Macchine metalliche e Nephertarie

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La porta della camera si aprì ed io gettai le coperte sopra la mia testa.

"Piccola" sentì che disse mia madre. "Alzati, tu hai una scansione M.R.I oggi ed io ho da fare. Andiamo."

Mi lamentai. Odiavo l'ospedale. Tutti erano troppo gentili.

"Devo proprio andare?"

Lei mi tolse le coperte dalla faccia e aprì il mio armadio.

"Molto divertente. Andiamo. Stai per essere in ritardo Anna. Ti ho detto che ho delle cose da fare. Non ti far pregare. Vai a fare la doccia."

"Quali cose?" chiesi, lentamente mentre uscivo dal confort del mio letto.

"Uhmmm" replicò distrattamente mentre cercava tra i miei vestiti.

"Posso vestirmi da sola mamma. Non ho sette anni. Quindi cosa devi fare oggi?"

Tolsi il sonno dai miei occhi.

"Cosa vuoi dire chiedendomi che dobbiamo fare oggi? Tu hai la scansione M.R.I. e -ooo" uscì una maglietta viola con frange di pizzo, "Questa è carina" la posò su di me. "Puoi indossarla".

"E cosa?"

"E cosa niente! Anna, non hai ancora fatto la doccia?"

Lei avvertì che la stavo osservando e arrossì.

Sorrisi mentre andavo in bagno.

"Dael."

Lei ricambiò il sorriso ed io capì che era giusto.

"Va bene, signorina ficcanaso. Si tratta di Dael."

"Questo è davvero carino mamma. Mi lasci davvero sbalordita."

"Per la terza volta Anna, vuoi andare in quella dannata doccia?" disse giocando.

Una rosea risata in gola "okay, okay!"

La strada per l'ospedale era lunga come lo era sempre. Ricordo la prima volta che andai. Avevo 13 anni ed ero spaventata dagli ingegni. Appena entrai nella stanza della scansione e vidi quel grande oggetto di metallo, mi spaventai così tanto che ci vollero 45 minuti per calmarmi. In ogni caso neanche adesso mi piace tanto, ma lo devo fare. C'è un piccola TV dentro per passare il tempo. Ma tutte le volte che sono lì sembra un'eternità e Disney Channel non sembra aiutarmi.

Noi camminavamo attraverso l'appartamento familiare ed un nodo mi si formava in gola.

Qui siamo venuti di nuovo.

La prima persona che vedo è Sandy, la receptionist. Lei è una delle poche persone che non mi trattano come se fossi un cucciolo maltrattato ed io lo apprezzo. Quando mi vede, si illumina.

"Hey, ragazza! Sono stupita di rivederti qui. Ti sono mancata?"

Ho incrociato le braccia e ho provato a sembrare indifferente. "Neanche un po'"

Finse di boccheggiare e guardò verso mia madre.

"Signora Nolan, deve insegnarle le buone maniere!" Si girò verso di me. "Ragazza, è meglio per te se vieni qui e mi dai un abbraccio ora."

Le sono andata incontro e lei mi ha preso fra le sue braccia stringendomi tanto da farmi morire.

"Come va" chiese

"Eh, tutto bene."

"Abbi coraggio"

"Ci sto provando"

Mi fece l'occhiolino.

"D'accordo," disse, tornando a sedere dietro alla sua scrivania. "Chi stai per vedere oggi? Il dottor Langford?"

Un'imperiale afflizioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora