"E quindi"? Domandò Savannah nonappena la chiamai dandole il via libera per tornare a casa.
"E quindi torna a casa" le dissi schernendola.
Ovviamente una volta entrata nel nostro appartamento formato mini volle sapere tutto, ogni cosa. E io, che ormai la dignità me l'ero giocata, non ritenni sensato nasconderle niente: avevo bisogno di un consiglio, o forse di qualcuno che prendesse le decisioni al posto mio.
"Poi l'ho pregato di andarsene davvero e così, per finire, se n'è andato" spiegai. Savannah sospirò, poi mi abbracciò stretta.
"Non voglio commettere l'errore di difenderlo per l'ennesima volta e poi vederti soffrire", mi disse a un certo punto per giustificare la sua improvvisa assenza di parole e consigli: "Ti posso solo dire che, io, se mi sentissi come te, probabilmente seguirei il mio cuore pur sapendo di star correndo dritta dentro un fosso" disse poi ridendo.
"Lo so amica mia, sono sicura che tu faresti così. E poi troveresti il modo di arrampicarti in cima al fosso in men che non si dica. Io invece, rimarrei nell'abisso per sempre" le risposi sconsolata. Io non ero intrepida, volevo una vita tranquilla: niente fossi o burroni, niente scalate. Mi piaceva la pianura.
"Però saresti capace di rendere il fosso un luogo accogliente e bellissimo in cui tutti vorrebbero fermarsi, anziché scappare" ribadì Savannah strizzandomi l'occhio.
"Non mi sembra una gran dote" dissi io, anche se, in un qualche modo, le parole di Savannah avevano acceso una lampadina dentro di me, quasi fosse la prima volta che mi accorgevo che il mio modo di guardarmi non fosse quello in cui mi vedevano gli altri.
"Ogni dote è bella, e questa è la tua e a me piace un sacco cara arredatrice di fossi" rise Savannah lanciandomi un cuscino addosso. Risposi al suo lancio tirandole a mia volta il cuscino addosso, poi la interrogai a proposito della sua lunga telefonata con Ethan.
"Io e Ethan ci stiamo trovando sorprendentemente bene insieme. Cioè sorprendentemente per lui, perché io avevo già capito questo lo scorso anno quando lui non mi aveva considerata" disse Savannah ridendo: "Ma la lunga telefonata, non essere ingenua, riguardava tutta i nostri amici che sono pazzi".
"Parli di me"? Chiesi puntandomi il dito contro il petto e assumendo un'aria incredula
"Oh sì, toi" disse ironica.
Alzai un sopraciglio e fissai la mia amica: "E potrei sapere cosa avreste detto, sul mio conto, tu e il tuo nuovo amichetto"? Domandai incrociando le braccia al petto.
"Cose che immmagini, prima di tutto quella che siete pazzi e poi quella che Jeremy oltre che essere pazzo è un coglione, poi abbiamo di nuovo insultato te. Cioè insomma, facevamo a turno" rispose ridendo.
"Non fai ridere tra un po' al posto che il cuscino lancio la scarpa" le dissi trattenendo una risata.
"Va bene, va bene" si arrese Savannah: "Abbiamo detto che siete due piccioncini innamorati, solo che lui è un coglione e tu una tenera pulzella indifesa; quindi è complicato... poi ammetto di avervi usati ad esempio di coglioneria sperando che Ethan si decidesse a dirmi, chessò, che mi ama, ma ovviamente non sono ancora abbastanza abile come manipolatrice" continuò sempre senza placare il suo sarcasmo.
"Sei abilissima come deficiente però" dissi prendendola ancora in giro. Lei rise di gusto
"Bella questa Fanny Lee Perez, stai ritrovando il senso dell'umorismo e questo mi piace non poco". Sorrisi a mia volta, poi tornai a pensare a quanto aveva detto sul conto di me e Jeremy, cioè, secondo lei se fossi stata meno inesperta la storia tra me e Jery avrebbe potuto funzionare?
"Comunque" dissi all'improvviso interrompendo l'atmosfera ilare
"Capito, interrogatorio non ancora finito" disse Savannah che aveva evidentemente ancora voglia di divertirsi.
"Per una volta che l'interrogatorio tocca a te non ti dovresti lamentare", la zittii io: "Anche tu pensi che se solo il mio passato emotivo fosse stato differente, questa storia con Jeremy sarebbe andata in modo differente"?
Savannah resto zitta a guardarmi, poi scoppiò di nuovo a ridere: "Fanny penso che l'unica a NON pensare questa cosa fino ad ora sia stata tu", ci restai male e la mia amica se ne accorse, per cui s'affrettò a recuperare: "Non c'è niente di male. Però diciamo, passare da un ex col quale praticamente non mettevate naso fuori di casa al gestire una cotta per uno che è il re della festa, beh, diciamo, chiunque potrebbe almeno considerarlo traumatico".
Annuii penseriosa cercando di riflettere a dovere sulle parole di Savannah mentre lei mi guardava preoccupata
"Non mi sono offesa, penso tu abbia ragione, o almeno credo..." le dissi per rassicurarla: "sto cercando di riflettere sul da farsi" aggiunsi poi.
"Non credo tu possa farci molto amica... vi siete incontrati in questo momento e forse se aveste avuto un passato più simile non sareste rimasti tanto affascinati uno dal mondo dell'altro"
"Non sai quanto mi sarebbe piaciuto riuscire a trovarlo un coglione e basta", borbottai.
"Lo so, lo so" rise Savannah: "lo ripeti abbastanza spesso quindi lo so".
Le feci una smorfia a cui le rispose con una smorfia ancora più buffa, cominciammo nuovamente a ridere a crepapelle quando il nostro buonumore venne interrotto dal trillo del mio telefono. Guardai lo schermo e poi subito Savannah per chiederle mentalmente aiuto: era mia madre, l'ultima persona che avrei voluto sentire in quel momento.
"La genitrice"? sussurrò lei scandendo le parole sottovoce, quasi potesse sentirci nonostante io non avessi ancora risposto.
"Rispondi tu" dissi lanciandole il telefono quasi scottasse
"Ma neanche per sogno, non risponderle affatto" mi sussurrò lei rilanciandomi il telefono
"Attenta che magari rispondi per sbaglio" le sussurrai sempre intimorita dall'eventuale superudito di mia madre.
"L'hai lanciato prima tu... dai rispondi sarò qui accanto a te a tenerti la mano"
"Non posso subire un processo penale su perché a qualche mese dall'inizio del college io non abbia ancora ottenuto una laurea amica, non ora, non posso" dissi ad alta voce vedendo il telefono che smetteva di squillare.
"Va beh ma tu sai che lei è pazza e le spieghi che prima di tot anni si deve mettere il cuore in pace"
"Certo che sarà mai, come se non stessimo parlando di una squilibrata per cui le cose sensate sono completamente oscure"
"Prima o poi comunque la dovrai chiamare"
"Lo farò nel cuore della notte, fingendo di non essermi accorta di che ora siano a causa del troppo studio, così forse sarà più tranquilla", dissi con un sorriso amaro, sapendo che, se l'avessi davvero fatto, probabilente mia madre sarebbe effettivamente stata più tranquilla a proposito del mio futuro scolastico.
Sapermi serena non l'avrebbe calmata, sapermi stressata e sveglia la notte per i troppi energy drink e lo studio insostenibile, invece sì.
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Con Te o Senza di Te (Quel disastro meraviglioso 2)
ChickLitcontinuazione di quel disastro meraviglioso https://www.wattpad.com/462973556-quel-disastro-meraviglioso-1