respiri affannosi

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Passi rumorosi si avvicinavano sempre di più ai due. La signora Adduel era pietrificata e appanicata: il suo respiro affannoso avvolgeva la camera. Cercò di urlare per richiamare le figlie ma Jack le disse di stare in silenzio. Quest'ultimo era sul luscio della porta, noncurante di nulla: per lui era tutto normale! Un rumore simile a quello di un' ascia accompagnava i passi pesanti. Erano sempre più vicini fino e inquietanti. Alis riuscì a muoversi a stenti: fece due passi indietro e intanto pensava alle figlie che erano andate ad esplorare il resto dell'albergo. Era spaventata a morte: anche il rumore dell'ascia era sempre più vicino fino a quando:
"Buongiorno Signor Stupper ha già esplorato l'albergo?" disse con voce orgogliosa il propietario.
La moglie di Jack fece un respiro profondo: aveva pensato al peggio. Egli indossava degli scarponi neri lucenti da neve perché sarebbe dovuto partire per alcune commissioni in montagna. L'ascia in questione era la punta dell'ombrello: fuori il tempo era pessimo. Si sentiva l'odore della pioggia in arrivo. Vi erano nuvole sparse nere che sembravano essere cariche di gocce.

"Buongiorno a Lei. No abbiamo visto solo questa stanza. Le nostre figlie invece sono andate di sopra a dare uno sguardo. Sinceramente ora non so dove sono, non si sentono da un po' " disse con tono quasi sorpreso Jack. Alis, una donna assai paurosa, intanto era salita per andare a cercare le ragazze. Sotto il suo punto di vista l'albergo risultava tetro e inquietante: porta su porte riempivano i corridoi lunghi e illuminati dalle luci forti dei grandi lampadari che si trovavano sulla sua testa. L'atmosfera non era una delle migliori: la signora Alis camminava in modo lento e pacato. Il suo respiro diventava sempre più assente. Nel silenzio che avvolgeva il corridoio, si potevano udire le palpitazioni del suo cuore, come se avesse una forte tachicardia.
"Mamma eccoci" disse la figlia minore. Alis si girò di scatto con la paura che non fossero loro. Avevano visionato tutto l'albergo, il primo piano con annessa piscina al coperto enorme, la sala colazione, i piani superiori e le loro camere: esse erano alquanto grandi, dotate di lampadari che illuminavano tutto il perimetro. La stanza da letto delle ragazze era più piccola. Le pareti erano giallo acceso: sembrava come se la luce filtrasse per 24h su 24. Le grandi finestre lucide in legno si affacciavano sul lago che costeggiava l'albergo. L'acqua era sporca e la vegetazione non era curata. Quel posto sembrava abbandonato dalle persone ma abitato da presenze strane.

L'albergo a parteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora