Shakespeare ci ha visto male

269 29 314
                                    

Questa one-shot umoristica è stata scritta per il concorso di @mangia_libri_

Enjoy!

Verona, XX secolo

Voi non potete immaginare neanche lontanamente quanto sia odioso quel pallone gonfiato di Romeo Montecchi. Quanto sia strano, palloso e rompiscatole.

Non potete neanche avere la più vaga idea.

Se fino a un paio di settimane fa non la smetteva di limonare con quella stronza di Rosalina contro la porta dello sgabuzzino del secondo piano, fregandosene altamente dei bidelli e della povera prof di fisica che c'ha la classe di fronte, ora mi corre dietro come un pazzo. Cosa che probabilmente è.

Lui, correre dietro a me. Ma si è visto, per Shakespeare? Io, Giulietta Capuleti, probabilmente la ragazza più bella dell'intero Liceo Classico privato di Verona, inseguita da un'aspirante stalker che pensa di avercelo più grosso del mio ragazzo. Peró un pochino lo capisco. Intendo, chi non mi andrebbe dietro?

Dio. Mi giura amore eterno da giorni. L'altro ieri, per esempio, è si è presentato con una G tatuata sul collo. G di Gran coglione, probabilmente.

Tebaldo, mio cugino, intanto è vicino al picchiarlo. E io sono pienamente d'accordo, anche se le risse tra maschioni sono ormai superate. Che ci guadagnano alla fine? Un paio di lividi e l'ingigantimento del loro ego. Io per esempio, sono per le parole fredde e secche, che a mio parere fanno anche più furore.

Comunque sta situazione mi ha spinta a recarmi dallo psicologo della scuola. A casi estremi, estremi rimedi. Potevo parlare anche con la mia cara vecchia governante, ma quella c'ha la lingua lunga e sinceramente non ho la benché minima voglia che l'odio tra l'azienda di mio padre e quella dei genitori di Romeo si ingigantisca portando dentro anche me.

Lorenzo Francescano, detto Lollo, è il famoso psicologo dell'istituto, comunque. Dopo avergli parlato di questa merda di situazione nella quale sono messa, mi ha spiegato che potrebbe essere una semplice infatuazione da parte del ragazzo, forse una specie di ribellione. Ribellione contro cosa esattamente, non ho l'ho ancora capito. Ha anche aggiunto che non potevo ignorare cosa provava per sempre, e che prima o poi avremmo dovuto parlare.

Mah, quel tipo è tutto strano.

Comunque, ora mi sto sorbendo la festa di beneficenza della scuola, organizzata dai miei genitori probabilmente per farsi amare ancora di più dalla stampa e dai cittadini della nostra cara città.

L'unica cosa positiva, è che quel caso umano di Romeo non è stato ammesso all'evento, perché ieri ha avuto la geniale idea di scrivere a caratteri cubitali "TI AMO, GIU" sull'intera facciata laterale dell'edificio con la vernice spray rossa. Da ricovero, proprio.

Grazie al cielo ci sono un centinaio di ragazze che fanno di soprannome 'Giu' nel nostro liceo, cosa che mi ha evitato una mega-galattica figura di merda.

Sistemo il fiocco dietro la testa che tiene fissata la maschera e sospiro. Paride non si vede da nessuna parte e spero tanto che non mi abbia dato buca, dato che sono tutti venuti in coppia.

E io non ho intenzione di essere l'unica sfigata da sola. Sono Giulietta Capuleti, dopotutto.

La luce soffusa rende agli occhi degli altri tutto questa festicciola quasi magica, probabilmente facendoli pensare che hanno avuto una grande fortuna di essere stati invitati. Tsk, ingenui.

"Tuo padre per caso è un ladro?"

Mi volto di scatto, inarcando un sopracciglio. E indovinate, indovinate? Chi è il caso umano che si è imbucato alla festa e che mi sta parlando?

Shakespeare ci ha visto maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora