]

Ridacchiai nel vederla così imbarazzata.
Almeno ora ero certo che oltre alla rabbia e noia provava anche imbarazzo.

Mi alzai mettendomi seduto con la schiena poggiata alla testiera.
I secondi consecutivi furono pieni di silenzio, non  era un silenzio imbarazzante, solo un semplice e innocente silenzio.

Notai un paio di scarpette posate per terra in un angolo.
Il loro aspetto era usato e consumato, ma la cosa che mi lasciò perplesso era il loro colore: nero.

Strano, pensai.

"Erano di mia madre" disse d'un tratto la ragazza accanto a me.
Voltai il viso verso di lei, alzando un sopracciglio come a chiederle ulteriori spiegazioni.

"Le scarpette...erano di mia madre."

Vidi nuovamente i suoi occhi riempirsi di apatia e solitudine.
Probabilmente alle spalle si portava un fardello più grande di lei e i suoi passi erano l'unica cosa che la rendevano leggermente più libera. Ecco la spiegazione delle suo solite e abituali emozioni.

Rabbia, noia, tristezza, solitudine, apatia...se non fosse stato per le prime quattro, avrei dedotto che è senza emozioni.

"È meglio che iniziare a prepararci, tra due ore dobbiamo essere in teatro."

Senza aggiungere altro ella si alzò e, dopo essersi messa una maglietta larga, si diresse verso la porta della stanza.

La vidi fermare i suoi passi allo stipite dell'entrata in legno e prese a parlare guardando sempre in avanti.

"Questa notte non è successo nulla. È meglio rimanere professionali.
Altrimenti finiremo col bruciarci entrambi."



"A quel tempo non avrei mai immaginato
le conseguenze di quella notte.
Le conseguenze della mia cazzata.
Ancora una volta, la mia impulsività
aveva avuto la meglio su di me,
ma avrei comunque tenuto gli occhi chiusi
fino a quel giorno."





°
Oramai sapete come sono messa con gli orari heheh 👀

Comunque questo è un capitolo di 'passaggio' per ciò che accadrà nel prossimo

Scusatemi per gli errori e spero che la lettura sia stata di vostro gradimento 🤧

Alla prossima👋🏻💕

𝗘𝗠𝗢𝗧𝗜𝗢𝗡𝗟𝗘𝗦𝗦 [無動於衷] ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora