Joconde Joannore e Marco Vaniglia (Parte 1)

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"Barista, versane un altro, adesso!"

La ragazza si alzò barcollando dal suo fidato sgabello in tessuto rosso.

"Veloce, non farmi venire lì dietro sai?!"

Una volta che fu in piedi realizzò che le gambe non avevano probabilmente ancora ricevuto l'impulso dal cervello di restare rigide e sostenerla, quindi in un tentativo di "salvarsi con stile" lasciò cadere le braccia sul bancone e si aggrappò con forza a questo.

"Smettila di chiamarmi barista, mi conosci Joconde non è che se sto lavorando divento un estraneo"

Il ragazzo che stava dietro al bancone, intento ad asciugare un tipico bicchiere per Margarita, appoggiò lo straccio che stava usando sul bordo del lavandino in metallo grigio.

"E no, non ti darò nient'altro da bere, sarà il sesto drink che ingurgiti come una disgraziata, non contribuirò al tuo coma etilico"

Il barista sospirò rumorosamente per poi stropicciarsi disperatamente gli occhi.

"E tu, Marco, potresti dirle qualcosa di tanto in tanto!"

"Che devo dirti?! Sai com'è fatta Joconde, se inizia a bere non ascolta più nessuno, nemmeno me!"

Il ragazzo dai voluminosi capelli castani alzò gli occhi al cielo, affondando sconsolato il muso nel suo bicchiere colmo di rigorosamente analcolica Coca Cola Zero.

"Eddai Marco, parlagli tu! Convincilo a darmi qualcos'altro!" la ragazza guardò profondamente il vicino di sgabello negli occhi per poi far incontrare le labbra e mettere la bocca a bacio, addolcendo la voce "Se lo convincerai ti darò un bacino in cambio!".

"Finiscila, se continui così morirai!" il ragazzo alzò lievemente la voce, tentando in tutti i modi di impuntarsi sulla sua posizione.

La ragazza lo squadrò con occhi accusatori, aveva uno sguardo serio, uno sguardo omicida, avrebbe potuto sciogliere un muro con una semplice e fugace occhiata, improvvisamente però la sua espressione si fece allegra e la bocca sprofondò in una vivace risata "Quindi ti stai opponendo, mh? Bene, bene, a casa te la farò pagare, te ne pentirai ragazzino!" man mano che parlava, teneva il suo fidato indice destro rigido e puntato verso al ragazzo che tratteneva in volto un'espressione incrociata tra la confusione e la disperazione.

"Hai visto? Per colpa tua una volta arrivato a casa morirò!" batté un pugno sul bancone piagnucolando in direzione del barista.

"Non credo intendesse quello, Marco" il ragazzo ridacchiò iniziando a riordinare le varie bottiglie di super alcolici che aveva davanti.

Proprio in un pub della verdeggiante Irlanda, il Crazy Platinum, iniziò la bizzarra storia di Joconde, una ventenne dai capelli blu e neri, primogenita della famiglia Joannore, un ramo della famosa dinastia Joestar e del suo delicato e timido fidanzato dalle origini italiche Marco Vaniglia, costantemente accompagnato da un immancabile beanie color ocra.

Nella ridente cittadina di Golderberg, nei pressi di Cork, le cose filavano sempre lisce, i cittadini si conoscevano l'un l'altro e lasciavano sempre le porte aperte.
Il senso di comunità era davvero molto forte.

Quando arrivava la notte però, le cose cambiavano drasticamente, tutti quei teppisti che durante il giorno si mimetizzavano tra la gente senza creare scompiglio, forse anche per non rovinare l'aria di perfezione e impeccabilità che vorticava intorno al paesino, si lasciavano andare e si riunivano alle entrate dei club e dei locali, pronti a infastidire e alle volte derubare coloro che a prima vista sembravano più deboli e incapaci di difendersi.
Golderberg era però una cittadina ricca di sorprese, non sempre ciò che sembrava vero finiva per dimostrarsi tale.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Burn Bright Justice!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora