Akaashi riusciva solo a vedere le sue mani protendersi verso l'uomo.
Le ritirò subito e guardò in alto.
"Oh~ puoi muoverti." Disse guardando in direzione di Akaashi, i suoi luminosi occhi gialli incontrarono i suoi, era lo stesso ragazzo con cui si era quasi imbattuto... forse era rimasto a guardare Akaashi da una camminata a un arresto improvviso e si era preoccupato. Capiva quanto sarebbe stato allarmante per alcune persone.
"C'è qualcosa che non va se resto qui?" Chiese Akaashi.
"No, non credo..." si portò una mano al fianco. "Perché ti sei fermato così all'improvviso? Stai bene?"
"Sto bene. Stavo solo pensando." Akaashi sbattè le palpebre lentamente.
"A cosa?"
Una domanda. Che emozione.
"A questo ospedale. Ho capito che non voglio più venire qui."
Il ragazzo di fronte ad Akaashi spostò il peso su una gamba. "Eri malato? Stai andando via?"
Akaashi fissò lo sconosciuto. "No. Non sono malato, ma questo posto mi fa sentire come se lo fossi." La sua risposta era fredda, ma non parve sfiorare l'umore felice dell'altro.
"Onestamente, sento la stessa cosa." Fece una pausa. "Quindi te ne andrai presto?"
"Si."Akaashi si spostò protendendosi nella direzione in cui era venuto.
Non aveva alcun interesse a restare lì. La sua unica intenzione era andarsene. Avrebbe detto ai suoi genitori che le persone in ospedale erano troppo occupate per pensare a lui. Si incamminò per la sua strada senza nemmeno una seconda occhiata in direzione dell'altro. "Addio."
"Ehi, ehi!"
Akaashi voltò la testa. "Che c'è?"
"Come ti chiami?"
Perché voleva sapere il suo nome? Quando l'avrebbe mai usato di nuovo? Per quanto ne sapeva lo sconosciuto poteva essere un paziente dell'ospedale e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era una conoscenza malata da aggiungere alla sua lista di amici già abbastanza ristretta.
"Non hai bisogno di saperlo."
Il ragazzo di fronte a lui nascose uno sguardo offensivo. "Capisco. Ma per quel che vale il mio nome è Bokuto!"
Akaashi lanciò uno sguardo stanco nella sua direzione, fece un cenno del capo e continuò per la sua strada.
Time skip
Erano passage due settimane dall'ultima visita di Akaashi all'ospedale e, con suo sgomento, si ritrovò a ripercorrere la stessa strada per tornare allo stesso temuto ospedale.
Non sopportava la natura persistente dei suoi genitori, ma era anche un po' sollevato di essere fuori casa.
Ci risiamo.
Akaashi entrò nell'edificio e salutò la donna della reception come sempre. Non perse tempo e in pochi minuti il banco con le informazioni era nel suo mirino, per la prima volta.
Parlò con una piccola donna lì vicino e dopo diversi minuti, Akaashi si allontanò dalla scrivania con alcuni fogli in mano.
Si avviò verso il corridoio, sospirando pesantemente, intento a precipitarsi a casa.
"Ehi, ehi, sei tu!"
La voce familiare diede un po' fastidio ad Akaashi. Fece un'altro sospiro, stavolta più pesante, e si girò.
"Bokuto."
"Apatia-kun." Sorrise da un orecchio all'altro.
"Non chiamarmi così." Akaashi mise i fogli nel suo zaino.
"Pensavo avessi detto che non avresti mai più messo piede qui." C'era qualcosa di strano nell'eccitazione del suo tono.
"Non ho detto esattamente questo..."
"Ma era implicito!"
Akaashi strizzò gli occhi.
"Si, era implicito."
Il sorriso di Bokuto non lasciò mai il suo viso anche se i suoi occhi stanchi contraddicevano la sua espressione.
Perché devo sempre incontrare tipi strani?
"Allora, cosa ti porta di nuovo qui?"
"Potrei chiederti la stessa cosa..."
Le sue sopracciglia spesse e bianche furono sollevate
"Dovrei essere qui, in realtà"Akaashi sbadigliò "stagista?"
"No, paziente"
STAI LEGGENDO
In another life~ bokuaka
FanfictionStoria TRADOTTA La vera storia è di @littleluxuray L'originale l'ho trovata qui: https://archiveofourown.org/works/5096105 STORIA COMPLETA Buona lettura🥰