Capitolo 6

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Erano circa le quattro di notte quando sentii la porta di casa sbattere, segno che uno dei due finalmente si era deciso di tornare.
Magari si era semplicemente ricordato che ha due figli, e una casa.
Una famiglia da mandare avanti.

Scesi piano le scale, per vedere chi fosse.
Indubbiamente, era mio padre, che si era seduto in cucina a fissare il vuoto.

"Papà?"
Non so con quale coraggio ancora lo chiamo così.

"Vai a letto Leen"
"Dov'è la mamma?"
"A scoparsi qualche uomo per mandare avanti questa fottuta famiglia. Che cazzo ne so Leen"
Inizialmente pensai dicesse sul serio, ma fortunatamente non fu così.
Decisi che era meglio ritirarmi nella mia stanza, e riprendere sonno, cosa che fu molto difficile da compiere.

-

Questa mattina stranamente non mi svegliò nessuno.
Mi svegliai autonomamente, niente urla, o aria gelida mattutina.
Scesi in cucina ma non feci colazione, non avevo fame.
Rimandai la doccia al tardo pomeriggio, così avrei avuto più tempo per fare altre cose.

Per esempio passare da Margareth.

Andai in bagno e mi sciacquai la faccia e lavai i denti, poi mi vestii pesante e uscii di casa, non curandomi di avvisare qualcuno della mia uscita.

Camminai con le cuffiette nelle orecche finché non arrivai davanti alla biblioteca, ed entrai, facendo risuonare la campanella dell'entrata per tutto l'edificio.
Margareth posò lo sguardo sui miei occhi, e mi salutò con un cenno.
Capii che era occupata così mi misi nel mio solito angolino a scrivere.

'' La tempesta irrompeva quel giorno, sia fuori, sia dentro di me. Il mio animo era più turbato del solito.
Mi trasferii definitivamente nel grande castello, decisa a passare un pó di tempo in compagnia di me stessa. E soprattutto avevo intenzione di godermi un pó di pace, lontana dalle mie sorelle e da mio fratello.
I domestici vagavano per la struttura con tanta fretta, come se ci fossero tante cose da fare.
A volte mi facevano pena.
Mi dispiaceva per loro, io non avevo bisogno di tante attenzioni, e poi ero sola.

Un rumore incessante, diverso da quello della pioggia, interrusse i miei pensieri.

"Vado io!"

Katie, una gentile signora, un pó anziana, andò ad apire al portone.
Che strano, non avevo visite in programma.

La vidi parlare per un pó.
Infine mi alzai e andai a vedere.

Sull'uscio c'era un uomo, coperto da un mantello infradiciato, che chiedeva ospitalità per questa notte.

"Certamente, signore. Si accomodi."
Dissi io.

Egli entrò e Katie gli prese il cappotto.
"Com'è arrivato qui, a Hoterwood?"
"Vede, quando ero piccolo venivo sempre a giocare qui. Purtroppo il mio cavallo ha paura della pioggia, e questo era il posto più vicino che io conoscessi.
Mi scuso di cotanta maleducazione, è un orario improponibile"

"Non si preoccupi, sono solo le 9. Venga accanto al fuoco, Katie, porti qualcosa di caldo per questo signore e anche dei vestiti di mio fratello, i suoi saranno tutti bagnati"

Lo guidai al caminetto.

"Da dove viene?"
"Dalla Virginia"
"E cosa lo ha spinto qui?"
"Affari."

Uomo di poche parole.

"Oh, che maleducato.
Mi presento, mi chiamo James Halley"
"Piacere, Elizabeth, Elizabeth Hoterwood"

-

Posai la penna e feci una pausa.
Mi stiracchiai e soddisfatta feci un giro per i corridoi osservando i vari scaffali con su tantissimi libri.

Guardai l'ora, era quasi mezzogiorno.
Così raccolsi le mie cose, salutai Margareth, e quando uscii mi arrivò una folata di vento che mi punzecchiò il viso.
Mi affrettai ad arrivare a casa.

Mentre mi avviai, una macchina suonò il clacson. Così mi girai per vedere se fosse qualcuno che conoscessi.
La macchina si fermò difianco a me, e tirò giù il finestrino.

"Vuoi un passaggio dolcezza?"
"Spiritoso"

Era Chris. Mi si illuminarono gli occhi, e salii in macchina con lui.

"Ti porto a casa?"
"Si grazie"

Dovevo approfittare del momento, e chiedergli se poteva accompagnarmi alla festa stasera.

"Stasera passo alle 9, tanto non serve arrivare in anticipo, giusto?"
"Allora mi accompagni seriamente? Pensavo stessi scherzando"
"Perché avrei dovuto?"
"Non lo so"
"Va bene, allora alle 9 giù di sotto pronta. Con tuo fratello come la mettiamo?"
"Penso che sia d'accordo, più o meno.
Proverò a parlarci"
"digli che è una festa in amicizia, lo sa che sono impegnato"

A quelle parole mi si strinse il cuore.
Troppo bello per essere vero, stava andando tutto così bene.

"Oh, certo, riferirò il messaggio. Grazie del passaggio"
Scesi dalla macchina e mi fiondai in camera, delusa.
Mi passerà.
Mi passa sempre.

Sgranocchiai qualcosa e poi mi misi davanti alla tv, a guardare un film.
In casa non c'era nessuno, ero quasi tentata a chiamare mio fratello, ma non lo feci, preferivo rimanere un pó sola, e prepararmi psicologicamente alla festa di Steph.
Seriamente pensavo potesse accadere qualcosa fra noi due?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 14, 2015 ⏰

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