8.

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Moira giocava distrattamente con le matite colorate mentre, accanto a lei, Harry era seduto sul divano con la schiena china in avanti e il pugno che sorreggeva la fronte. La teneva d'occhio, assorto nella conversazione con sua madre.

- Te l'ho già detto, mamma, è da tre giorni che... - provò a dire, ma venne interrotto ancora.

- Harry, un bambino! Stiamo parlando...

- Di una bambina, mamma! - esclamò arrabbiato lui, alzando il tono della voce. Moira si girò verso di lui, scrutandolo curiosa con le sue iridi verdi. Harry si morse il labbro passandosi una mano tra i capelli.

- Te l'ho già detto, con o senza la tua approvazione io chiederò la custodia di Moira e la terrò con me - spiegò duramente.

Anne sospirò. - Amore, non sto mettendo in dubbio che tu voglia farlo, ma è un impegno gravoso.

- Un impegno che ho deciso di assumermi - la rimbeccò lui.

Anne rimase in silenzio per qualche istante. - Sicuro?

Harry si strofinò la fronte, cercando di non irritarsi. - Ti ho detto di sì, mamma.

- D'accordo allora. Parlo io con Robin e Gemma, ti chiamo dopo. Ti voglio bene.

Harry non riuscì nemmeno a rispondere, per quanto sorpreso era. Guardò lo schermo del cellulare illuminarsi e poi spegnersi e sospirò,  infilandoselo in tasca.

Si girò a guardare Moira, che aveva lasciato perdere i pastelli e lo stava guardando da un po'. Le sorrise.

- Ehi, piccola. Che ti va di fare?

Lei scrollò le spalle. Harry arricciò il naso, pensoso. - Vuoi uscire?

Moira scosse la testa. Poi un lampo di genio attraversò i suoi occhioni e si voltò verso i fogli bianchi. Afferrò un pastello azzurro e cominciò a disegnare. Harry si sporse sopra di lei e vide con sorpresa che le dita di Moira stavano tracciando la sagoma di un uomo con sorprendente decisione. Braccia, gambe e busto erano perfettamente proporzionati, anche se erano stati disegnati frettolosamente e conservavano i tratti semplici tipici dei bambini. Harry inclinò la testa mentre Moira raffigurava un viso sorridente, colorando le guance.

Era un ragazzo, e quando lei aggiunse delle frecce al braccio capì subito.

- Liam? - chiese sorpreso. Lei annuì timidamente. Harry sorrise felice.

- Vuoi vederlo?

Lei abbassò la testa, percependo le sue parole incredule come un rimprovero. Harry sorrise e le baciò la fronte. - Lo chiamo subito.

     》》》》

Harry alzò lo sguardo e smise di ridere, ma non di sorridere, quando Liam apparve sulla soglia della cucina. Lui e Moira avevano appena finito di impiastricciarsi tutti con l'impasto dei biscotti, e sembravano degli indiani, con le strisce marroni sulle guance e sulla fronte.

- Ehi, Li - lo salutò sorridendo.

Lui sorrise e guardò affettuosamente Moira, che lo fissava intimidita.

- Ciao, Hazza. Volevi vedermi?

Harry prese in braccio Moira, facendola sedere accanto al lavandino. Le passò uno straccio umido sul viso per ripulirla.

- In realtà non io. Moira voleva vederti. Ti ha anche disegnato.

Liam assunse inconsapevolmente un'espressione sbalordita che fece ridere l'amico mentre le guance della bambina si tingevano di rosso.

- Davvero? - chiese, piacevolmente sorpreso. Harry annuì indicandogli il frigo, dove aveva appeso il disegno, mentre finiva di ripulire se stesso.

Liam si piazzò davanti al frigo e studiò il disegno.

- Che bello - esclamò sorridendo. - Davvero, è stupendo!

Si voltò verso la piccola e le sorrise.

- Prendila in braccio - gli consigliò Harry.

Moira tese le braccia verso Liam e lui obbedì, accarezzandole la schiena mentre lei posava la testa sul suo petto. Si sedette mentre Harry cominciava a disporre l'impasto su una teglia, guardandoli di sottecchi.

Moira afferrò il braccio di Liam e guardò curiosa le frecce, toccandole con le dita piccole. Liam sorrise.

- Ti piacciono?

Lei annuì e lo guardò. - Credo che ami i tatuaggi - disse allegramente Harry. Si accostò al tavolo e ricominciò a impastare per imprimere le formine per fare i biscotti. Mentre lavorava Liam giocava con Moira, sorridendo alle sue risatine timide.

- Allora - disse Liam - dato che mi hai costretto a mollare Sophia mi autoinvito a cena.

Harry rise mentre Moira si voltava a guardarlo curiosa. - D'accordo, Liam. Mmh... Sophia è la fidanzata di Liam - spiegò alla bambina. Lei si voltò verso il ragazzo, che annuì sorridendo.

- Già.

Un'ora dopo i biscotti erano pronti -ed erano davvero tanti. Dato che né Harry né Liam avevano intenzione di cucinare, alle sette e mezza tutti e tre erano seduti sul tappeto in salotto a pescare fette di pizza dalle quattro piazzate nei vari cartoni tra loro. Harry aveva tra le gambe Moira, mentre Liam era seduto davanti a loro e raccontava come Sophia si fosse arrabbiata quando l'aveva abbandonata da sola al centro commerciale.

- Ma mi hai salvato, stavo morendo di noia - sbuffò, facendo ridere l'amico.

Harry si piegò ad afferrare una fetta di pizza e imboccò sorridendo la bambina tra le sue gambe. Moira sorrise mordendo la pizza, ma quando Harry cercò di fargliene mangiare un altro pezzo scosse la testa, rifugiandosi contro il suo petto. Il ragazzo l'abbracciò baciandole la fronte e accarezzandole i capelli castani, finendo di mangiare la pizza

Liam li osservava sorridendo di sottechi, e in cuor suo era contento. Perché Harry si stava dimostrando un ottimo padre-fratello, e Moira era esattamente la cosa di cui aveva bisogno.

Ed era questo che rendeva il loro rapporto così speciale. Avevano bisogno uno dell'altra.

Give Me Love ~ [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora