6.

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Quando suonò il campanello Harry dovette letteralmente acchiappare Moira per la collottola per impedirle di nascondersi da qualche parte.

Lei si divincolò, spaventata, ma lui la trattenne afferrandola per le spalle con le sue grandi mani. - Ehi, ferma... FERMA - non appena alzò la voce Moira si ritrasse violentemente, alzando istintivamente le braccia per proteggersi il volto.

Harry si immobilizzò mentre il silenzio improvviso diventava così spesso da poter essere tagliato con un coltello.

- Moira...

La bambina stava tremando con le lacrime agli occhi. Ma non fu un tocco violento che sentì, come quello a cui era abituata, come la mano dura e grande dell'Uomo che si abbatteva contro la sua guancia e la sua forza violenta, no.

Il palmo caldo di Harry si appoggiò lieve sulla sua pelle, accarezzandola. Moira abbassò lentamente le braccia, guardandolo con il respiro accelerato e gli occhi sgranati. I loro sguardi si intrecciarono e Moira nel suo lesse lo sgomento. Harry passò il pollice sull'angolo delle labbra della piccola, asciugando una lacrima che inumidiva la sua bocca.

- Io non ti farò mai del male - sussurrò.

Lei gli credette. E si tuffò tra le sue braccia, alla ricerca del suo calore. Harry la strinse forte e si sollevò mentre la prendeva in braccio e il campanello suonava di nuovo.

In pochi passi aprì la porta e tre paia d'occhi stupefatti si puntarono su di lui. Niall era a braccia incrociate, nervoso, ma il suo sguardo si addolcì vedendo quei teneri occhioni felini e timorosi fissarlo da sotto al collo dell'amico.

- Entrate.

Harry si spostò dalla soglia e quando i ragazzi furono dentro richiuse la porta con la spalla.

- In salotto, sedetevi.

Liam e Louis si accomodarono sul divano, mentre Niall rimase in piedi e Zayn si sistemò sulla poltrona.

I loro occhi erano inevitabilmente attratti dalla piccola che in quel modo si sentiva ancora più a disagio. In poche falcate Harry raggiunse il secondo divano e vi sprofondò, mentre Moira si accoccolava contro il suo petto.

- E smettetela di fissarla - li rimbrottò il riccio.

- Scusa - si riprese imbarazzato Liam, grattandosi la nuca - ma è... strano.

- A dir poco - la voce di Louis era aspra. Harry sentì una stilettata di senso di colpa ferirgli il petto.

Vedendo l'ombra calare sul viso dell'amico, Louis addolcì la voce. Era sbalordito, nient'altro.

- Harry, ti va di... spiegarci, insomma?

Lui sospirò. - Moira... l'ho trovata tre giorni fa qui fuori, di notte. Non sono riuscito a lasciarla lì, al gelo. L'ho fatta dormire qui. Era così... terrorizzata - la mano piccola e fredda della bambina si posò sulla sua e tutti i presenti si addolcirono a quel gesto. Un sorriso nacque spontaneo sulle loro labbra mentre Harry guardava in basso e sorrideva alla piccola, baciandole la punta del naso.

- Grazie, piccola.

Quando rialzò lo sguardo Harry vide diversi sentimenti negli occhi dei suoi amici -che più che amici erano fratelli; e uno di loro era molto di più. Divertimento, tenerezza, stupore, imbarazzo, disagio. Ma in tutti i loro sguardi -marrone, azzurro, quasi nero- ne trovò uno che gli riempì il cuore di sollievo.

Solidarietà.

Non l'avrebbero abbandonato, ora che si era assunto un impegno tanto importante -probabilmente il più importante di tutta la sua vita.

Give Me Love ~ [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora