Grondavo di sudore e la sensazione di ridicolo mi si appiccicò addosso come la sabbia avrebbe fatto su un arto bagnato. Mi alzai col peso del mio sogno sulle spalle, talmente gravoso da farmi avere la sensazione di perdere l'equilibrio, talmente umiliante da farmi provare imbarazzo al solo pensiero. Non potevo e non volevo credere che il mio corpo avesse sviluppato prima del mio cervello un desiderio che avrei voluto uccidere, chiudere in un sacco nero, bruciare e poi far sparire, un desiderio che non avrebbe mai dovuto esistere. Quel lui che non dovevo, non potevo bramare. In un periodo tanto caotico, tormentato e faticoso della mia vita non ci sarebbe dovuto essere spazio per pensieri del genere, eppure provavo quella sete così intensa, bruciante che aveva la capacità di spazzare via la mia lucidità, la mia inibizione, aveva la capacità di rendermi come non ero mai stata. Tutto questo al solo pensiero, al solo desiderio. Ancora in piedi davanti al letto mi diressi verso il bagno per farmi una doccia e cancellare ogni cosa ma più l'acqua mi martellava la testa e più i pensieri si lasciavano andare senza briglie, cavalcando un pericoloso terreno. Mi asciugai per bene e mi rimisi a letto, fissando la parete difronte a me e cercando di rilassarmi. Presi una sigaretta e aspirai avidamente il suo veleno per farmelo entrare nei polmoni, con la speranza che potesse offuscare ogni cosa e farmi dimenticare di tutto. Da quando come una stupida mi ero lasciata convincere a fumare per la prima volta non ero più riuscita a smettere, ma avevo ripromesso a me stessa che non appena avrei avuto un po' di pace c'avrei provato e insieme a quella avrei messo apposto tante altre piccole cose che facevano della mia vita o forse solo della mia testa un caos inconcepibile. Il muro stava cominciando a cambiare forma e figure aleggianti comparivano al suo posto, mostrandomi fantasmi del mio passato, la radiosveglia nera sul comodino segnava le 04:30 e dopo quello che avevo appena visto era decisamente ora di rimettersi a dormire. Mi rigirai così tante volte nel letto da credere di averlo consumato e due ore più tardi ringraziai il sole per essere sorto. Sentii i passi di mia madre al piano inferiore e la tristezza s'impadronì di me. Forse quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei sentito la sua presenza in casa, forse non l'avrei mai più avuta in casa dopo quella mattina. -Francesca- lanciò un urlo, -sei sveglia? Dobbiamo andare, sola non ce la faccio- presi i primi vestiti che mi capitarono sottomano e scesi ad aiutarla, così fragile e piena di dolore, non tanto per la sua malattia quanto per la solitudine ed il vuoto che le aveva lasciato mio padre quando aveva deciso di divorziare perché per lui il suo cancro era troppo doloroso da sopportare. Stronzo.
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Teenager
Teen Fiction"L'aria, in quella limpida e calda notte d'estate, era stantia e satura di fumo. Le bottiglie d'alcool mezze vuote e i cartoni di pizza aperti sul tavolino lasciavano intuire il trascorrimento di una delle serate che più mi piacevano. C'erano tutti...