Lady x Andrea, "ti amo"

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L'allarme rimbomba tra le varie aule dell'istituto, gli alunni e gli insegnanti si dirigono a passo svelto verso l'uscita principale. Tra essi ci sono io, con la mia classe ci trovavamo in palestra quando l'allarme scattò poco fa. L'insegnante ci dice di mantenere la calma e di uscire in file da due. La Valentina mi affianca in corridoio, staccandosi dalla sua classe, sembra angosciata.

Le prendo una mano e gliela stringo portandola con me fino all'uscita. L'istituto è stato fatto svuotare completamente, gli insegnanti e i loro allievi sono qui che guardano la loro scuola bruciare. Alza lo sguardo a mio volta, impotente dinanzi a quella catastrofe inspiegabile.

L'istituto non è un normale edificio, per cui le fiamme che lo stanno velocemente inghiottendo devono essere di una forza spaventosa. Chissà che diamine è accaduto, gli insegnanti borbottano tra di loro, alcuni ipotizzano sia un attentato terroristico addirittura.

Io non penso, ho come un strano presagio che mi blocca quasi il respiro, spero con tutte le forze di sbagliarmi. Mollo la mano della Vale iniziando a cercare tra la folla, la ragazza dagli occhi color ametista mi chiama gridando il mio nome, ma non le do retta. Sguscio tra la gente, guardo tutti in faccia cercando lui, ma nulla, sembra esser stato inghiottito dalla terra e assieme all'esasperazione di non trovarlo, accresce anche il mio presagio. Con la coda dell'occhio scorgo una sagoma, Lucas. Gli vado in contro, ma non alza manco lo sguardo da terra e mi supera in silenzio camminando velocemente.

Mi fermo di colpo, d'un tratto mi pare tutto così ovvio, come ho fatto ad essere così stupida?
Senza alcun indugio faccio retromarcia correndo verso l'entrata dell'istituto, ignorando le persone che provano a fermarmi. Le fiamme avanzano rapidamente, ormai è una corsa contro il tempo, le mura dell'edificio non sopporteranno a lungo e io ho decisamente poco tempo.

Corro tra i corridori a perdifiato con una sola intenzione, trovarlo e uscire con lui. Grido il suo nome più e più volte correndo e controllando in ogni dannata aula che mi si para davanti, ma di lui nessuna traccia. Le fiamme avanzano pericolosamente, sono ancora un'allieva maldestra, quindi non so usare i miei poteri, il bruciore di quel fuoco a me conosciuto inizia a farsi sentire, ma non posso demordere. Mi appoggio ad una colonna portante riprendendo fiato, ho controllato il primo e il secondo piano, palestre e laboratori inclusi, dove diamine sarà?

Mi porto i capelli indietro, sto sudando, questo posto si sta trasformando in un forno, un forno decadente. Mi lego la felpa alla vita per poi riprendere la mia corsa verso il terzo piano, ragioniamo, dove diamine si sarà ficcato? Ecco che mi parte un flashback di diverso tempo fa, mi mostrò che sotto la struttura ci stavano le cantine che ormai non erano più utilizzate, per cui, nel tempo libero e spesso per scappare dalle lezioni era li che si rifuggiva. Mi do nuovamente mentalmente della stupida e faccio immediatamente retromarcia, lanciandomi tra le scale e correndo per i corridoi che mi separavano da lui. Eccoli, gli scantinati, appena ci metto piede dei singhiozzi mi fanno sobbalzare, corro verso una delle stanze e la apro quasi buttandola giù.

Come immaginavo, eccolo li. In ginocchio a terra che si tiene la testa tra le mani e singhiozza, avvolto dalle fiamme. Non perdo tempo e gli vado in contro con l'intento di abbracciarlo, ma appena la mia mano gli si posa sulla spalla un forte bruciore mi costringe a ritirarla. Non è più lucido quindi non controlla le fiamme, mi brucia involontariamente, probabilmente non si è manco reso conto della mia presenza. Mi accuccio davanti a lui e cerco di attirare la sua attenzione chiamandolo. "Andrea, Andrea, ANDREA! Dannazione sono qui con te, guardami!" la preoccupazione mi fa tremare la voce e le mani, che stringo sulle mie ginocchia. Lo chiamo a grande voce, ma sembra non sentirmi. Continua a fare no con la testa, stringendosi tra le mani i capelli ed emettendo grida di dolore tra i singhiozzi, mi sembra di sentire diversi "mi dispiace" e qualche "mi odia". Non faccio fatica a rimettere assieme i pezzi, Lucas fuori di se e ora Andrea in una piena crisi, hanno palesemente litigato e anche pesantemente. Le mie grida e suppliche di ascoltarmi non gli arrivano, decido così di ignorare le fiamme e di abbracciarlo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 03, 2020 ⏰

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