Capitolo 4

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Capitolo 4

Entrammo nel primo negozio, Harrods, ne avevano aperto uno anche da noi, a Londra, e anche se quello non era assolutamente il mio genere, entrai comunque seguendo Chris.

"Vai, fai le solite cose che fa una ragazza" ironizzò
"Ovvero?"
"Prendere una montagna di vestiti e provarli laggiù"
Indicò con il suo sguardo i camerini.
"Non sono quel tipo di ragazza, faccio in fretta a vedere quali vestiti mi piacciono e quali no"
Feci un sorrisetto
"Ti sfido. Vediamo quanto tempo ci metti"
"Non voglio fare sfide, non mi piacciono" piagnucolai
"Okay, facciamo così. Scommettiamo"
Un sorriso malizioso comparve su sul viso
Alzai gli occhi al cielo
"Io ti porto in 5 negozi diversi, che decidiamo insieme. Se trovi un vestito adatto nei primi tre, hai vinto e ti faccio un favore, qualsiasi favore"

Sembrava prendesse molto sul serio questa cosa, ma comunque non gli avrei fatto fare niente di speciale

"E se perdo?"
"Sceglierò più tardi cosa farti fare"
"Chi decide l'ordine dei negozi?"
"Lo scelgo io"

Ci pensai un attimo. Massì, cosa vuoi che mi succeda per dei stupidi vestiti.

"Ci stò"
"Benissimo. Questo è il primo negozio"
"C'è un tempo preciso?" Chiesi
"Conta che tra mezz'ora è l'una e io vorrei pranzare."
"Tra mezz'ora usciremo da qui con un vestito"
Dissi decisa, guardandolo negli occhi, quegl'occhi così belli.
Si avvicinò lentamente e pericolosamente a me, potevo sentire quasi il suo respiro, il mio cuore accellerava sempre di più.

Poi feci un respiro
"Mi stai facendo perdere tempo"
"Non faccio giochi sporchi, piccola" mi fece l'occhiolino.
Sorrisi, e cominciai a cercare tra i mille vestiti, terrificanti, che c'erano.
Non erano assolutamente adatti ad una festa di adolescenti.
Mi davano tutti un aria troppo seria, e io non volevo dare quest'impressione, soprattutto se con me c'era Chris.

Volevo evitare di fare la figura della diciassettenne secchiona che non va ad una festa da 5 anni e che non ha un vero ragazzo.

"Questo è carino"
La voce di Chris interruppe i mie pensieri
Mi girai, aveva in mano un vestito con il corpetto nero, a forma di cuore, e il resto era azzurro, forse la gonna era un po troppo lunga.

"Con la mia goffaggine potrei inciamparci mille volte"
"Non importa, io sarò lì, dietro di te, a sorreggerti, se cadi"

Gli sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia, così, d'istinto.
Lui mi sorrise, con un sorriso bellissimo, poi posò il vestito.

Misi in un angolo la mia timidezza, anche se, con Chris, mi sentivo proprio a mio agio, ad essere sincera.

-

"Leen, è l'una, è scaduto il tempo e tu non hai trovato nulla"
Sorrise avvicinandosi a me è cingendomi i fianchi.
Questo mi faceva sentire in imbarazzo, soprattutto davanti ad altre persone;
Poi alzai lo sguardo, e le altre persone scomparvero, improvvisamente non le notavo più.

Passarono alcuni minuti, rimanemmo fermi, a guardarci.
Poi mi diede un bacio sulla fronte, mi prese la mano e andammo in macchina alla ricerca di un posto in cui mangiare.

"Dove ti piacerebbe andare?"
"A mangiare una pizza?"
"Sicura?"
"Perché non dovrei esserlo?"
Mi girai verso di lui, ma non ricambiò lo sguardo, era impegnato a guardare la strada.
In un certo senso, era una cosa positiva.

"Non saprei. Siamo appena passati davanti ad un burger King, li c'è il cinese, poi il sushi.. Insomma vuoi davvero la pizza?"
"Fermati immediatamente al burger King"
Risi
"Così mi piaci Leen"
Sapevo che me ne sarei pentita, dato che domani avrei dovuto indossare un vestito, non dovevo mangiare troppe schifezze, ma mi piaceva far felice Chris.
Non volevo che mi etichettasse come una a cui importa molto della sua linea, o robe del genere.
Volevo capire che io ero diversa, ma diversa davvero.
Entrammo, io presi un tavolo e lui andò a prendere da mangiare.
Appena arrivò, ci fiondammo entrambi sui panini, e smettemmo di parlare per un po.
"Sono buonissimi"
Dissi, con la bocca un po piena.
Prima di parlare, Chris ingoiò il cibo
"Quali sono gli altri negozi?"
Io sbuffai.
"Mmh, odio fare compere"
"Ho visto, hai una critica per ogni vestito"
"Non sono un amante dei vestiti che ci posso fare"
Diedi un morso al panino e poi lo guardai.
Mi misi una mando davanti alla bocca, perché stavo per scoppiare a ridere

"Perché mi guardi così? Non mentre mangio o potrebbe essere uno spettacolo terribile"

CHRIS

Tu non saresti mai uno spettacolo terribile,
Leen.
Gli sorrisi a continuai a mangiare il panino.
Non dovrei essere con lei, Jackson mi ammazzerà.
Ma, poco importa. Senza di me non posso suonare, e a lui importa solo il successo, nient'altro. Anche se le sue canzoni sono terrificanti.
Però, se al pubblico piace.
Io suono perché quando lo faccio, è come se mi trasferissi da qualche altra parte, in un mondo tutto mio, dove tutto è perfetto, e sto talmente bene.
La stessa cosa mi accada quando sto con Leen. Che dico, solo quando la guardo, percepisco quella sensazione.
E la conosco solo da ieri.
Ho subito notato che c'è stata 'attrazione' reciproca, ma non so se è una buona idea.
Bah, lasciamo accadere, e poi, si vedrà.
"Ehi Chris, ci sei?"
"Oh, scusami"
Mi passai una mano fra i capelli per l'imbarazzo, lo faccio sempre
"Allora, dimmi altri quattro negozi"
"Io direi.. Primark, lì troverò sicuramente qualcosa"
"Bene, altri?"
"Oh, non ne serviranno altri, fidati di me"
"Mi fido"
Ci alzammo e la portai da Primark

***
"È gigantesco"
Lei mi prese la mano e mi trascinò verso i vestiti
"Il tuo spirito da ragazza sta uscendo fuori?"
"Qui dentro impazzisco. Non ti capita mai di impazzire per qualcosa?"
Si girò verso di me, e mi guardava, con quei suoi occhi verdi, così curiosi.
Intrecciai le mie dita alle sue, poi, guardandola, gli dissi
"Si, recentemente mi è capitato"
Sorrise, mettendo la lingua fra i denti, noto che lo fa molto spesso.

Mentre lei cercava, io pensavo.
Pensavo che stavo sbagliando, che non dovevo ascoltare Tiffany. Ma gli devo un favore enorme, e quindi, devo starci.

"Secondo te se mi metto una gonna e una maglia è uguale?"
"Massi, tanto mica può punirti"
"Allora ho fatto, hai perso la tua scommessa"
Mi fece una linguaccia e andò a pagare.

Più passavo il tempo con lei, più capivo che era innocente come una bambina, troppo innocente.

-
Salimmo in macchina e la riaccompagnai a casa.
"Allora, visto che ho perso, che cosa mi farai fare?"
"Vedremo"
Parcheggiai davanti a casa sua, la salutai in macchina, sapevo che suo fratello era in casa.
E poi avevo fretta, dovevo assolutamente parlare con una persona.

Lei è diversa.

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