Capitolo 1

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Me ne stavo in pace a fare uno dei tanti lavori da hacker dell’Interpol. Stavo cercando di accedere ai file protetti di un boss della mafia di New York. Ora che ci sono riuscita (un gioco da ragazzi, il sistema di protezione non era poi così complicato) non posso neanche dare un’occhiata. Sono la migliore in circolazione, o almeno così dicono.

“Hey Ale, il capo vuole vederti”

“Non ora Jones, sono arrivata ai file protetti”

“Mi ha detto che non hai scelta, è arrivato tuo zio dal Giappone, sai, per l’approvazione della missione sotto copertura”

Abbandono quei file e senza dire una parola mi dirigo alla velocità della luce nell’ufficio del capo. Mio zio è il famoso (si fa per dire) ispettore Zenigata. Sono italo-giappo-americana (?): giapponese da parte di mio nonno paterno, americana da parte di mia nonna paterna e italiana da parte di mia madre. Sono nata e cresciuta a New York, ma a 15 anni mi sono trasferita a Tokyo. La mia storia è piuttosto lunga, ve la racconterò un’altra volta, anche perché per ora non sono affari vostri. A vent’anni sono tornata a New York per studiare, a ventidue ho conseguito la laurea in medicina, caso raro il mio vero? Cosa ci faccio all’Interpol? Scoprirete anche questo dopo. Erano mesi che volevo provare la carriera di agente sotto copertura, mi sto stufando di stare alla scientifica. Mi hanno assegnato il caso Lupin III. Il caso però è di mio zio, per questo ci vuole la sua approvazione per la collaborazione. Sono anni che cerca di arrestare Lupin, ma con scarsi risultati. Quando arrivo non busso nemmeno, sono troppo euforica.

“Allora, quando comincio?”

“Non si usa bussare?”

“Mi dispiace capo ma sono…un po’ fuori dagli schemi”

“Non è un caso un po’ troppo tosto come prima missione sotto copertura?”

“Ciao anche a te zio. Comunque…cos’è, non ti fidi di me?”

“Mi fido di te, ma in quella banda ci sono elementi particolarmente pericolosi”

“Li affronterò, altrimenti perché avrei questa?” scosto il lato destro della mia giacca, mostrando così l’impugnatura della mia magnum che spunta dal fodero. Già, non uso la pistola di ordinanza come ogni altro poliziotto normale.

“Secondo me è una cattiva idea. Non so, potresti farti coinvolgere emotivamente”

“Io che ho la sensibilità di un carro armato!? Non farmi ridere. Scommetto 100 dollari che la missione sarà un successo”

“E va bene, ci sto”

“Che hai da dirmi su di loro?”

“La banda è composta da tre persone, più una quarta che da un po’ di tempo non si fa vedere”

“Sìsì ok, voglio vederli in faccia”

“Innanzitutto abbiamo Lupin III, figlio del altrettanto famoso ladro Lupin II, nonché capo dell’organizzazione”

“E’ un maestro nell’arte del travestimento bla bla bla. Di lui so già tutto per sfinimento…chissà come mai, forse perché me ne hai parlato così tanto da farmi venire il mal di testa”

“Poi abbiamo Goemon Ishikawa XIII. Fa parte di una stirpe di samurai che per vivere compieva omicidi su commissione, e parlo al passato perché con Goemon è da qualche anno che questa tradizione non è più trasmessa. Con se ha la spada onnipotente, è indistruttibile e capace di tagliare ogni cosa, e come se non bastasse le sue tecniche samurai sono molto efficaci, ucciderlo è quasi impossibile, per questo è il secondo elemento più pericoloso del gruppo. Fujiko Mine è la componente che potrebbe non fare più parte del gruppo, visto che da sei mesi non collabora con Lupin”

Interpol no moreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora