Capitolo 2

61 9 1
                                    

KAYA'S POV

Quel Myke non mi convinceva per niente... troppo perfetto.
Ora ho algebra, ma, detto sinceramente, non ne ho la minima voglia.
La faccia di quel professore mi dà sui nervi, non ha nemmeno un brufolo! Odio troppo le persone perfette, mi sembrano androidi.
Per non parlare del fatto che dopo devo mangiare alla mensa, che fastidio.
Non ci dovevo pensare.
Entro in aula.

《Le sembra questo il momento di entrare, signorinella?》
L'insegnante aveva un aspetto bizzarro, aveva un pizzetto nero tinto, era sui trentacinque anni, con i pantaloni scozzesi messi come Fantozzi, una maglietta arcobaleno come Mr. Small di Lo Straordinario Mondo di Gumball, e degli occhiali arancioni rotondi giganti.
Non ridergli in faccia era impossibile.

《Mi scusi professore.》 abbasso la testa, sia per scusarmi, e sia per non mostrargli il mio sorriso in faccia.

《Ottimo, ora si vada a sedere.》 Mi ordina l'insegnante.
Non ho la più pallida idea di chi sia questo tipo, mi ricordo solamente di averlo visto per i corridoi qualche volta; come non notarlo, dopotutto.
Mi siedo in un posto sperduto della classe, sperando che questa lezione finisca presto.

《Sono il vostro nuovo professore di matematica, purtroppo quello di prima ha scoperto di essere intollerante al cacao a sua discolpa, mangiando una ciambella ripiena di cioccolato e schifezza varia, ma a voi questo non interessa. Forza, incominciamo!》

***

Che schifo la scuola, non mi piace per niente.
Anche i compagni non mi piacciono.
Perché sono così felici? Perchè sono sempre io l'unica triste? Quelle facce schifose, non mi piacciono proprio.
Scomparite, bicefali da quattro soldi.
《Ancora qui? Non ti sei ancora buttata giù da un ponte?》
Ah giusto, questa scuola sprizza bulli ovunque.
Anche quelli del Freshman lo sono, che vergogna. Imparassero almeno la grammatica prima di puntare il dito contro gli altri, razza di energumeni.
Mi danno irrimediabilmente fastidio.

Mi sento come se dovessi graffiarmi l'anima fino allo sfinimento, per far passare questo malessere continuo.
Come se delle zanzare mi avessero punto lo spirito.

Gratta, gratta, gratta.
Ah, mi viene il voltastomaco.
Non posso fare a meno di provare questo consueto istinto omicida.
Perché dovete farmi arrabbiare? Che gusto ci provate?

《No, grazie per l'offerta, ma visto che ci tieni così tanto perché non lo fai tu?》 Di solito non rispondo mai, non perché io sia timida o cose del genere, ma semplicemente perché non mi interessa, non voglio sprecare il mio tempo prezioso appresso a degli stupidi adolescenti ricoperti di acne e brufoli che si credono la bellezza in persona solo perché sono ricchi di soldi e fama, non accorgendosi che le loro uniche qualità non dipendano da loro, ma da chi ha corrotto gente a destra e manca per puri interessi personali.

Al posto di fare i signorinelli, dovrebbero comprendere e darsi da fare, razza di mocciosi senza cervello.
Perché oggi sono così nervosa? Dannazione, perché? Andavatevene, razza di babbei, fatevi una vita lontana da me, brutti bestioni.
Mi devo placare, non posso arrabbiarmi.

《Attenta a dove metti i piedi, ragazzina!》 Strilla una ragazza che non sembra che le vada tanto a genio.
Che scuola del cazzo.

***

《Ehi, che ti succede Kaya?》
《Niente, tutto bene ora.》
Ora che ho incontrato Freya mi sento molto più tranquilla, non so cosa farei senza di lei.
Mi guarda preoccupata, ma non mi chiede niente.
Non mi fa mai domande a cui non voglio rispondere, e le sono grata.

An Innatural World - Nati per QuestoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora