Capitolo 1.

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Una giornata tipo di Luke era la seguente: sveglia alle 8 di mattina, un'ora dopo avrebbe avuto scuola e di pomeriggio, dopo essersi assorbito ore a casa con i propri genitori, sarebbe andato al corso di musica accompagnato da Calum o Ashton.

"Luke, intendi stare tutto il giorno qui?" esclamò il maggiordomo abbassando velocemente le coperte dal corpo dal biondo.

Il ragazzo sbuffò e si alzò finalmente dal letto, spense la sveglia fastidiosissima posta sul comodino in fianco, per poi lasciare la stanza senza aggiungere parola.

Ashton sospirò, irritato dal comportamento poco educato del piccolo, ma chiuse un occhio e sistemò il letto, come faceva ogni giorno.

Luke scese le scale con un passo lento e assonnato, guardò i suoi genitori seduti in cucina, suo padre stava leggendo il giornale e sua madre stava cucinando, molto probabilmente, la sua colazione.

"Buongiorno" disse semplicemente, andandosi a sedere in fianco al papà.

"Ciao caro, dormito bene?" chiese ad un certo punto la mamma, sorprendendo leggermente Luke per lo strano interesse.

"Sì mamma, perché?" lei lo guardò sorridendo e poggiò sotto il naso del ragazzo la sua colazione preferita, una buonissima frittata accompagnata da due fette di pancetta e un bicchiere di succo d'arancia. Amava il succo d'arancia.

Ma tutto questo non lo distrasse e continuò a guardare sua madre.

"Che devi dirmi?" quest’ultima domanda fece scattare entrambi i genitori, che si sedettero ordinatamente davanti al figlio.

"Lucas, ricordi quella volta che hai fatto quella pubblicità, nella quale interpretavi il ruolo di una.. bambina?" cominciò suo padre, incrociando le braccia sul tavolo. Quando faceva così significava che doveva dire qualcosa di importante.

Intanto Ashton aveva sistemato tutti i letti delle camere e stava scendendo le scale, e non appena sentì le parole dell’uomo, si bloccò all'istante, restò sull'ultimo scalino e non intendeva andare in cucina. Non voleva rovinare il momento, sapeva che stava per finire male.

E infatti dopo pochi secondi, il biondo cominciò a urlare.

"Non farò mai più quella pubblicità, e soprattutto non dopo quello che mi avete detto! Non bacerò mai un ragazzo e non voglio di nuovo travestirmi da donna!"

La madre abbassò il capo subendosi le sue urla, sapeva che non lo avrebbe più controllato e capiva i suoi disagi, nessun maschio avrebbe mai accettato di fare una cosa simile.

Luke corse in velocità verso le scale e fortunatamente non notò Ashton, che stava nascosto a pochi passi da lui.

Uscì subito dopo dal nascondiglio e raggiunse la cucina, si avvicinò ai due adulti e sospirò per attirare la loro attenzione.

"Mi dispiace signori Hemmings, accompagnerò io Lucas a scuola."

"Grazie per quello che fai Ashton, ti aumenterò la paga." disse semplicemente l'uomo, alzandosi in piedi e accarezzando dolcemente i capelli della moglie per farle recuperare energia. Lei semplicemente annuì e schioccò un bacio sulla guancia del maggiordomo.

"Sei giovane, vai un po' a divertirti stasera, magari con Calum."

Oh sì, Calum.  E proprio quando si stava parlando del diavolo, spuntarono le corna.

"Ciao famiglia!" esclamò il moro, entrando in casa in modo maleducato, mentre il piccolo biondo stava scendendo le scale. Ashton si voltò per osservarlo e Luke lo raggiunse, abbracciando dolcemente il fratello.

"Ciao Cal! Mi accompagni a scuola?" chiese facendo due occhioni adorabili, solita strategia per convincere chiunque.

"Fratellino, non ti porta Ash?"

"Venite tutti e due, forza!" e infine, il biondino prese per mano il maggiordomo e il fratello maggiore, li trascinò fino alla macchina e si fece accompagnare a scuola.

La testa di Luke era sempre un casino, ma quella mattina lo era particolarmente. La richiesta assurda dei loro genitori era inaccettabile e raccontò tutto con i minimi dettagli ai suoi compagni di corso.

"Non ci credo! Tu, vestito da sposa? E chi sarà il fortunato?" esclamò Joshua ridendo, ottenendo solo uno spintone dall'amico.

"Non lo so, penso sarà quello di sempre.." sussurrò Luke abbassando la testa.

"Vuoi dire Michael Clifford?" chiese questa volta Chris, mentre continuava a ridacchiare con gli altri suoi amici.

Quando il biondo sentì pronunciare quel nome, spalancò gli occhi e cominciò involontariamente a tremare. Michael Clifford. Il ragazzino dagli occhi verdi che da piccolo aveva fatto con lui quella maledettissima pubblicità. E ora che poteva fare? Michael lo credeva una donna, e non se la sentiva affatto di farlo dopo quest'ultima riflessione.

Ora era definitivamente fottuto.

Love and Patient - Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora