•LA NOSTRA VERA NATURA•

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Grazie al carro di Hanta i due giovani erano riusciti a giungere in breve tempo alla porta d'uscita di una delle città di confine, ancora prima che la notte terminasse, e dopo averlo salutato con immensa gratitudine si misero in cammino verso est, entrando in un piccolo bosco di aceri dalle foglie rosse, lì riuscirono a fermarsi e sistemare finalmente le loro cose e le loro provviste nel modo giusto.

Katsuki inserì il suo mantello nel fagotto a lui destinato, perché gli era d'intralcio, si appese la spada alla cintura e il sacchetto di stoffa resistente e ruvida in spalla.
Izuku invece, si cambiò finalmente i vestiti con i suoi maschili, ma nonostante questo conservò l'abito bianco, era in qualche modo un ricordo importante, gli era difficile separarsene bruscamente, poi indossò mantello e fagotto sulle spalle e portò l'arco di legno chiaro a mano.
Finalmente pronti i due si rimisero in marcia.

<<Mi ci stavo quasi abituando alla gonna, non era poi così male>>

Commentò Izuku con l'intento di strappare un sorriso all'altro, nonostante la tensione che li accompagnava, per sua fortuna ci riuscì.

<<Che scemo>>

Rispose il biondino ridacchiando e scompigliandogli i verdi capelli a cespuglietto, che finalmente potevano bearsi dell'aria che li faceva svolazzare qua e là, non più nascosti sotto un cappuccio.
Quel gesto però paralizzò entrambi i ragazzi, per pochi istanti si erano comportati come al solito, prima della loro discussione, gli era piaciuto, e forse si resero contemporaneamente conto, che erano quelle le loro vere personalità, giocose e divertite quando si trovavano vicine, la tensione era semplicemente una forzatura, per questo andava risolta entro breve.

<<Dov'è la mappa?>>

Domandò poi Katsuki, il silenzio lo stava infastidendo e aveva bisogno di pensare ad altro.

<<Eccola>>

Rispose subito Izuku estraendo la pergamena da una tasca dei suoi pantaloni e porgendola al compagno di viaggio, che prontamente la srotolò e iniziò ad analizzarla, si erano addentrati per caso in quel boschetto di aceri ma a quanto pare era la strada giusta, avrebbero solamente dovuto continuare in linea retta, e una volta usciti da lì avrebbero consultato nuovamente la mappa.
Perciò si rimisero in marcia, nonostante fosse notte inoltrata, erano pieni di energie, non si sarebbero fermati per questa volta, avrebbero riposato in seguito, non sapevano quando, ma certamente non ora.

Izuku si sentiva determinato e poteva percepire lo stesso sentimento emanato da Katsuki, sperava che la leggenda della strega fosse vera, voleva assulutamente porre fine a quella stupida rivalità che consisteva solo in una massiccia discriminazione, non voleva più essere costretto a nascondersi senza poter visitare i propri regni d'origine, ma soprattutto, desiderava con tutto il cuore che le persone che si erano fatalmente innamorate di quelle due razze, potessero stare insieme e vivere felici, come purtroppo i suoi genitori non avevano potuto, ma ciò non significava che anche gli altri non avessero il diritto di farlo, quindi lui era pronto a procedere, nonostante il suo corpo non fosse robusto come quello di Katsuki, nonostante la sua parte fatata lo rendesse più fragile, lui avrebbe continuato, non si sarebbe mai arreso, perché la pace era tutto ciò che da sempre sognava, e da tempo aveva capito che se voleva avverare un sogno, doveva farlo con le proprie mani.

Oltre a gufi, civette e qualche grillo solitario, che ormai facevano parte dello sfondo, non c'erano altri suoni che contaminassero il silenzio, che faceva rimbombare i loro passi e i loro respiri, nonostante fosse notte inoltrata non era affatto freddo come si sarebbero aspettati, Izuku però per precauzione portava ugualmente il suo mantello sulle spalle, non sarebbe stato uno stupido errore a rovinare il loro piano.

~LOOK~ bakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora