Canto macabro

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Prompt: Fune, ritardo, lapide, tempesta, negozio



La prima volta che ne vidi una avevo dieci anni. Avevo accompagnato mia madre al negozio di Lester Beauchamp per comprare stecche di balena e altra roba. Mi piaceva andar con lei. Quel posto era pieno di oggetti strani e di tesori che provenivano dal mare, o così parevano ai miei occhi, che da sempre sognavo di prendere il largo assieme ai corsari, al servizio della Corona.

Quel giorno alla bottega di Beauchamp fu il giorno in cui i miei sogni s'infransero sugli scogli della realtà, o meglio, di ciò che smise d'esser leggenda e prese i contorni, e il puzzo, della realtà.

Mentre curiosavo in giro, delle voci provenienti dal retrobottega attirarono la mia attenzione. Immaginavo gente losca e scambio di merce di contrabbando. Mi accostai alla tenda che lo separava dal negozio e ne scostai un lembo.

Era distesa su un lungo tavolo lercio, sarà stata lunga più di due metri. La sua coda pendeva in parte giù dal piano di lavoro, pesante., le pinne che sfioravano il pavimento. Quando l'uomo che mi copriva la visuale si spostò per prendere un coltello, vidi un braccio bianco come la pancia di un pesce penzolare giù dal tavolo. Era morta. Non la vidi mai in faccia, quella. Ma vidi l'uomo che stava cercando di venderla. Era John Rackham.

Ancora mi chiedo con quale coraggio andai da lui, dopo, a dirgli che volevo far parte della sua ciurma. Mi rise in faccia. Ciò che gli fece cambiare idea, credo, fu il fegato con cui lo minacciai di denunciarlo a Barnet, colui che gli dava la caccia, mio zio. Dovette prenderlo come uno scherzo del destino, ma tant'è, nel giro di due mesi ero a bordo della Covenant a ramazzare sangue di pesce dalle assi del pavimento. Avevo le mani rovinate dal continuo strofinare e dalle calpestate – a volte accidentali ma spesso volontarie – della ciurma. Il mignolo della mano sinistra non è mai tornato dritto. Ma era un piccolo prezzo da pagare per vederle dal vivo, per vederle vive.

La notte mi arrampicavo sull'albero di bompresso, mi ci legavo con una fune spessa come i polsi pelosi di Moody e lì stavo ore sdraiato a osservare l'orizzonte, anche se il vecchio Moody mi diceva che non venivano quasi mai in superficie, bisognava andare a pescarle più a fondo.

«Hanno la curiosità dell'uomo e la stupidità dei pesci», diceva. Era il mio unico amico a bordo, sebbene John mi avesse preso sotto la sua ala, in un certo qual modo. Moody diceva che mi avevano preso con loro per usarmi come moneta di scambio qualora zio Jay fosse riuscito ad acchiapparlo. Chiacchiere per sfottermi, pensavo.

Per me il capitano era un modello, l'uomo che sarei voluto diventare. E Adam Bonny la donna che avrei avuto un giorno. Ero l'unico a sapere del suo travestimento: l'avevo accidentalmente vista mezza nuda sottocoperta. Avevo visto il suo seno. Le bombe, come le chiamava Moody. Erano le prime che vedevo. Bonny mi disse che se fossi stato zitto me le avrebbe fatte toccare. Avevano la consistenza del budello pieno di latte con cui mia madre allattava gli animali orfani. Poi mi disse che il suo nome era Anne, non Adam. Anne. Per me non esisteva nome più dolce del suo.

Le mie mani avrebbero pagato quello e molto altro.

Ci vollero mesi prima che ne vedessi un'altra. La pescarono con la rete questa volta, non con i ramponi. Il capitano aveva in mente qualcosa di nuovo, ci disse una sera, il volto lucido di pioggia e rosso del rum depredato alla Kingston. Sarebbe stato quello a farmi cambiare idea, a desiderare di tornare indietro, a quel giorno nella bottega, e non scoprire mai la verità.

Non aprirono subito la rete. Rimase lì, appesa fra i pesci morti, sotto al sole per un giorno intero, per indebolirla. Sembrava più piccola di quella che avevo visto in bottega, ma forse era solo un'impressione data dal vederla così, rannicchiata su se stessa in quel poco spazio. E poi lei era viva. Era viva. Non mi avvicinai subito, aspettai la notte, quando gli altri si erano stancati di punzecchiarla, o almeno fin quando il capitano non fece a tutti una lavata di capo, dicendo che così rischiavano di rovinare la merce.

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