Dopo due settimane passate a letto, Aria, un giorno, si svegliò lentamente, come se credesse che la notte fosse ancora calata su tutto l'Inferno. Si alzò barcollando, per poter vedere quello che era successo dopo la sua prolungata assenza dal bordello. Con suo rammarico, realizzò che non fosse cambiato nulla. Sembrava che tutti i suoi colleghi si fossero dimenticati di lei. La ragazza, incredula, scosse il capo e calde lacrime bagnarono il suo viso stanco. Si accasciò a terra, con il corpo torturato dai singhiozzi. Non poteva crederci! Valentino l'aveva ridotta ad un essere inerme, privo di vita, di emozione. Aveva creduto nella sua gentilezza e invece l'aveva ingannata! Non le importava più nulla. Forse sarebbe stato meglio per lei lasciarsi morire, senza che nessuno corresse in suo aiuto.
Si alzò e da un cassetto prese un barattolino di cocaina. Nell'affondare le dita nella polvere, Aria non pensò più a nulla. Doveva sparire. Nessuno se ne sarebbe accorto.
Dopo aver sniffato quell'essenza malefica, si sdraiò sul letto. Ora lo stordimento stava per cominciare. Le luci fioche del lampadario divenivano indistinte e man mano apparivano figure inesistenti. Scoppi di luci colorate schizzavano il volto di Aria e risate provenienti da ogni dove la assordavano. Intanto la ragazza rideva e rideva come un'idiota, senza motivo. Si alzò dal letto per correre da qualche parte. Ma si accorse che la porta era chiusa. Dio, chi l'aveva abbandonata? Aria, ormai delirante, tremò per la rabbia e cominciò a scagliare oggetti sulle pareti. Vestiti, scarpe, trucchi, bambole di porcellana finivano contro i muri bianchi e si dividevano in frantumi e schegge. La ragazza scoppiò in una risata isterica, fin troppo sguaiata. Poi ritornò nel suo letto, in lacrime. Oh, quanto desiderava la morte! Quanto desiderava la morte! Bastava solo un'altra dose di barbiturici e tutto sarebbe finito. In quelle due settimane, aveva pregato Alastor di comprare dei farmaci. Nonostante i continui rifiuti, il demone, a malincuore, aveva acconsentito e si era diretto alla farmacia.
A volte Al si sentiva in colpa. Con che quale complicità stava contribuendo al suicidio dell'amica! Come avrebbe potuto rimediare? Charlie, sapendo l'avvenimento, lo aveva aspramente rimproverato e Vaggie aveva avuto l'intenzione di picchiarlo. Angel non gli aveva parlato per molti giorni. Come aveva solo potuto acconsentire all'autodistruzione della sua pischella? Ritornando a quegli ultimi giorni di vita, Aria aveva riempito il bicchiere di acqua e stava per mettere le pasticche candide. Ma ebbe un'altra idea di come farla finita. Si sarebbe ripresentata al "Porn Studio" e dopo aver ballato per l'ultima volta si sarebbe sparata. Aspettò la sera e, con il cuore gravemente calmo, prese una pistola e si vestì. Aveva deciso di indossare una versione più corta e sensuale del kimono, il quale era risaltato dal verdeacqua e dai fiori dorati. I capelli erano stati acconciati in uno chignon semplice, ma elegante. I piedi avevano infradito di legno e il volto, colorato dalla cipria bianca e dal rossetto pesante, sembrava proprio il trucco di una vera Geisha. Appena si diresse alla casa di piacere, sistemò la pistola in una tasca dell'abito e si presentò sul palco, per fare la sua ultima lapdance. Ora che avevano rivisto la loro ninfetta, i clienti mormoravano tra loro entusiasti e nelle loro piccole menti si creavano disegni di come avrebbero passato la notte con Aria. La ragazza li guardava, apatica. Appena le casse furono messe in funzione, cominciò a danzare, con espressività. La musica struggente e le parole strazianti la facevano muovere come se fosse stata una marionetta. Il solito denaro, le solite urla si riversavano su di lei, ma la ragazza ignorava tutto. L'essenziale era uccidersi. Non vedeva più nessuno. Era concentrata nella sua ultima danza. Quando la canzone cessò, si presentò davanti a tutti i demoni e appoggiò la pistola alla tempia che era stata accarezzata dal dito del suo Angie.
-Signori e signore, ora vedrete come porrò fine alla mia vita!- esclamò. I mostri, sebbene fossero presenti, erano troppo ubriachi per intervenire. Aria chiuse gli occhi. Il colpo partì e, il sangue, sfiorò il palco.Una settimana dopo
Charlie teneva tra le braccia Vaggie. Accocolate sul divano, stavano guardando i programmi che la televisione stava trasmettendo. All'improvviso la "666 News" apparve, assieme ai due reporter.
-Salve a tutti! Benvenuti alla "666 News"! Io sono Katie Kiljoy!- esclamò la donna dal collo scricchiolante.
-E io sono Tom Trench!- aggiunse il demone dal ciuffo biondo.
-Vi dovremo dare una notizia sconvolgente, tragica! La ninfetta di Pentagram City, Aria Scarlatti, la settimana scorsa si è suicidata sparandosi alla tempia davanti a tutti i clienti del "Porn Studio"! Chi ha causato la fine di questa giovane vita? Perchè nessuno è intervenuto? Non possiamo sapere nulla, poiché non abbiamo psicologi qui. Possiamo solo dare le nostre più sentite condoglianze a coloro che erano legati alla giovane defunta.- spiegò Tom, con la maschera bagnata dalle lacrime.
La principessa dell'Inferno, addolorata , spegnette la TV. Le due fidanzate, in quel momento, piansero insieme.
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Una ninfetta a Pentagram City
FantasyQuesta è una storia basata sulla serie "Hazbin hotel". Aria ha tredici anni ed è vissuta in un convento fin dai sette anni. Vive nel 1564. Un giorno, il sogno di vedere com'è l'aldilà la domina e la porta a scoprire un incantesimo per giungere a Pen...