❥𝑃𝑟𝑖𝑚𝑜 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜

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Di nuovo quel sogno.
Era la terza volta in quella settimana. Noah si svegliava sempre tardi, ma negli ultimi tempi la colpa era del fantomatico sogno. In verità, non era un sogno speciale. Era semplicemente un immagine ferma, di un uomo di mezza età, con la barba color dell'ebano, e una voce che parlava in una lingua sconosciuta.
Era riuscito a decifrare solo "Black". Il resto della frase era incomprensibile, se non per alcune parole di uso comune come no, si, perchè e mai.
Perchè l'uomo avrebbe dovuto dire proprio Black? E soprattutto, chi era? Certo, avrebbe potuto passare sopra ai vari libri altro tempo, ma era fin troppo stanco.
Noah aveva 16 anni, capelli neri e occhi marroni,viveva a Denver, e aveva una vita noiosa. I suoi erano genitori normalissimi. Erano quasi sempre a casa, e gli davano tutte le attenzioni possibili. Aveva una sorellina di 12 anni. Era sveglia per la sua età.
Aveva capito che suo fratello si tormentava per qualcosa, ed era intenzionata a scoprirlo.
Quando non studiava usciva con le amiche. Questo rendeva ovviamente geloso il fratello, datosi che lui non aveva nessun amico. Era per questo che il ragazzo risultava sempre annoiato e svogliato. Era intelligente di suo, ma non si impegnava mai più del dovuto. Non faceva nessuno sport, se non basket, l'unica cosa che lo avesse preso sul serio.

Girò la testa di lato, e i suoi occhi incontrano il cellulare, che si era accesso a causa di un messaggio nella chat di classe.
L'orario recitava le 08:13.
La scuola cominciava alle 08:30, perciò aveva solo un quarto d'ora.
Si alzò velocemente, si vestì e scese in salone. I suoi stavano discutendo animatamente, su qualcosa a cui Noah non prestò minimamente attenzione. Sua sorella era già andata, ovviamente.
Fece un saluto veloce ai genitori, ma questi non lo calcolarono nemmeno, troppo presi dalla loro litigata.
Uscì dalla sua abitazione quasi correndo. Fuori faceva parecchio freddo, per essere ottobre.
Corse per le strade della sua città, con le foglie arancioni e quasi secche cadute a terra da tempo. Il vento gli soffiava in volto, e il gelo gli punzecchiava il naso.
Arrivò comunque in ritardo davanti alla scuola, nonostante si fosse sbrigato.
Rimase qualche minuto a fissare la facciata dell'edificio. Era proprio vecchio, ed a pensarci bene anche brutto.
Era appena cominciata la scuola, e già i suoi nuovi compagni lo snobbavano. Molto probabilmente era troppo noioso per loro...
I suoi pensieri vennero interrotti dal rumore di un auto dietro di lui.
Inizialmente non ci fece caso, ma quando sentì il rumore di un finestrino che si abbassava capì che la macchina si era fermata dietro di lui. Si girò di poco e vide due figure incappucciate, che lo fissavano da sotto il cappuccio.
<<Hey Noah!>>disse uno dei due.
Tornò immediatamente dritto e tentò di ignorarli, ma il loro sguardo sulla sua schiena lo metteva a disagio.
<<È inutile che fai finta di non sentire Adams>>stavolta un'altra voce aveva parlato.
<Ignorali Noah. Fallo e basta>pensò il ragazzo.
<poi come fanno a conoscere il mio nome? E il mio cognome?>
Lentamente girò la testa, disubbidendo ai suoi precedenti pensieri:<Uhm...v-vi conosco?>
<<No, ma noi conosciamo te>>Noah poté vedere il loro sorriso da sotto il cappuccio. Chi diavolo erano?
<Non credo..io dovrei andare a scuola comunque.>Il ragazzo si allontanò verso il portone di scuola, fortunatamente ancora aperto. Ma mentre lo raggiungeva, una strana forza lo spinse verso la macchina, come delle enormi mani lo spingessero lontano dal portone.
<Ma cosa..>
Lo sportello della macchina si aprì violentemente, mentre Noah veniva spinto nuovamente verso l'auto.
<<O con le buone, o con le cattive Adams>>
Il moro cercò di dimenarsi e di liberarsi, senza risultati. Velocemente venne trascinato all'interno della macchina, e successivamente gli fu allacciata la cintura. Tentò di urlare mentre lo sportello veniva chiuso, ma sembrava quasi che le parole gli soffocassero in bocca.
Sentì, anche se in modo ovattato, il rumore del motore che si metteva in moto, e da lì capì che era in seri guai.
<dove mi portano..?>

<cosa vogliono da me?>

<ma soprattutto..chi diavolo sono..!?>

<<Che cosa sono quelle lacrime, eh Noah?>>Uno dei due parlò.

Quanto aveva voglia di tirargli un pugno sul naso.
<<Ti portiamo in un posto stupendo sai?>>Disse l'altro.
Anche a lui voleva tirare un pugno, magari stavolta nello stomaco.
•••

Il viaggio durò tre ore, forse anche di più.
Noah aveva passato la prima ora piangere silenziosamente, nonostante fosse seduto nel sedile posteriore, separato dal posto del guidatore da un muro opaco.(non so se mi sono spiegata ahasah)
Ad un certo punto il moro sentì che l'automobile stava rallentando, così decise di guardare seriamente fuori dal finestrino.
Erano in una campagna enorme, e davanti a lui si prostrava un'enorme edificio di marmo, con dei dettagli neri ed oro.
La macchina si accostò proprio davanti a questo edificio, e i due scesero dall'auto.
<<Noah scendi, siamo arrivati!>>i due sghignazzarono, e poi aprirono lo sportello del moro.
Ma il ragazzo non scese.
Non sapeva cosa stava succedendo, non sapeva dove fosse e chi fossero quei due. Perchè sarebbe dovuto scendere?
<Io non scendo>
<<Bene. L'hai voluto tu Adams>>.
Dopo quelle parole, la forza invisibile di prima lo spinse fuori dalla macchina. Venne sballottolato sul terreno, e cadde per terra.
Davanti a lui c'era quella grande struttura, che ora si vedeva meglio.
Notò solo in quel momento che nella facciata c'era una enorme scritta, di marmo bianco.
Alzò la testa e cercò di capire cosa c'era scritto, e dopo qualche minuto riuscì a vedere chiaramente le parole sulla facciata.
"Blacktail Akademy"

Blacktail Akademy...
Black..?
Dove diamine era finito?






🏁𝗔𝗻𝗴𝗼𝗹𝗼 𝗰𝗮𝗿𝗶𝗻𝗼🏁
Heyy!
ho riscritto questo capitolo perché volevo renderlo più bello, e penso di esserci riuscita;-;(spero)
torno a scrivere il 2 capitolo, e scusate per le persone che già l'hanno letto, ma il vecchio acc(@lil__blxxdy)ha eliminato tutto il terzo capitolo perciò sad-
baii🖤

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2020 ⏰

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𝐵𝑙𝑎𝑐𝑘𝑡𝑎𝑖𝑙 𝐴𝑘𝑎𝑑𝑒𝑚𝑦||🌙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora