Una serata di Salò

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3° Versione
1943-45/--/--

00:33

Salò P.O.V.

Apro lentamente un occhio e guardo verso la finestra, era ancora sera tardi ma nella stanza accanto sembrava che nessuno stesse dormendo.

Decido di alzarmi ed esco lentamente verso il corridoio chiudendo con ancora più lentezza la porta dietro di me.

Continuo a camminare barcollando nel buio, impegnandomi nel fare meno rumore possibile mentre mi dirigo verso la camera che capisco essere la fonte dei rumori.

<<Mh?>>

Mi metto in punta di piedi per arrivare alla maniglia e la giro lentamente cercando di far sentire il meno possibile lo scricchiolio della porta.

Dal piccolo spiraglio creatosi guardo all'interno. La scena che mi aspettava dall'altra parte non era davvero niente di nuovo.

<<Ah..!>>

Padre Reich tiene le mani ben stretto intorno al collo del mio papà Fasci sussurrandogli frasi in tedesco che sono troppo distante per capire.

Faccio qualche passo all'indietro cercando di non attirare la loro attenzione.
In fondo questa è normale per i miei genitori, non penso mi spaventi più...

No, io per primo non dovrei avere in nessun modo paura!

Do un ultimo sguardo alla scena prima di ricominciare ad indietreggiare, ma distraendomi per un momento di troppo finisco per inciampare su una trave leggermente rialzata e mi ritrovo in pochi secondi a terra.

Il rumore della caduta si sente rimbombare per tutto il corridoio e per mia sfortuna anche nella stanza dei miei genitori.

Reich si gira verso di me lasciando finalmente il collo del mio altro papà che cade a terra iniziando a tossire in cerca d'aria.

<<Tu che ci fai qui?>>

Si avvicina a me guardandomi freddo mentre cerco di trascinarmi lontano da lui con le gambe paralizzate dalla paura alla visita della sua figura sempre più vicina.

<<Rispondimi!>>

Prende il colletto della mia camicia e mi preme contro il muro sbattendomi su di esso.

<<Uh->>

Un piccolo suono di dolore strozzato è l'unica cosa che esce dalle mie labbra mentre cerco di tenerle ben serrate.

<<Parla brutto mostriciattolo!>>

Preso dal nervoso finisce per lanciarmi sul pavimento per poi preme con forza la scarpa contro il mio petto, rendendomi così sempre più difficile respirare.

Lui mi fissa con rabbia, mentre io ricambio il suo sguardo continuando a non dire una parola, infondo è stato lui stesso a dire più volte al mio papà che se avesse sopportato in silenzio sarebbe andato tutto bene.

<<Non sei buono neanche a parlare?!>>

Toglie il piede solo per darmi un calcio nel fianco facendomi sbattere nuovamente addosso al muro.

<<Mmh..!>>

Mi scappa un piccolo mugolio mentre sento il petto e il fianco quasi bruciare per il dolore.

Provo a mettermi seduto cercando di ignorare le sensazioni che provavo su tutto il corpo per via dei miei movimenti, sposto dopo poco lo sguardo davanti a me e noto che mio padre stava di nuovo muovendo la gamba per darmi un'altro calcio, non riuscendo a muovermi decido di chiudere gli occhi per prepararmi al colpo.

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