2_Alla scoperta di Camelot e dei suoi occhi...

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Arrivo il grande giorno finalmente io e Merlino partimmo per Camelot. Mi tremavano le ginocchia, avevo i brividi, ero aggitatissima ed ansiosa di  arrivare.

Anche l'ultimo zaino fu riempito, salutai per l'ultima volta la madre di Merlino che per 11 anni mi aveva trattato come una figlia.

Partimmo e Merlino insistette tanto per guidarci lui,e come già previsto ci mettemmo molto più tempo per arrivare. Perché infatti 7 volte su 10 sbagliavamo strada.

Ma finalmente dopo 5 giorni di cammino arrivammo a Camelot. Era immensa all'inizio c'era la cittadella bassa dove i contadini raccoglievano la verdura, poi c'era la cittadella alta, quest'ultima veniva protetta da delle enormi mura.

Le quali proteggiavano sia la cittadella alta che anche il castello. Nelle mura della cittadella si faceva il mercato ogni giorni e c'erano fabbri che costruivano armi per le guardie reali.

Attraversata la cittadella si arrivava direttamente alla corte del castello. Li potevi vedere servi, camerieri, cuochi e guardie andare e venire dal castello.Ero affascinata da quel posto, era così...così...

Era così bella che mi lasciava sensa parole. Ma ad un tratto Merlino notò un gruppo di ragazzi che prendevo in giro un povero giovane, allora decise di difenderlo dicendo:

<<Potresti anche lasciarlo in pace ora.>> Il ragazzo dai capelli biondi lo guardo con aria vanitosa e gli disse: <<Sai chi sono io? Io sono Artù Pendragon figlio del re.>>

Gli sguardi dei due giovani si intrecciarono in uno sguardo di odio l'uno verso l'altro allora decisi di intervenire dicendo:

<<Sarai anche figlio del re, ma certe cose potresti anche evitarle.>> Lo guardai con aria seria, il suo sguardo  si calmò e raccolse un fiore da un vaso vicino a lui e avvicinandomi a sé disse:

<<Hai proprio ragione mia dolce fanciulla, prometto che da oggi mi comporterò in modo più garbato.>> Mettendomi il fiore tra i capelli.

Suonarono le campane delle 10 e mentre lo guardavo negli occhi esclamai:
<<Oddio, devo andare ora Artù.>> Guardandolo un'ultima volta prima di procedere verso il castello e la stanza di Gaius medico di corte.

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